Avremo una seconda Luna?

In un momento imprecisato del futuro prossimo il cielo potrebbe subire un cambiamento straordinario.

La naturale immaginazione dell'Uomo è stata sempre colpita dai fenomeni celesti. La eclissi totali di Sole, le comete che comparivano improvvisamente nel Cielo, le stelle fisse e i pianeti dal moto regolare, hanno creato da sempre quel "ponte" tra il finito della dimensione terrestre e il misterioso spazio celeste che conduceva la mente oltre i limiti della razionalità.

Alla semplice osservazione seguì la capacità di fare delle previsioni relative ai fenomeni che sembravano ripetersi con una matematica regolarità. I Greci, maestri di tutte le Arti giunsero a prevedere le eclissi di Sole, la precessione degli equinozi e a misurare con una notevole approsimazione il raggio terrestre.

Oggi, adiuvati da una tecnologia straordinariamente avanzata possiamo conoscere i dettagli di fenomeni astrofisici che sono oggetto d'indagine di scienziati che si occupano sia dell'infinitamente grande che dell'infinitamente piccolo.

Il paradosso di questa affermazione ha quasi il sapore dell'ossimoro, ma in realtà solo la sinergia culturale creata da Astrofisici e Fisici delle Particelle, ha condotto a nuove straordinarie scoperte che spiegano reciprocamente i fenomeni osservati da punti di vista tanto distanti.

A titolo d'esempio, il Bosone di Higgs, teorizzato nel 1964 e rilevato nel 2013 da Peter Higgs e Francois Englert, è stato osservato grazie all'LHC (Large Hadron Collider del Cern, da scienziati che si occupano della Fisica delle Particelle subnucleari.

Tale scoperta ha avuto un ruolo fondamentale nella descrizione di quello che avvenne un secondo dopo l'inizio del Big Bang. Secondo gli Astrofisici, il Bosone di Higgs potrebbe aver salvato l'Universo da un collasso gravitazionale che non avrebbe mai dato all'Universo stesso la forma e le dimensioni che conosciamo. 

Come afferma Guido Tonelli nel suo “Il TEMPO – Il sogno di uccidere Chronos” , Betelgeuse, una luminosissima stella della Costellazione di Orione, sta esaurendo il proprio combustibile nucleare e il collasso finale si avvicina.

Betelgeuse dista dalla Terra 600 anni luce, quindi quella che noi vediamo risplendere nel Cielo è solo l’immagine della stella, ovvero la sua luce partita 600 anni fa. Dal momento che nessuno conosce con esattezza l'istante che determinerà la fine di quell'astro, potremo solo fare delle ipotesi.

Betelgeuse sta manifestando dei sintomi di agonia, si è ridotta di volume e di luminosità e questo indica, come vedremo, che la stella sta esaurendo il proprio combustibile e potrebbe collassare domani o tra qualche migliaio di anni. Le stelle presentano delle dimensioni che sono il frutto di due forze contrapposte: la Forza di Espansione, dovuta alle reazioni nucleari che si realizzano al suo interno e che ne aumentano il volume e la luminosità, e la Forza di Gravità che tende ad aggregare e a far collassare tutto ciò che viene emesso dalla stella. Quando termina il “carburante” della stella (l'Idrogeno che si trasforma in Elio), questa imploderà verso il centro, riducendo volume e luminosità.

In seguito al collasso dovuto alla Forza di Gravità, le stelle che hanno una massa superiore a 9 volte quella del Sole, e Betelgeuse è circa 20 volte più pesante della nostra stella, la temperatura dovuta all’implosione salirà a 100 miliardi di gradi e l’esplosione che ne seguirà determinerà l'espulsione della maggior parte del materiale della stella ad una velocità che potrà raggiungere i 30.000 Km/sec, un decimo della velocità della luce, producendo un’onda d’urto che si diffonderà nel mezzo interstellare.

Secondo gli Astrofisici, quando avverrà questo straordinario fenomeno celeste, noi potremmo scorgere nel Cielo una nuova stella,visibile anche di giorno e più luminosa della Luna piena.

Dal momento che noi osserviamo la luce della stella come si presentava 600 anni fa, non possiamo assolutamente escludere che l'astro sia già esploso da tempo.

A parte la questione che riguarda il “quando” avverrà l’esplosione, questione assolutamente imprevedibile, mi vorrei soffermare sul “come” avverrà, ovvero sulla descrizione molto precisa che Astrofisici e Fisici delle particelle propongono per descrivere i dettagli di un evento epocale.

Sempre secondo le parole del Prof. Tonelli: "per molte settimane non calerà il buio della notte, poi il nuovo astro ridurrà lentamente la sua intensità ma continuerà a rimanere visibile per qualche secolo. Nel momento culminante della crisi, gli strati più esterni dell’enorme stella verranno espulsi tutt’intorno a grande velocità, mentre il suo cuore più interno e profondo, sbriciolato e compresso dal collasso gravitazionale, si compatterà a formare un oggetto oscuro, di poche decine di chilometri di raggio."

Vorrei aggiungere, a titolo personale, che non dobbiamo dare per scontato che questo fenomeno potrà essere osservato da qualche essere umano, la Natura evolve e si modifica indipendentemente dalla presenza dell’Uomo. Sappiamo anche che tra 5 miliardi di anni (giorno più, giorno meno) il nostro amato Sole terminerà il proprio carburante ed entrerà in una fase di forte instabilità che prende il nome di Gigante Rossa. Quello che seguirà sarà un collasso dovuto alla scomparsa della pressione di radiazione delle reazioni nucleari. Il collasso provocherà un conseguente aumento della temperatura che causerà la fusione dell’Idrogeno e la conseguente espansione della stella oltre l’orbita di Mercurio.

Non entreremo, per ora nei dettagli tecnici di ciò che succederà tra 5 miliardi di anni, abbiamo tempo per farlo, ma ci limiteremo ad immaginare cosa significherà poter osservare una nuova luce nel Cielo, più luminosa di quella di una Luna piena.

Se poi i fortunati osservatori saranno uomini muniti di telescopi super tecnologici oppure esseri viventi a 12 zampe, forniti di un numero imprecisato di occhi, non è dato saperlo… ci limiteremo a immaginare che chiunque osserverà il fenomeno, sarà sicuramente colto da stupore o forse da terrificante paura.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/12/2021