Un fatto sconcertante.

Accaduto un giorno mentre nevicava.

È proprio vero che niente succede a caso; alcune volte non si riesce nemmeno a credere come le cose possano compiersi contro ogni aspettativa attraverso elementi concomitanti impossibili da prevedere.

Poi quando l’episodio ti viene raccontato stenti a credere a ciò che ti viene riferito, ma quando invece succede proprio a te, beh, qualche domanda ti sorge spontanea. Ma veniamo ai fatti accaduti oltre venti anni fa, ma ancora chiari nella mia mente come fosse ieri.

 

Per quel giorno era stato programmato, presso un’azienda, un appuntamento per una mia consulenza relativa alla progettazione di un componente in materiale plastico di un’automobile. All’appuntamento, stabilito per le ore 10, dovevano convenire altre cinque persone provenienti da varie parti del nord Italia, ognuno dei quali per una ragione tecnica diversa.

 

Senonché quel giorno, oltre ad essere già in ritardo a causa del mio dilungarmi in preparativi per l’evento, aveva cominciato a nevicare da alcune ore e sulla strada c’erano già circa quindici centimetri di neve.

 

Mi misi in viaggio comunque, non senza una certa tensione, poiché ormai era chiaro che non sarei arrivato puntuale all’incontro.

 

Preso da questa situazione e forte del fatto che per la strada non ci fosse nessuno, superai i limiti di sicurezza suggeriti dal contesto.

 

Ad un certo punto notai, davanti a me, un’auto che proseguiva a bassa velocità e decisi di superarla, accelerando ulteriormente. Fu così che mentre la stavo superando, la mia auto cominciò a sbandare e ne persi il controllo andando prima a toccare il gardrail centrale e poi a strisciare la fiancata dell’auto che stavo superando. Mi fermai più avanti, scesi dall’auto, poco danneggiata, e mi diressi verso l’altra auto coinvolta che, a sua volta, dopo aver strisciato contro il gardrail del bordo strada, si era fermata poco distante.

 

Mi attendevo una reazione violenta del suo occupante, che ne avrebbe avuto tutte le ragioni, ma ciò che accadde mi lasciò sconcertato. Mentre mi stavo avvicinando alla sua auto, molto più danneggiata della mia, egli scese e mi venne incontro porgendomi la mano con un sorriso. Mentre cercavo di scusarmi con lui nel migliore dei modi possibili, visto l’accaduto, mi pregò gentilmente di salire in auto per espletare, al caldo, le formalità del caso. Cosa che avvenne in un tempo brevissimo.

 

Fu a quel punto che con un certo imbarazzo mi ringraziò per l’accaduto ed io fui colto di sorpresa non riuscendo a comprenderne il senso, che egli proseguendo mi rivelò con queste parole:

 

“Non so proprio come fare per spiegarle perché la devo ringraziare. Lei mi ha coinvolto nell’incidente mentre io stavo pensando in quale modo giustificare il fatto di non voler essere presente ad un incontro al quale ero stato invitato e che non potevo rifiutare senza una ragione concreta. A tale incontro mi ero rassegnato a partecipare ed ero in viaggio verso tale meta, quando lei mi ha fornito il motivo perfetto. Ed ora, se permette, prima faccio una telefonata per informare i partecipanti all’incontro della ragione per cui non potrò essere presente, e poi concludiamo la pratica”.

 

Dopo la telefonata, e nonostante ormai fossi in un ritardo clamoroso, restammo a parlare della capacità del destino di provvedere sempre per il meglio, anche se attraverso strane modalità come quella appena verificatasi.

 

Ci lasciammo salutandoci cordialmente come se al posto di essere stati coinvolti in un incidente ci fossimo trovati nel salotto di casa a conversare come amici da sempre conosciuti.   

 

Ripresi il percorso e giunsi alla meta con circa un’ora e mezza di ritardo. E lì mi accorsi di essere il primo ad essere arrivato per l’incontro. Gli altri, che evidentemente avevano dovuto fare i conti con le stesse condizioni metereologiche avverse e provenivano da una distanza ancora maggiore di quella che avevo dovuto percorrere io, arrivarono alla spicciolata nella successiva mezz’ora.

 

L’incontro si tenne positivamente per tutti, nonostante le premesse non lo avessero dato per scontato, ma mentre di ciò che accadde durante quella riunione non mi ricordo niente, mi ricordo ancora nitidamente questo episodio di “sincronicità” del destino tra due persone che non si conoscevano e che si trovarono nel bel mezzo del nulla per renderlo palese.

 

Non si finisce mai di imparare e alcune volte le lezioni lasciano senza parole e un gran caldo nel cuore.

 

grafica e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 20/12/2021