Dalle montagne tirolesi al fondale del Mar Mediterraneo

La storia del marinaio Giovanni Henragher di Ronco Canavese (di Alberto Serena)

Nel 1860 Gajetano Hörhager con la moglie Maria Teresa Kroell ed i quattro figli emigrò da Finkenberg , un paesello di montagna posto a 839 metri s.l.m.,  nel distretto austriaco di Schwaz in Tirolo, verso il Piemonte,  lasciando i genitori Tomaso e Cecilia.

Raggiunse Valprato Soana, un paese dell’Alto Canavese e la prima cosa che gli capitò fu la trascrizione errata del suo cognome presso l’Ufficio comunale.

Da quel momento divenne Hoerhagen sia lui che i suoi figli, Davide (1838), Giuseppe (1840), Maria (1841) e Giovanni (1857) ed iniziò l’attività di albergatore a Pianetto una borgata di Valprato.

Stessa sorte toccò ai figli quando si sposarono, perché il loro cognome venne ancora modificato in Henragher

Davide continuò l’attività del padre e si sposò il 30.4.1864 con Maria Caterina Valerio (1829 + 1894); Giuseppe si sposò il 28.7.1863 con Anna Maria Vezzetti (1840 + 1889); Maria (1841) si sposò il 16.11.1861 con Giachetto Battista (1836).

Infine, Giovanni (1857), vetraio, rimasto vedovo di Riva Cambrin Caterina si risposò con Nicola Maria Elisabetta Macocco (1866) da cui nacquero Giovanni Gaetano (1893 + 1894), Giovanni Martino (1895), Alberto (1899 + 1918).

Giovanni Martino si sposò a Ronco il 29.7.1920 con Canavesio Maria Candida Maddalena (Ronco 28.1.1900), figlia di Giovan Antonio e dal loro matrimonio nacque Giovanni (9.4.1921 + 29.7.1943).

Qualche anno dopo si trasferirono a Varallo Sesia e Giovanni divenne un abile elettricista e con tale qualifica fu arruolato in marina, specificamente come sommergibilista.

Negli anni si meritò alcune decorazioni al valore, la promozione a sottocapo, le insegne del Distintivo d’onore dei sommergibilisti.  

Nel 1943 era imbarcato sul sommergibile posamine Pietro Micca, comandato dal tenente di vascello Paolo Scrobogna ed era reduce da ventiquattro missioni di guerra (4 offensivo-esplorative, 14 di trasporto, 2 di posa di mine, 4 di addestramento o trasferimento).

Il 24 luglio 1943 salpò da Taranto diretto a Napoli, ma quattro giorni dopo, di sera, fu colto da un’avaria al largo di Capo Spartivento Calabro e dovette invertire la rotta.

Avrebbe dovuto incontrarsi al largo di Santa Maria di Leuca con un’unità scorta, la Bormio; ma fu individuato dal sommergibile britannico HMS Trooper che, alle 6:05 del 29 luglio, gli lanciò una sventagliata di sei siluri uno dei quali centrò il Pietro Micca, provocandone il repentino affondamento a 3 miglia dal faro di Santa Maria di Leuca

Il comandante Scrobogna e 17 fra ufficiali, sottufficiali e marinai furono sbalzati in mare e tratti in salvo da barche di pescatori e dalla Bormio sopraggiunta poco dopo; con il Micca scomparvero due ufficiali, 62 fra sottufficiali e marinai e anche un operaio.

Vi erano imbarcati 72 uomini, solo 18 riuscirono a salvarsi, mentre tutti gli altri morirono all’interno del sommergibile affondato nel Mar Mediterraneo.

Tra loro c’era Giovanni Henragher, valsoanino dal nome austriaco, giunto sin li attraverso una storia di antiche generazioni approdate nel secolo XIX sulla povera montagna canavesana per arrivare fino ad un fondale del Mar Mediterraneo.

Il relitto del Pietro Micca fu individuato nel 1994 a tre miglia dalla costa, fra gli 80 e gli 85 metri di profondità, tomba di cinquantaquattro soldati italiani.

Nella Valsesia in suo ricordo è sorto il gruppo “Giovanni Henragher” dell’Associazione nazionale Marinai d’Italia ed in Valle Soana, nella zona dove abitarono i suoi antenati, nel Vallone d’Arlens tra il Colle della Buffa e la Cima d’Arlens esiste “Punta Henragher” a 2.554 metri.

Alberto Serena

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Articolo pubblicato il 09/01/2022