Nati per la sicurezza sono spesso nuove, azzardate barriere architettoniche e per la viabilità. Direttive dai Ministeri della Salute e dei Trasporti
A ogni cambio di amministrazioni, aumentano rotonde e dossi, questi ultimi sovente fuori norma e pericolosi. Qui si intende fare chiarezza tra diritti e pregiudizi, citando leggi e particolari poco noti, poiché nessuno è certo di evitare esperienze personali e capire, tra gemiti e maledizioni, che quel dosso è criminale.
Doverosa premessa
Da 35 anni mi sposto su un furgone per trasporto disabili e conosco bene il disagio che provocano gli asfalti dissestati e certi dossi. Già testimonial sulla sicurezza stradale nella provincia di Cuneo e consulente sulle barriere architettoniche del Comune di Chieri, dopo anni di consulenze sono arrivato a una conclusione: sono pochi gli amministratori in cui l’intelligenza supera l’ambizione e una dannosa presunzione.
Se è innegabile che in certe zone contenere la velocità di chi guida è doveroso, altrettanto vero è che altri sistemi di controllo della velocità non mancano. Le risposte razionali ci sono, scegliere quelle più economiche è un controsenso. La sicurezza non ha prezzo.
Dossi & "paradossi". La voce degli utenti della strada
In un articolo di maggio 2013 la rivista Quattroruote riporta: “il ministero della Salute ne condanna l’abuso”, ufficializzando le tante segnalazioni del personale medico del 118: “I dossi fanno perdere minuti preziosi e sono nocivi ai trasportati traumatizzati sottoposti ad atroci sobbalzi.… Sempre sullo stesso articolo: “anche a bassa velocità trasmettono sollecitazioni eccessive, inducono a brusche frenate e accelerazioni, e infine, ostacolano tutti i mezzi, compreso quelli di soccorso e di pronto intervento”.
Dichiarazione in linea con quella già espressa nel 2011 dal ministero dei Trasporti, secondo cui i dossi non possono essere realizzati su strade principali o percorsi utilizzati da mezzi pubblici e di pronto intervento.
Da AreaConsumatori, un forte richiamo alla eliminazione dei dossi illegali e la richiesta di una normativa che ne limiti l’uso smodato nei centri abitati dove spesso sono troppi e inutilmente ravvicinati, talvolta poco visibili, soprattutto se realizzati in asfalto con sopra strisce zebrate scolorite dal tempo, invitando ad analizzare tipologie di rallentamento senza sobbalzi, adottate in altri paesi più “virtuosi”.
Da più fonti poi: lamentele di donne in gravidanza, di passeggeri reduci da interventi chirurgici, di disabili trasportati, di anziani afflitti da dolori ossei, muscolari e tendinei… Una variegata fetta di popolazione che non viene interpellata e che, come me, soffre in silenzio. Provare per credere, può capitare prima o poi, la salute non è eterna.
Morte al motociclista in un giorno di pioggia…
Chiunque legga le testimonianze dirette di ciclisti e motociclisti sui portali Web dedicati agli utenti delle due ruote, rimarrà sconcertato dal numero di morti e ferimenti tra motociclisti e ciclisti traditi da dossi fuori norma, spesso poco visibili non segnalati secondo normativa, o troppo ripidi. Ancor di più in caso di pioggia (come se non bastassero buche e asfalti sconnessi).
La rivista DueRuote in un numero del 2020 riporta: “Nati per rallentare i veicoli, i dossi artificiali, usati in modo sommario dalle amministrazioni comunali diventano una pericolosa arma rivolta agli utenti più esposti”. Dati Istat: rischio di mortalità per motociclisti 1,96%, per i ciclisti 2,18%.
La rivista AutoMoto nel 2015 rammenta che i dossi servono a limitare la velocità nei pressi di zone critiche: “asili, scuole, ospedali, ecc. Invece sono sempre più delle rampe di lancio installate senza criterio, che recano danni alla vettura e in particolari casi diventano trappole per chi viaggia su due ruote.
Il periodico Oltrepò di ottobre 2020 riporta la rimozione di tre dossi a Voghera e di altri prossimamente nell’Oltrepò. Queste e tante altre voci.
Nondimeno, qualsiasi cittadino può richiedere l'inserimento di dossi in un tratto stradale, tramite RR spedita agli enti preposti. L’ultima decisione poi, sta alla maturità di chi amministra la “res publica”.
Cosa prevede la legislazione.
