Ventiduesima Mostra di Presepi, a Torino

Nella cripta della Basilica di Maria Ausiliatrice, fino al 6 gennaio 2022

Il presepe in Piemonte vive una situazione particolare: nella nostra regione non vanta una storica scuola di presepisti – come a Napoli o in Puglia, in Sicilia, in Toscana ed anche in altre regioni. Ciò non toglie che esistano bravi artigiani, ed anche molti appassionati, produttori di ottime statuine nei materiali più vari; inoltre, l’allestimento del presepe è da molto tempo una pratica diffusa, sia nei luoghi di culto che nelle famiglie.

In molti Comuni è in sensibile ripresa il filone dei presepi viventi, in cui i personaggi sono rappresentati dagli abitanti del luogo.

Un discorso a parte meritano le antiche rappresentazioni della Natività nelle cappelle dei Sacri Monti piemontesi.

Nella cripta della Basilica di Maria Ausiliatrice, con ingresso a sinistra della chiesa, fino al 6 gennaio 2022 torna la consolidata Mostra dei Presepi.

L'ingresso è libero, previa esibizione del green pass, nei giorni feriali dalle 15 alle 18.30; il sabato e i festivi dalle 9 alle 13.30 e dalle 15 alle 19.30.

Si può prenotare la visita tramite la mail accoglienza@valdocco.it.

Quest'anno lo sforzo organizzativo è arrivato a creare una versione on line della mostra, adatto ai tempi della pandemia, nella quale si possono vedere tutti i presepi comodamente da casa propria.

Entrare nei locali e osservare l'infilata di presepi esposti, di ogni dimensione ed ispirazione è una immersione totale nel clima natalizio; non soltanto, il clima che si crea all'interno è un misto di sospensione e sorpresa, grazie alla inimitabile fantasia dei creatori di tanti piccoli e grandi capolavori di fede.

Storia e presente, tradizione e innovazione trovano posto, sia per l'ambientazione che per l'uso dei materiali di base.

Si potrebbe dire che i classici presepi realizzati con le statuine, in Piemonte siano di due tipi:  i presepi palestinesi – in cui i personaggi e la caratterizzazione cercano di rappresentare gli abitanti, il loro abbigliamento, le case, gli animali e gli ambienti tipici della Palestina dei tempi di Gesù – e i presepi popolari, dove i personaggi (esclusi quelli della Natività) sono popolani che vestono secondo le usanze di un luogo o di un certo periodo storico, nei quali la rappresentazione dei mestieri è decisamente più ampia rispetto a quelli palestinesi.

Un tempo i presepi venivano allestiti in modi vicini al sentire e alla cultura delle persone, costruiti anche per dar vita ad un viaggio misterico attraverso personaggi e oggetti dal marcato significato simbolico (oggi si è purtroppo perduta questa dimensione allegorica).

Sin quasi alla metà del Novecento, nella maggior parte dei presepi piemontesi era presente la statuina “piemontese” per eccellenza, cioè Gelindo, personaggio tratto dall’omonima opera teatrale che veniva ancora rappresentata in molte località, addirittura nelle stalle da contadini che diventavano attori involontari.

Gelindo è un contadino benestante, ma era definito “pastore” perché in passato in Piemonte tutti i personaggi del presepe (esclusi quelli della Natività e dell’Epifania) venivano chiamati pastori.

Al fianco di Gelindo potevano comparire le statuine del servo Maffeo, nonché quelle della moglie Alinda e della figlia Aurelia.

Gelindo era collocato vicino alla sua casa (in primo piano nel presepe), oppure tra i pastori in cammino verso la capanna della Natività.

Il suo abbigliamento e la sua stessa figura non erano codificati, per cui esistevano diverse sue interpretazioni.

Peraltro, in statuine di fine Ottocento e inizio Novecento, ed anche in varie stampe dell’epoca, il personaggio di Gelindo compare vestito con una lunga giacca di panno verde, calzoni marrone chiusi sotto il ginocchio, calzettoni di lana, cappello a tese larghe alzato in segno di saluto. In spalla porta una cesta con ricotta e mascarpone che venderà al mercato, poiché i regali per Gesù Bambino li portano Maffeo, Alinda e Aurelia (quasi equiparati ai Re Magi dalla fantasia popolare).

Gelindo è raffigurato con la testa rivolta all’indietro a testimonianza della sua preoccupazione nel lasciare la casa e i suoi averi, da buon piemontese non avvezzo ai viaggi o all'avventura.

Gelindo ha avuto uno strano destino: da statuina più rappresentativa del presepe piemontese, è diventata sempre più rara sino a scomparire già nella seconda metà del Novecento (stessa sorte hanno subito le statuine di Alinda, Aurelia e Maffeo).

La mostra dei presepi 2021/2022 presenta cinque novità rispetto alle precedenti esposizioni:

il presepe in pietra di Michele Rapollo, esposto a piazza San Pietro nel 2015;

il presepe palestinese di Rino Amato;

la composizione “Oggi è nato un Bimbo”, realizzata da Antonella A. all'interno di un tronco;

il presepe realizzato con polistirene, polvere stucco e colori acrilici, da Renzo Bailo;

il presepio UGAF (Associazione Seniores Aziende Fiat).

I presepi a Maria Ausiliatrice, oltre a rappresentare una storica tradizione rinnovatasi negli anni, nella casa di don Bosco, sono un omaggio al Natale, per grandi e piccini.

@Ezio Marinoni

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Articolo pubblicato il 03/01/2022