Bologna – Il grande racconto della Roma antica e i suoi sette Re

Da Romolo alla conquista di “Caput Mundi”, raccontato nel libro di Giulio Guidorizzi edito da il Mulino

Sono stati scritti, molti libri  sulla Roma antica, ma il  bel volume, apparso in  questo periodo in libreria di Giulio Guidorizzi, “Il grande racconto di Roma Antica  e dei suoi sette re”, edito da il Mulino (381 pagine illustrazioni a colori- foto copertina), affronta l’argomento con un orizzonte narrativo che non parla  di grandi temi  dell’immaginario, ma segue le vicende di una città che si è formata a poco a poco, in cui  i protagonisti sono personaggi leggendari.

Il testo è  composto  in due  parti ben distinte,  la prima comprende nove capitoli che vanno dal fondatore di Roma,  Romolo a tutti gli altri  sei re  che si sono susseguiti: Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco,  Servio Tullio, infine  l’ultimo Tarquinio il Superbo, che ne combinò di tutti i colori sia dalle vicende private a quelle pubbliche suscitando la ribellione del popolo  arrivando alla soppressione della monarchia e istaurando la repubblica.

Nella seconda  parte si descrive i riti,  gli usi le credenze della  Roma Arcaica. Il tutto viene documentato da  un ricco apparato iconografico, che rende ancor più piacevole la lettura. Ogni città ha i suoi miti di fondazione, costellati di profezie e oracoli, il suo parterre di eroi.

I Romani, che pure attingono a piene mani dalla mitologia greca cambiando appena i nomi: Ermes/Mercurio, Atena/Minerva,  Herakles/Ercole…., disponendo un ampio repertorio di racconti autoctoni, che parlano delle origini del loro popolo. Vi si narra di ninfe dei boschi; del fondatore Enea , straniero e designato; dei gemelli abbandonati Romolo e Remo, della lupa che lì allattò; del pastore Faustolo che lì raccolse; di un fratricidio, a ricordarci che gli albori scontano sempre un atto barbarico; di una serie di re.  

A mano a mano  che si procede, alla lettura, la mescolanza di elementi leggendari  e mitici  si dipana sempre di più verso la storia, anche se la storia delle origini è un po’ romanzata. Ma è anche vero - scrive l’autore nell’introduzione-  i Romani delle epoche successive continuavano ad avere sotto gli occhi le opere dei loro primi re, le mura di Servio Tullio o il ponte di Anco Marzio. Dunque, tra mito e storia, accanto agli eroi entrano in scena le donne, con il ratto delle Sabine, la sventurata Tarpea, Egeria che dettò le leggi a Numa, Lucrezia e il suo nobile senso dell’onore, le vestali, Clelia e le giovani romane.                                                                              

Il libro si apre con i sette re, narrando la loto storia e leggenda. Il numero sette non è un caso ma un numero di eccellenza  magico da attribuirgli una qualità perfetta di compiutezza. Infatti sette sono le note musicali, i mari, i giorni della settimana, i colori dell’arcobaleno, i Sapienti di Grecia, ma anche i  colli su cui fu costruita Roma, e appunto i loro re che la governarono nei due secoli iniziali della sua storia.

Dunque i re furono sette: Romolo fondò la città, Numa Pompilio si dedicò alla sua organizzazione religiosa e Tullo Ostilio a quello militare, Anco Marzio la dotò di un porto e di un ponte sul Tevere, l’opera di costruzione della città fu proseguita dai primi due re etruschi, Tarquinio Prisco e Servio Tullio, mentre il terzo re etrusco, Tarquinio il Superbo, si macchiò di tali nefandezze pubbliche e private da suscitare la ribellione del popolo e la soppressione della monarchia.  

Il testo porta anche a scoprire che vi fu un personaggio che avrebbe voluto che il figlio venisse incoronato re di Roma, e annoverato a questi grandi personaggi. Ma per scoprirlo invitiamo alla lettura del testo. Un'altro elemento che porta alla riflessione: dalla fondazione di Roma al regno dei sette re trascorsero circa duecentoquarantaquattro anni,  e  solo sette  furono i regnanti ( in realtà otto, se si considera anche Tito Tazio, re dei Sabini, che per qualche tempo fu reggente con Romolo), è improbabile che ognuno avesse regnato in media trentacinque anni.

Ma quello che conta, ai fini di questo libro, e mettere in risalto  i tanti aspetti di questa meraviglioso racconto, uno di questi e quanto i Romani, volessero conservare nella loro memoria, che la loro mitologia non si nutriva delle imprese di eroi guerrieri o viaggiatori, uccisori di mostri, ma di uomini che passo dopo passo entrarono nella storia, e ognuno di questi personaggi facendo la loro parte hanno creato diverse istituzioni sui cui si sarebbe fondata nel corso dei secoli, la grandezza  di Roma: l’esercito, i comizi, il senato, le magistrature, le leggi, e la civiltà sarebbe stata destinata di conquistarsi il titolo di “Caput Mundi”.

Un libro molto  bello anche per la ricca documentazione  iconografica, che arricchisce le pagine del volume, coinvolgendo  il lettore ad una piacevole lettura.

Descrizioni  immagini:

Foto copertina libro

Foto 1 Romolo e Remo, illustrazione di Tancredi Scarpelli per la storia d’Italia Paolo Giudici, 1929

Foto 2 Ulpiano Checa “La ninfa Egeria detta le leggi a Numa Pompilio”, 1886 Madrid Museo del Prado

Foto 3 Tullo Ostilio, incisione del XVIII secolo

Foto 4 Ritratto ideale di Anco Marzio, incisione del XVI secolo, Paris, BNF

Foto 5 Sebastiano Ricci, “Tarquinio Prisco consulta Atto Navio”, 1690 ca., Los Angeles, J. Paul Getty Museum

Foto 6 Bartolomeo Pinelli, Tarquinio il Superbo  getta Servio Tullio dall’alto dei gradini del Campidoglio per usurpargli il trono”, 1817,  København, Thorsvaldsen Museum.

Giulio Guidorizzi, ha insegnato Letteratura greca e Antropologia del mondo antico nelle Università di Milano e Torino. Tra i suoi numerosi libri segnaliamo: per il Mulino « La trama segreta del mondo. La magia nell’antichità» (2015), « Il grande racconto della guerra di Troia»(2028) e Sofocle, l’abisso di Edipo» (2020); per Einaudi « Enea, lo straniero»(2020); per Cortina « Il mare degli dei» (con S. Romani, 2021).

Le immagini che documentano il testo sono tratte dal volume:

“Il Grande racconto di Roma Antica e dei suoi sette re”, di Giulio Guidorizzi,381 pp., ill. b/n e col., il Mulin

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Articolo pubblicato il 29/11/2021