Riforma del Fisco. Cambiano le aliquote Irpef dal 2022. Perplessità di Confindustria e Sindacati

Riduzione delle due aliquote che vengono applicate ai redditi dai 15.000 ai 55.000 euro

L'accordo sulla riforma del fisco è più vicino. Il tavolo tra il ministro dell'Economia Daniele Franco e i partiti è arrivato a un'intesa politica di massima, con la riduzione delle aliquote Irpef da 5 a 4 e la riduzione delle aliquote centrali. Viene meno l'Irap per gli autonomi.

Il costo di entrambe le operazioni è 8 miliardi nei confini quindi delle indicazioni dell’articolo 2 della legge di bilancio sul taglio delle tasse. Nei giorni scorsi sull’abolizione dell’Irap c’erano state delle perplessità sul costo economico della misura e sul poter mantenerne il carattere strutturale. Il compromesso si è raggiunto incidendo meno del previsto sull’aliquota che ora è al 35% (nelle precedenti simulazioni era stata presentata al 34%)

Dal 2022 l’Irpef passa dalle 5 aliquote attuali a 4, con la cancellazione del prelievo al 41%, e il conseguente l'allargamento della platea dell'ultimo scaglione, che partirà dal 55.000 euro, su cui sarà applicata un'imposizione del 43%. Sale da 6 a 7 miliardi il plafond per modificare l'Irpef, che andranno alla riduzione delle due aliquote che vengono applicate ai redditi dai 15.000 ai 55.000 euro, che al 27% e 38% passano rispettivamente al 25% e 35%.

L'accordo raggiunto ieri al ministero dell'Economia con i rappresentati dei gruppi della maggioranza dovrà ora passare l'esame del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dei partiti che lo sostengono.

La decisione di intervenire sull'imposta per le persone fisiche, e non sul cuneo fiscale come chiesto da più parti, avrà un impatto su un numero maggiore di contribuenti. In questo modo, infatti, si agisce su tutti coloro che versano l'Irpef e che invece sarebbero stati esclusi dalla riduzione del costo del lavoro che avrebbe lasciato fuori dal taglio delle tasse alcune categorie, come ad esempio i pensionati.

Per 'compensare' chi in teoria dovrebbe pagare di più (i redditi tra 55.000 e 75.000 euro) sono stati annunciate anche delle piccole modifiche sulla no tax area.

Oggi è stato fatto un ''primo passo strutturale'' della riforma dell'Irpef, afferma il viceministro del Mise, Gilberto Pichetto, che ha partecipato alla riunione per Forza Italia. "Sono soddisfatto dell'accordo'', aggiunge. "Ora Franco ne deve parlare con Draghi, noi con i nostri partiti e poi riaggiornarci". I prossimi passaggi prevedono, quindi, un nuovo incontro al Mef tra il ministro dell'Economia ed i rappresentati delle forze di maggioranza, che dovranno chiudere l'intesa.

 Che poi sarà tradotta in un emendamento alla legge di bilancio 2022, attualmente all'esame del Senato e che dovrà essere approvata dal parlamento entro dicembre.

Nelle tabelle che seguono vengono riportate l'attuale l'Imposta sulle persone fisiche e la nuova Irpef, che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno.

IRPEF ATTUALE:

Aliquota..............................fascia di reddito (euro)

23%................................... fino a 15.000

27% ..................................da 15.000 a 28.000

38% ..................................da 28.000 a 55.000

41% ..................................da 55.000 a 75.000

43% ...................................oltre 75.000

IRPEF FUTURA:

23%..................................fino a 15.000

25%..................................da 15.000 a 28.000

35%..................................da 28.000 a 55.000

43%..................................oltre 55.000

All’intesa tra i partiti di governo, seguono le prese di posizione di sindacati e  industriali.

L'accordo con noi non è ancora stato trovato. Noi siamo in attesa di una convocazione.

Come è noto noi pensiamo che gli 8 miliardi dovrebbero andare tutti ai lavoratori dipendenti e pensionati e non è il momento, questo, momento dell'Irap".

Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, commentando l'accordo tra le forze tra i partiti della maggioranza sul taglio delle imposte. 

Secondo gli industriali, invece, "la sforbiciata alle aliquote Irpef disperde risorse limitate a soli 8 miliardi, con effetti impercettibili sui redditi netti delle famiglie italiane, soprattutto qualora il taglio fosse finanziato anche da una copiosa eliminazione delle agevolazioni Irpef". Nella nota pubblicata da Confindustria, si legge inoltre che la soluzione raggiunta non dà certezze sui benefici futuri, né sicurezza ai poveri ed agli incapienti. Viene limitato, inoltre, l'intervento sull'Irap alle persone fisiche senza migliorare la competitività delle imprese. Nessun intervento, infine, a favore di giovani e donne.

"Se lo sommiamo agli errori sin qui compiuti sulla revoca di importanti agevolazioni, quali il Patent Box e la rivalutazione ed il riallineamento dei valori patrimoniali degli asset d'impresa, e al calo pluriennale degli incentivi Industria 4.0", ha aggiunto Confindustria, "significa inequivocabilmente non tenere in alcuna considerazione le imprese che garantiscono l'occupazione nel Paese e che stanno trainando la ripresa economica".

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/11/2021