L'allevamento dei cinghiali allo stato brado a spese dei coltivatori

Un grande business economico a vantaggio di pochi e a danno di tutti. Ora anche la Coldiretti certifica il fallimento delle politiche regionali piemontesi

Il Tavolo Animali & Ambiente,  costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIDA, LIPU, OIPA, PRO Natura e SOS Gaia, nel giugno 2020 aveva organizzato un convegno nazionale con ricercatori proveniente da diverse parti d’Italia al fine di affrontare in termini scientifici e propositivi il problema della invasiva presenza dei cinghiali dal titolo:  “CINGHIALE E’ ORA DI CAMBIARE” - La parola alla scienza. Strategie diverse per una convivenza pacifica con la fauna selvatica.

 

Le proposte emerse dal convegno sono state ignorate dalla Regione Piemonte che ha continuato con le politiche filovenatorie di sempre i cui risultati fallimentari sono sotto gli occhi di tutti. 

 

Braccate e girate con l’utilizzo dei cani determinano la disgregazione dei gruppi sociali di questo suino, la dispersione dei capi, la perdita della sincronizzazione dell’estro delle femmine, la costituzione di nuovi branchi a spese dei campi coltivati, l’aumento degli incidenti stradali, il danno alle altre specie selvatiche, la “militarizzazione” del territorio ad opera delle squadre dei cinghialai, l’aumento del pericolo anche per gli esseri umani.  Anche l’ISPRA, massimo organo consultivo di Stato e Regioni, sconsiglia vivamente questi interventi che riteniamo utili solo per gli interessi dei cacciatori e per fare aumentare il numero dei cinghiali.

Pur di continuare nelle logiche di sempre e fare proseguire le braccate anche nel mese di gennaio la Giunta Regionale ora ha inventato “la braccata di selezione con tre cani” che costituisce una contraddizione in termini. La caccia di selezione dovrebbe svolgersi da appostamento, senza cani per non disperdere il gruppo sociale del cinghiale, e prevedere l’assegnazione di un ben determinato capo al cacciatore. Persino gli esponenti più illuminati del mondo venatorio hanno criticato questa infondata invenzione della Giunta Regionale.

 

La Coldiretti regionale con un comunicato del Presidente Regionale Roberto Moncalvo e di Bruno Rivarossa denuncia pubblicamente il fallimento delle politiche regionali dove emerge che sia nella stagione 2019/2020 e sia nella stagione 2020/2021 le braccate abbiano prodotto l’80% degli oltre 20.000 capi abbattuti con la produzione “di oltre 700 mila kg di carne di cinghiale che va a finire sulle tavole e sul mercato senza, nella stragrande maggioranza dei casi, nessun tipo di controllo con problemi di ordine sanitario e fiscale.”

 

Il Tavolo Animali & Ambiente condivide la necessità di precisi controlli sanitari e fiscali, e chiede una inversione di rotta alla Regione aggiungendo: “Con queste politiche regionali il prossimo anno il numero dei cinghiali presenti sul territorio regionale sarà sicuramente maggiore per la soddisfazione dei cacciatori e la disperazione dei coltivatori.”

 

Per il Tavolo Animali & Ambiente

Piero Belletti

Pro Natura Piemonte

 

 

Civico 20 News ospita il comunicato che ci viene inviato da Rosalba Nattero, Presidente SOS Gaia, per il Tavolo Animali & Ambiente (info@animaliambiente.it), che ringrazia per la collaborazione, relativo all’evento «L’allevamento dei cinghiali allo stato brado a spese dei coltivatori».

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Articolo pubblicato il 10/12/2021