Discutere sulla gestione della pandeḿa? No, grazie

La commissione sanità del Senato ha respinto la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta sulla gestione della crisi sanitaria di questi mesi.

Nell’Italia in cui si costituiscono commissioni di inchiesta parlamentari su tutti gli argomenti non è possibile istituire una commissione sulla gestione della crisi determinata dalla pandemia da coronavirus.

La costituzione di un tale organismo è stata proposta in seno alla Commissione Sanità del Senato ma non si è voluto procedere, si dice, fino a quanto perdurerà lo stato d’emergenza; questa obiezione fa ridere, per quanto non siamo ancora fuori dalla crisi pandemica e non si debba abbassare la guardia in alcun modo la situazione attuale non è nemmeno paragonabile a quella della primavera dello scorso anno.

E dire che di questioni su cui fare chiarezza ce ne sarebbero un bel po’, eppure la Sinistra che si inchina quasi sempre con ossequio alle indagini della magistratura – quando riguardano avversari politici e quasi sempre si chiudono con un nulla di fatto- si oppone ad una commissione di parlamentari che non avrebbe affatto il potere di condannare ma solo di ascoltare le persone interessate e coinvolte e farsi un’idea sui molti aspetti poco chiari che ci sono stati nella gestione della pandemia, soprattutto nei primi mesi.

Tra coloro che hanno chiesto con insistenza l’istituzione di tale commissione non ci sono estremisti di destra, no vax  o negazionisti, ma senatori di Italia Viva.

Il Senatore Cucca osserva che iniziative analoghe ce ne sono in altri paesi europei, a cominciare dalla vicina Francia, e nessuno grida allo scandalo; abbiamo avuto oltre 130mila morti e fare chiarezza di fronte al Parlamento che, per la nostra Costituzione è il centro vitale della vita democratica, sarebbe il minimo.

Sempre il parlamentare di Italia Viva, che, va ricordato, era nella maggioranza di governo Conte bis durante l’inizio della Pandemia, ricorda episodi poco chiari, i milioni di euro spesi in mascherine non funzionanti importate dalla Cina, i respiratori pagati a peso d’oro non funzionanti, i banchi a rotelle; tutti episodi su cui il Parlamento dovrebbe poter fare chiarezza.

Senza voler condannare, sia chiaro, d’altronde ricordiamo tutti il panico e l’impreparazione che ha colto tutti noi nei primi mesi della crisi; ma di fronte a decine di migliaia di morti e a miliardi di euro di denaro pubblico spesi in modo poco chiaro è doveroso che il Parlamento possa essere messo al corrente e farsi un’idea.

L’ex commissario straordinario all’emergenza Arcuri è indagato per fatti relativi alla gestione della crisi; la magistratura farà le sue indagini e speriamo che Arcuri possa fare valere le sue ragioni, la presunzione d’innocenza vale sempre, ci mancherebbe, ma è evidente che qualcosa non ha funzionato.

E se qualcosa non ha funzionato nella più grande crisi sanitaria sociale ed economica dal dopoguerra ad oggi il Parlamento ha il diritto e il dovere di informarsi e fare luce, altro che aspettare tempi migliori con la fine della stato d’emergenza!

Luigi Cabrino

 

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Articolo pubblicato il 05/11/2021