Oggi si commemorano i Defunti!

Invitiamo i nostri lettori a rileggere una pagina del libro ”Cuore”

Oggi, 2 novembre ricorre la commemorazione dei Defunti. Giornata in cui, almeno in Italia, laici e cattolici sono accomunati nel sentimento dei ricordo delle persone care e scomparse, staccando il pensiero dalle quotidianità.

Nel sottolineare la ricorrenza, indichiamo ai nostri lettori un brano del libro Cuore che c’induce ancor più alla riflessione, distratti come siamo, da quel che sta succedendo intorno a noi.

Il consumismo martellante ci esalta le zucche vuote, così lontane dalle nostre tradizioni e dal nostro sentire, per non parlare dei falsi miti e delle mistificazioni.

L’opera che Edmondo De Amicis, nel 1886 dedicò alla gioventù italiana era, finalizzata per fare riflettere i giovani ed indurli ai buoni sentimenti, ossia, la sincerità, l’onestà, l’amore per la famiglia e la patria, rispetto per i genitori, per gli anziani, per i maestri; le virtù civili.

Non dimenticando lo sguardo e l’azione caritatevole nei confronti delle persone più umili ed i diseredati.

Anche oggi, la rilettura di questo brano, non ci pare superflua.

Il giorno dei morti

“Questo giorno è consacrato alla commemorazione dei morti. Sai Enrico, a quali morti dovreste, tutti dedicare un pensiero in questo giorno, voi altri ragazzi?

A quelli che morirono per voi, per i ragazzi, per i bambini. Quanti ne morirono, e quanti ne muoiono di continuo! Pensasti mai a quanti padri si logoraron la vita al lavoro, a quanti madri discesero nella fossa innanzi tempo, consumate dalle privazioni a cui si condannarono per sostenere i loro figliuoli?

Sai quanti uomini si piantarono un coltello nel cuore dalla disperazione di vedere i propri ragazzi nella miseria, e quante donne s’annegarono o morirono di dolore o impazzirono per aver perduto un bambino?

Pensa a tutti quei morti, in questo giorno, Enrico. Pensa alle tante maestre che son morte giovani, intisichite dalle fatiche della scuola, per amore dei bambini, da cui non ebbero cuore di separarsi.

Pensa ai medici colpiti da malattie attaccaticce, sfidate coraggiosamente per curare dei fanciulli, pensa a tutti coloro che nei naufragi, negli incendi, nelle carestie, in un momento di supremo pericolo, cedettero all’infanzia l’ultimo tozzo di pane, l’ultima tavola di salvamento, l’ultima fune per scampare alle fiamme, e spirarono contenti del loro sacrifizio, che serbava in vita un piccolo innocente.

Sono innumerevoli, Enrico, questi morti; ogni cimitero ne racchiude centinaia di queste sante creature, che se potessero levarsi un momento dalla fossa, griderebbero il nome di un fanciullo, al quale sacrificarono i piaceri della gioventù, la pace della vecchiaia, gli affetti, l’intelligenza, la vita; spose di  vent’anni, uomini nel fiore delle forze, vecchie ottuagenarie, giovinetti – martiri eroici e oscuri dell’infanzia- così grandi e così gentili, che non fa tanti fiori la terra quanti ne dovremmo dare ai  loro sepolcri.

Tanto siete amati, o fanciulli! Pensa oggi a quei morti, con gratitudine, e sarai più buono e più affettuoso con tutti quelli che ti vogliono bene e che fatican per te, caro figliuol mio fortunato, che nel giorno dei morti non hai ancora da pianger nessuno.

Tua madre

Tratto da Cuore di Edmondo De AmicisQ

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Articolo pubblicato il 02/11/2021