I Carabinieri visti da Etrusco

Dai racconti del Colonnello Michelangelo Zazzeroni (1931)

Alcuni giorni or sono abbiamo ricordato un curioso volumetto, pubblicato ad Alessandria nel 1931, scritto dal Tenente Colonnello dei Carabinieri Michelangelo Zazzeroni, con lo pseudonimo di Etrusco, dal titolo

Nulla di nuovo (Per uso interno dell’Arma)”, che propone divertenti bozzetti che hanno come protagonisti militari e sottufficiali dei Carabinieri. Sempre da questo libro, proponiamo ai Lettori di Civico20News questo garbato racconto che ha come protagonista il Carabiniere piemontese Civera. Buona lettura! (m.j.).

 

Il telegramma urgente

 

Civera, un piemontese sano e forte, un po' cocciuto e tenace, doveva fare ancora qualche mese di buona condotta per aspirare alla concessione della licenza.

Non sognava altro e filava perciò diritto come sulla lama di una sciabola.

Quel giorno, comandato di posta, si recò a recapitare all'ufficio del paese un telegramma in partenza della Compagnia.

Presentò il modulo, ritirò la sua brava ricevuta e stava per tornarsene quando la signorina addetta all'ufficio lo pregò di attendere un momento ché gli avrebbe consegnato un tele gramma urgente, già in trasmissione, diretto al Comando della Compagnia.

Civera acconsenti di buon grado ed accennò ridendo che quello doveva essere il telegramma per la sua... licenza.

Prese poi il giallo messaggio, lo piegò in due e lo ripose nella tasca destra dell'abito, dopo avere apposto sulla ricevutina la sua firma cubitale seguita da un Cp. attaccati.

Tornò in caserma che era l'ora dell'ordinario e tutto soddisfatto e contento entrò nella camera di riunione dimenticandosi completamente di quanto aveva in tasca.

***

Era un telegramma col quale il Comando della Legione chiedeva d'urgenza la trasmissione di taluni documenti.

Passarono un giorno, due, tre, quattro, finché il quinto, pure telegraficamente, la Legione chiese conto della mancata trasmissione.

L'ufficio della Compagnia fu tutto sottosopra nelle inutili ricerche del telegramma; e protocolli e pratiche e pendenze, tutto, tutto fu rovistato e messo in scompiglio ed a soqquadro.

Il signor Capitano sbuffava e dava la colpa al poco ordine dei suoi scrivani; ma dové da ultimo convincersi che il telegramma non era giunto e rispondere perciò in tal senso al Comando superiore, il quale, sicuro della trasmissione, ordinò di farne ricerca all'ufficio telegrafico d'arrivo.

Vi andò il Capitano in persona e gli fu agevole avere in visione e ritirare provvisoriamente la ricevutina firmata: Civera Cp.

Questi stava per uscire di servizio alla ferrovia quando fu chiamato dal piantone. Prese il cappello, infilò le scale e gridando: licenza, licenza, volò a piantarsi sull'attenti davanti all'Ufficiale.

Dalla faccia aperta e serena trapelava chiaramente che egli era disposto a ricevere delle buone novelle e non dei rabbuffi.

Il Capitano lo guardò, capì e disse nulla. Si limitò semplicemente ad esibirgli la ricevuta del telegramma.

Civera la scrutò, ebbe un momento di pensosa e penosa esitazione, pronunciò un «Cristu» quasi a labbra serrate, ed infilò la mano destra inguantata nella tasca dell'abito.

Fruga e rifruga, accompagnando i movimenti con torsioni del corpo, riuscì a tirare fuori di fra le catenelle, il pacchetto di medicazione, il fazzoletto e taluni residui di scorze di castagne, il giallo telegramma ancor chiuso ma spiegazzato e consunto come si può immaginare.

***

5 giorni di prigione e la sospirata licenza da guardarsi ancora per del tempo col... binocolo!

Che «ciula!», ripeteva di poi a se stesso quando gli veniva in mente la cosa.

 

Etrusco (Ten. Colonn. Zazzeroni Michelangelo)

Nulla Di Nuovo (Per Uso Interno Dell’ Arma) II Edizione

Alessandria - Lino-Tipografia Giuseppe Colombani & C. - 1931 – X

 

Fonte delle foto: Pixabay.

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Articolo pubblicato il 26/12/2021