Federalismo e autonomia quando meno te l'aspetti

L'Opinione di Luigi Cabrino

Nei giorni scorsi è stato siglato a Roma il trattato del quirinale tra Italia e Francia, un trattato su cui si è iniziato a discutere ai tempi del Governo Gentiloni.

I rischi segnalati riguardavano le possibili ambizioni della Francia su aziende e settori strategici come difesa, politiche energetiche, industriale e bancarie etc… ; tutti questi timori restano e si deve vigilare sulle manie espansionistiche della Francia guidata dal novello Napoleone.

Macron, infatti, è intenzionato a colmare il vuoto che inevitabilmente verrà lasciato dalla guida Merkel che, nel bene o nel male , ha fatto il bello e cattivo tempo in Europa per lunghi anni.

I politologi più attenti hanno evidenziato come Macron si stia muovendo da tempo sulla linea di importanti trattati bilaterali che, a cascata, possono avere ricadute su tutte l’UE.

Ma ha favorevolmente sorpreso l’art.10 del Trattato.

In esso si tratta delle zone di frontiera al Nord Ovest e c’è un chiaro impegno a rafforzare la cooperazione ai vari levelli, a facilitare gli scambi anche con una valorizzazione dei diversi passaggi.

“Le Parti dotano le collettività frontaliere… di competenze appropriate per rendere gli scambi e la cooperazione più dinamici…. Esse rafforzano in particolare la cooperazione transfrontaliera in materia di sanità e d’interventi di soccorso alle persone”.

E poi ancora  “adottano le modifiche regolamentari e sottopongono ai rispettivi parlamenti le modifiche legislative necessarie per eliminare gli ostacoli alla cooperazione frontaliera, incluso per la creazione di servizi pubblici comuni in materia sociale, sanitaria, ambientale, di energia, d’istruzione, culturale e di trasporti”.

Competenze macroregionali chiare e definite in un Trattato Internazionale; questa non è roba da poco.

Dopo anni di discussioni interne sul federalismo mancato in Italia, il pasticcio del titolo V della Costituzione, l’autonomia differenziata, i referendum per ottenere maggiore autonomia in Lombardia e Veneto.

Dopo la speranza sfumata in extremis dall’ultimo Governo Berlusconi sul federalismo fiscale non firmato dall’allora Presidente Napolitano.

Dopo il completo stravolgimento dello spirito del federalismo fiscale fatto pochi mesi dopo dal Governo Monti che ha imposto con una riforma costituzionale i vincoli europei ( quelli che abbiamo visto sciogliersi come neve al sole con la crisi della pandemia) anche  ai Comuni.

Dopo lo snaturamento delle Province avvenuto con la riforma Delrio.

Dopo innumerevoli attacchi all’autonomia degli Enti Locali, pur garantiti dalla nostra Costituzione all’art. 5, proprio a Roma ( quella che veniva chiamata “Roma Ladrona”) in un  Trattato tra la Francia ipercentralista  e l’Italia che dalle parti della Capitale ha sempre guardato con sospetto ogni forma di federalismo, per di più guidata da un premier come Draghi che al momento ha altre priorità, arriva la più grande possibilità di realizzare una sana autonomia macroregionale nelle regioni di confine.

Si parla chiaramente di competenze specifiche da organizzare a livello locale e da autorizzare da parte dei parlamenti.

Non dobbiamo dimenticare che l’Unione Europea, che alle volte ne azzecca qualcuna, da diversi anni favorisce la creazione di euroregioni, vale a dire macroregioni a cavallo tra due o più stati finalizzate allo sviluppo e alla cooperazione; e pochi ricordano che una quindicina di anni fa Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Auvergne Rhône-Alpes e Région Sud Provence-Alpes-Côte d'Azur hanno costituito l’euroregione AlpeMed.

Lo “strumento” per mettere in atto le autonomie previste dal Trattato del Quirinale, quindi, c’è già, basta tirarlo fuori dal freezer istituzionale in cui è stato abbandonato e darsi da fare per intraprendere questa via federalista che nulla toglierebbe all’unità nazionale e che molto gioverebbe alle regioni interessate.

Tra l’altro le poche iniziative comuni a livello di euroregione funzionano, ad esempio la cooperazione delle camere di commercio.

Gli sviluppi sono tutti da vedere, ma davvero sembra che un articolo di un Trattato tra Italia e Francia possa dare un’importante spinta federalista e autonomista.

La pandemia in questi ultimi due anni ha relegato in secondo piano le riforme federaliste ma ha messo in evidenza il pasticcio creato dall’attuale assetto delle autonomie locali con i continui tira e molla tra Governo e Regioni, specialmente nei drammatici mesi della scorsa primavera in tema di sanità.

Quanto è previsto dall’art.10 del Trattato del Quirinale è un’occasione da non perdere.

 

Luigi Cabrino

 

 

 

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Articolo pubblicato il 01/12/2021