Il regolamento di Attuazione dei Rallentatori di Velocità secondo gli art. 179-180 del Codice della Strada è consultabile in:
http://www.patente.it/normativa/articolo-179-regolamento?idc=683
Dunque, i dossi posati su strade con limite di velocità devono avere misure differenti a seconda del limite massimo della stessa:
- per limiti pari o inferiori a 50 km/h, larghezza non inferiore a 60 cm, altezza non superiore a 3 cm;
- per limiti pari o inferiori a 40 kilometri orari larghezza non inferiore a 90 cm e altezza non superiore ai 5 cm;
- per limiti pari o inferiori a 30 km/h larghezza non inferiore a 120 cm e altezza non superiore ai 7 cm;
Gli attraversamenti pedonali rialzati, invece possono avere un’altezza della piattaforma attorno ai 10 cm. Anche se in Europa, dove il traffico è sensibile, il limite consigliato è di 7,5 cm, soprattutto se transitano autobus e mezzi pesanti.
Dunque, c’è molta differenza tra dossi artificiali e attraversamenti pedonali rialzati, entrambi richiesti con superficie antisdrucciolevole.
Al Ministero dei Lavori Pubblici hanno valutato le insidie.
La circolare 3698/2001 sui Piani Di Sicurezza Della Circolazione Stradale, Allegato 2:
https://mit.gov.it/normativa/circolare-numero-3698-del-08062001
ha fornito i dati per aree stradali rialzate con passaggi pedonali, dove il rialzo del raccordo deve avere un’inclinazione non oltre il 10% e la lunghezza del rialzo deve superare quella dei normali veicoli (10-12 m) altrimenti vengono classificati come dossi, ma consultando il documento, nelle pagine 43 e 44 di 75, vi sono consapevoli e intelligenti raccomandazioni su un sapiente e moderato impiego dei dossi di rallentamento, lettura che dovrebbe far riflettere molti, frettolosi geometri dei comuni.
Da qui, l’origine di molti abusi, così segnalato su una rivista giuridica dall’avvocato Giuseppe Simeone: “la maggior parte dei dissuasori, ai sensi di legge non sono classificati come dossi artificiali, ma come attraversamenti pedonali. Quindi, ogni amministrazione può decidere in modo arbitrario e talvolta in modo abnorme, generando nel posto sbagliato un pericoloso ostacolo non sempre a norma di legge”.
La legge regolamenta i luoghi di installazione, prevedendo sanzioni per i comuni disattenti. Il ministero dei Trasporti indica che i dossi devono essere sempre segnalati e ben visibili, e non possono essere installati ovunque, ma in zone residenziali, parchi pubblici e privati, nei residence, o nei pressi di plessi scolastici od ospedalieri. La loro adozione è vietata sugli itinerari preferenziali dei veicoli di pronto soccorso e di pronto intervento, proprio perché devono correre, e altrettanto su arterie di grande scorrimento e viali principali (immaginatevi traumatizzati dentro un’ambulanza…)
Questo è un punto focale molte volte ignorato dalle maestranze comunali oppure aggirato da un attraversamento pedonale rialzato, come fosse una trovata. Invece è uno stupido sbaglio, come più volte segnalato fin qui, è causa di pericolo, di guasti e plurimi disagi fisici, più che di benefici, oltre a sballottare il contenuto di furgoni e camion, che anche a bassa andatura aumentano le emissioni sonore del traffico (limiti imposti dal DPCM 10 marzo 1991) .
Nel caso di danni alle vetture (coppa dell’olio, ammortizzatori o cerchi), o danni fisici dovuti a caduta per cunetta non a norma, il cittadino può chiedere il risarcimento (purtroppo si contano anche alcune cause civili-penali causa decesso).
Dunque, chiunque abbia a cuore una ragionevole gestione delle nostre strade, è invitato a controllare quei dossi ritenuti fuori norma prodotti dal Piano Urbano del Traffico ed eventualmente segnalarli al comitato regionale di controllo sugli atti dei comuni e delle province.
Proposte alternative.
Telecamere e autovelox godono di una cattiva reputazione, sovente usati come trappole poco visibili a scopo bancomat dei comuni a discapito degli automobilisti. Invece, se debitamente segnalati con un’eventuale dicitura molto visibile ed esplicativa, che inviti a rientrare nei limiti di velocità, ed evitare ogni sanzione, potrebbero diventare strumenti di metodo e non di repressione, sostituendo barbarici, frettolosi dossi, anacronistici con il concetto di sicurezza e di scorrimento del traffico” che stanno proliferando, autorizzando a sospettare, come troppo spesso accade, sorgano per economico interesse di qualcuno.
Restringimenti della carreggiata e altri interventi differenti dai dossi, sono altrettanto contemplati dal Ministero dei Trasporti, nel quale operano persone intelligenti.
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Articolo pubblicato il 11/12/2021