Iveco debutta in Borsa dopo spin off Chh Industrial. E’ flop

Il titolo apre a 11,26 euro e chiude a 10,11 (flessione del 10,23%)

Ieri mattina, su Euronext Milan, sono iniziate le negoziazioni delle azioni di Iveco Group, il nuovo gruppo nato dalla scissione delle attività Commercial & Specialty Vehicles (Veicoli Commerciali e Speciali), Powertrain e dei relativi Servizi Finanziari di Cnh Industrial.

 

“Il nostro primo giorno di quotazione segna una storica pietra miliare in quanto diventiamo una società completamente indipendente. Abbiamo tutti i requisiti necessari per ottenere un successo di lungo periodo, a partire da basi solide, una squadra motivata e una strategia chiara.

 

Questi elementi ci consentiranno di muoverci rapidamente, innovare e stringere partnership per sviluppare le migliori soluzioni nell'attuale contesto in rapida evoluzione", ha detto il ceo Gerrit Marx che ha suonato la tradizionale campanella all'apertura a Milano in occasione della prima giornata di quotazione di Iveco Group.

 

Iveco Group ha più di 170 anni di storia nel settore grazie ai suoi brand, dai veicoli commerciali agli autobus, dai mezzi antincendio e per la protezione civile alle soluzioni powertrain per on-road e off-road, la nautica e la generazione di energia.

 

Dopo un quarto d’ora in cui non sono riuscite a fare prezzo, le azioni di Iveco Group debuttano in Borsa con un prezzo di 11,21 euro ciascuna, per un calo dello 0,3% rispetto al valore teorico ante scissione, per chiudere in serata a 10,11 euro.

 

In rialzo anche il titolo di Cnh dopo lo spinoff della società, con un guadagno del 2,4% a 15,40 euro. La  scissione formale di Iveco da Cnh Industrial – Gruppo controllato da Exor, holding della famiglia Agnelli-Elkann – è efficace a partire da ieri, dopo la sottoscrizione dell’atto di scissione del 31 dicembre.

 

La decisione di puntare su Powertrain, mezzi commerciali e speciali e bus risale a settembre 2019, in occasione della presentazione del piano industriale. Una strategia passata attraverso l’interesse dei cinesi di Faw a rilevare Iveco e approdata alla decisione sullo spin-off, votata dall’assemblea dei soci Cnh Industrial prima di Natale, il 23 dicembre scorso.

 

Gli azionisti di Cnh Industrial riceveranno un’azione della società scorporata ogni cinque azioni Cnh possedute.

 

Il peso dell’azionista di riferimento, Exor, è mantenuto al 27% delle quote in Iveco Group, esattamente come per Cnh Industrial. La scommessa è che gli investitori apprezzino in Borsa una maggiore omogeneità tra business, principio guida per la decisione di procedere con lo spin off che – ricorda Il Sole 24 Ore – comprende i veicoli commerciali Iveco, i marchi del segmento autobus, la partecipazione in Nikola, i veicoli Iveco Astra per il settore cave e miniere, i mezzi per il settore militare Iveco Defence e antincendio Magirus, fino al business del Powertrain di Fpt Industrial.

 

La sfida per Iveco Group è duplice: da un lato mantenere la leadership sul mercato delle alimentazioni a gas naturale, dall’altro chiudere il cerchio sulle motorizzazioni elettriche, a cominciare dal Daily fino al truck Nikola, e anticipare sull’idrogeno, alimentazione che guarda al futuro del trasporto a lungo raggio.

 

Iveco Group con sede Legale ad Amsterdam e centro direzionale a Torino, avrà a regime 35.500 addetti con stabilimenti e centri di ricerca in 36 Paesi.

 

Forte di una posizione strategica di leadership sul mercato, in Europa Iveco è il terzo produttore per veicoli superiori alle 3,5 tonnellate, in particolare per la linea Iveco Daily.

Le tappe dello sviluppo sono nero su bianco nel piano presentato il 18 novembre.

 

Nel 2023 la nuova generazione di Electric Daily con l’avvio della produzione in-house di assali e pacchi batteria, lo sviluppo di una gamma completa di autobus elettrici e l’implementazione di soluzioni mild hybrid su veicoli diesel e metano; nel 2024 lo sviluppo di una nuova gamma di truck full electric e fuel cell fino al 2030, con in prospettiva tecnologie di trasmissione alternative (elettriche/ibride) su tutti veicoli, con l’obiettivo di ridurre del 50% le emissioni di CO2.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 04/01/2022