Paese che vai, Covid che trovi?

Il cittadino sempre più impaurito e ghettizzato, si chiede chi abbia ragione. Il parere dell'Organizzazione Mondiale della Sanità European Advisory Group of Experts in Immunization

Ieri il generale Figliuolo, in visita in Piemonte, ha accolto le richieste del presidente Cirio di dotare la regione della terza dose del vaccino, per completare il ciclo vaccinale per ogni strato della popolazione ed ha sentenziato “avanti con le terze dosi”.

 

Pur ammettendo l’ottimale situazione in cui si trova il Piemonte. Intanto tra indiscrezioni, interviste e voci diffuse, si profila, almeno sino marzo il proseguo delle misure in atto, senza nessuna flessione in attesa che il peggio bussi alle nostre frontiere e si porti via il morbo che uccide la qualità della vita.

 

Sempre ieri il lockdown per i non vaccinati è scattato in Austria, con l’entrata  in vigore delle annunciate misure per contenere i contagi da coronavirus. Solo le persone vaccinate contro il Covid-19 e chi è guarito dopo aver contratto l'infezione potranno mangiare nei ristoranti, andare dal parrucchiere, partecipare a eventi sportivi e usare gli impianti di risalita. Le nuove disposizioni valgono anche per gli alberghi.

 

La Danimarca reintrodurrà il pass sanitario obbligatorio due mesi dopo l'alleggerimento delle restrizioni anti-Covid. La commissione nazionale sull'epidemia ha raccomandato al governo di classificare il coronavirus come una malattia "socialmente pericolosa" e l'esecutivo seguirà l'indicazione ha detto il premier.

 

Poi c’è la Gran Bretagna che agisce con altri metodi e finisce nel mirino di Walter Ricciardi, l'igienista consulente del nostro ministero della Salute: gli inglesi «hanno sbagliato tutto fin dall'inizio», «si sono illusi che la campagna vaccinale avesse risolto tutto», ora «facendo circolare il virus in modo incontrollato, agevolano la formazione di nuove varianti». Questo visto dall’Italia, ma cosa ne pensano a Londra?

 

Sostanzialmente, nulla. Perché nel Paese della Queen Elisabeth, da mesi, tranne qualche sprazzo, il Covid è praticamente scomparso dalla conversazione pubblica. Sui giornali si fa fatica a trovare qualche articolo dedicato alla pandemia (e il fenomeno italiano dei virologi che pontificano a tutte le ore non esiste e non è mai esistito).

 

Il dibattito politico si occupa di altro: la corruzione dei conservatori, la battaglia della pesca con la Francia, la Cop26 a Glasgow: non certo del coronavirus. Vista da qui, l'Italia sembra davvero vivere in un universo parallelo.

 

Cose come il green pass e le mascherine in Inghilterra sono sconosciute: a luglio sono state abolite tutte le restrizioni e la popolazione, dopo qualche esitazione, ha abbracciato con slancio la libertà ritrovata. Da due mesi la vita è tornata alla normalità: club, feste, palestre, tutto funziona a pieno regime.

 

E i contagi? A metà ottobre c'è stata una fiammata, con i casi arrivati a 50 mila al giorno. È stato in quel momento che sono sembrati preoccuparsi: da più parti - soprattutto dall'opposizione laburista - si è invocata l'immediata introduzione del piano B, ossia il ritorno alle mascherine al chiuso, al lavoro da casa e una blanda forma di green pass (che incontra forti resistenze ideologiche in tutto lo spettro politico, in un Paese con un Dna liberale).

 

Ma Boris Johnson ha tenuto duro: e da allora i casi hanno cominciato a calare in maniera costante (adesso sono scesi a 30 mila al giorno). Gli esperti britannici ritengono che il picco sia ormai passato e la questione è stata di nuovo derubricata.

 

Con numeri del genere da noi sarebbe comunque allarme rosso. Ma sembra evidente che in Gran Bretagna hanno un approccio filosoficamente diverso: in Europa di fatto si punta al «Covid zero», una strategia che a Londra è considerata palesemente assurda; i britannici hanno accettato che il Covid è ormai una malattia endemica», con la quale bisogna convivere. 

 

D'altra parte, non è di gran lunga la prima causa di morte: ben avanti, come in Italia, vengono i tumori, gli ictus, gli infarti, le altre malattie respiratorie...

 

E allora, l'importante per loro è che non ci sia una pressione insostenibile sul sistema sanitario nazionale: finché ci sono letti liberi negli ospedali e non muore troppa gente, il resto conta poco.

 

Forse c'entra anche il tradizionale stoicismo britannico, o il fatto che grazie all'approccio ultra-liberale, l'economia corre come nessun'altra in Europa, con una crescita annua stimata al 6,5 per cento. Come che sia, a Londra il dibattito sul Covid fa tanto 2020...

 

Ma per completezza d’informazione, c’è un’ulteriore notizia destinata a rompere il fronte delle imposizioni comportamentali da noi tanto diffuse e sostenute.

 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità European Advisory Group of Experts in Immunization , nella persona dell’ex vice presidente professor Christian Perronne ha detto ieri che tutte le persone vaccinate devono stare in quarantena durante i mesi invernali o rischiano gravi malattie.

Perronne è specializzato in patologie tropicali e malattie infettive emergenti. Era presidente del Comitato specializzato sulle malattie trasmissibili del Consiglio Superiore della Sanità Pubblica.

Confermando il rapido deterioramento della situazione in Israele e nel Regno Unito, l'esperto di malattie infettive ha dichiarato: "Le persone vaccinate dovrebbero essere messe in quarantena e dovrebbero essere isolate dalla società". Ha proseguito dicendo: "Le persone non vaccinate non sono pericolose; le persone vaccinate sono pericolose per gli altri. E’ provato in Israele ora - sono in contatto con molti medici in Israele - stanno avendo grandi problemi, casi gravi negli ospedali sono tra le persone vaccinate, e anche nel Regno Unito, avete il programma di vaccinazione più grande e anche lì ci sono problemi".

L’attuale gruppo di lavoro sulla pandemia di COVID-19 in Francia è stato riferito di essere "completamente nel panico" al ricevimento della notizia, temendo un pandemonio se seguirà le indicazioni degli esperti.

Il medico israeliano Kobi Haviv ha detto a Channel 13 News: “Il 95% dei pazienti gravemente malati sono vaccinati. Le persone completamente vaccinate rappresentano l'85-90% dei ricoveri. Stiamo aprendo sempre più sedi COVID. L’efficacia dei vaccini sta diminuendo o scomparendo".

Cosa si dice invece dalle nostre parti? E’ sufficiente leggere i giornali ed ascoltare i paludati virologi!

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Articolo pubblicato il 09/11/2021