Covid. Sospesi 281 medici no vax.

I Nas dei carabinieri in azione, perquisiscono anche gli studi dei medici di famiglia

Dura lex, sed lex, ma a volte il far prevalere la ragion di stato, comporta non pochi rischi e conseguenze.

La notizia che venerdì  è stata lanciata dalle agenzie di stampa parla di circa 300 medici, definiti genericamente  “no vax”,  tutti sospesi dopo un blitz dei Nas in tutta Italia.

Per il Consiglio di Stato è legittima la sospensione dei medici che non sono vaccinati perché lo prevede la legge. L’ordinanza collegiale, depositata appunto venerdì, ha respinto  la domanda cautelare proposta da un odontoiatra sospeso dal servizio perché non vaccinato.

Per l’esattezza, sono 281 i medici al lavoro senza essersi vaccinati oppure già sospesi in quanto non avevano rispettato l’obbligo vaccinale, scoperti dai carabinieri del Nas nell’ambito di una serie di controlli in tutta Italia con l’obiettivo di individuare il personale sanitario che continua a violare la normativa.

I controlli sono avvenuti in 1.609 strutture e centri sanitari pubblici e privati e sono state verificate circa 4.900 posizioni relative a medici, odontoiatri, farmacisti, veterinari, infermieri, fisioterapisti e altre figure. È emerso che 126 di loro eseguivano prestazioni seppur già destinatari del provvedimento di sospensione dall’Ordine professionale su segnalazione dell’autorità sanitaria, continuando a svolgere la libera professione presso gli studi medici di proprietà o presso ambulatori, come pure all’interno di reparti in ospedali pubblici e cliniche private, in ragione del loro incarico di medico o infermiere.

Purtroppo da precise ed attendibili testimonianze risulta che nei confronti del personale che gravita intorno alla galassia pubblica e  privata della Sanità, non si è andati per il sottile e sono stati trattati allo stesso modo coloro che sostengono ragioni ideologiche o di principio, al pari di chi presenta precise patologie che sconsigliano il ricorso al vaccino, e questo non è solo eticamente grave, ma rischia di trasformare la nostra sanità in una “Sanità omicida”.

Sempre per rimanere in argomento, il Governo sta distruggendo il rapporto fiduciario medico paziente che è uno dei principi sacrosanti della bioetica.

In Umbria i Nas, su mandato di un magistrato, hanno perquisito lo studio di un medico di famiglia per indagare sulle certificazioni  rilasciate nei conforti di pazienti che si erano sottoposti ad accertamenti clinici per appurare la loro compatibilità con il vaccino.

L’osservanza delle norme igieniche e della profilassi è fondamentale, ma la generalizzazione delle conclusioni, a prescindere da singoli casi, appare delittuosa. Ci chiediamo, pur apprezzando il livello sotto controllo della  situazione pandemica in Italia rispetto ad altri paesi europei, sino a quando il governo continuerà a procedere, in modo becero, senza il rispetto e la tutela delle salute di migliaia di cittadini?

L’uomo, non è ancora un robot ed ogni persona presenta caratteristiche fisiche specifiche. E’ delittuoso che l’autorità sanitaria non le riconosca. Ma ormai, come i fatti stanno a dimostrare, il dato è tratto e il governo, con il braccio armato del Nas o con il ricorso alla delazione continuerà imperterrito, anche se la bolla speculativa sorta intorno a Omicron sta scemando.

Ma qual’è il rischio del giorno dopo che coinvolgerà in primis le regioni e ricadrà sul cittadino (vaccinato o non)?

E’ nota la situazione ormai tragica in cui in gran parte d’Italia, naviga il nostro sistema sanitario nazionale. Carenza di medici, infermieri e strutture, anche a causa dalla politica suicida iniziata con il famigerato governo Monti e recepita dai presidenti delle regioni.

Per soffermarci sul Piemonte, è bene ricordare che Chiamparino è andato a casa per la pessima gestione della Sanità,  non certo perchè i piemontesi fossero folgorati dall’ordinarietà di Cirio.

In questi giorni, alcuni direttori generali delle ASL e responsabili di cliniche private, si stanno rendendo conto che la privazione di aliquote significative di medici ed infermieri, significherà aumentare la disfunzione dei reparti ospedalieri, con il rallentamento delle sedute operatorie e il prolungamento delle liste d’attesa per le visite specialistiche e gli accertamenti diagnostici.

Ma la legge è legge e il totalitarismo che ispira ogni decisione, suffraga ogni conseguenza, ma fino a quando?

Non vorremo rendere pubbliche certe “miserie”  che trapelano dalle stanze decisorie, molto vicine a noi.

Per il momento, per carità di patria, ci asteniamo…

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Articolo pubblicato il 05/12/2021