Covid. Obbligo vaccinale immediato?

Il Governo non ha ancora pubblicato il decreto. Si farfuglia su uno stringato comunicato di Palazzo Chigi e qualche dichiarazione estemporanea. Che Paese?

Quali sono le impressioni che hanno  potuto ricavare  coloro che nella serata di mercoledì cercavano di capire qualcosa nel dedalo di scadenze e di obblighi sovrapposti a quelli già in vigore, volti a penalizzar i renitenti al vaccino?

Una grande confusione. Poi si è saputo che il presidente Draghi, oltre a non convocare la rituale conferenza stampa si era negato ad ogni chiarimento.

Più tardi emergeva  davanti a Palazzo Chigi un infreddolito Roberto Speranza che si riferiva agli anatemi e non dava conferma di date e decorrenze del decreto. La ciliegina nel dramma era poi racchiusa in una dichiarazione da avanspettacolo resa dal ministro Brunetta che ci assicurava  che anche  grazie alle misure del governo “gli italiani brava gente” sarebbero stati  i primi in Europa.

Che bella consolazione  in un quadretto tragicomico!

Speravamo e lo abbiamo scritto, che nei prossimi giorni, gli uffici ministeriali avrebbero fatto chiarezza perché i conti di date e scadenze, ad un prima lettura, non tornavano.

Nel pomeriggio di ieri ci siamo resi conto che il decreto legge non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta  Ufficiale.

Le dichiarazioni rilasciate qua e là si aggrappano allo stringato comunicato di Palazzo Chigi.

Cerchiamo comunque di far luce su quanto ad oggi è ufficiosamente noto, ma la confusione e le contraddizioni proseguono.

Come ha cercato di fare chiarezza il governo sull’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per tutte le persone al di sopra dei 50 anni?

A parlare per conto dell’esecutivo guidato da Mario Draghi è Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, intervenuto su Rai Radio1 a Radio anch’io: “Con i provvedimenti approvati ieri dal Cdm abbiamo cercato ancora una volta di anticipare e gestire questa situazione così delicata. L’obbligo vaccinale per gli over 50 in realtà scatta quando il decreto viene pubblicato, quindi prima del 15 febbraio. Per noi l’obbligo vaccinale non è mai stato un tabù - ha sottolineato - è chiaro che valuteremo settimana per settimana l’andamento dell’epidemia. Ad oggi abbiamo previsto questa estensione che riguarda 2,5 milioni di cittadini, una platea molto importante, che rischia di più e quindi riteniamo che sia un provvedimento in grado di dare una risposta importante. Poi valuteremo nei prossimi giorni e settimane”.

Quindi parliamo di scommesse basate su quanti ultra cinquantenni abboccheranno e in rapporto agli indici dei ricoveri ospedalieri che potranno maturare.

Per tutti coloro (lavoratori e non) che non saranno in regola con l'obbligo vaccinale a partire dal primo febbraio 2022, è prevista una sanzione di 100 euro una tantum.

Cosa precisano gli anonimi dichiaratori di Palazzo Chigi?

La sanzione sarà irrogata dall'Agenzia delle entrate, attraverso l'incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.

L’obbligo di Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori (pubblici e privati) e i liberi professionisti di almeno 50 anni scatterà dal 15 febbraio 2022. Da quella data, gli stessi saranno tenuti a possedere ed esibire il Green Pass rafforzato all'accesso al luogo di lavoro, pertanto chi oggi non è ancora vaccinato dovrà effettuare la prima dose del vaccino entro il 31 gennaio per ottenere un Green Pass rafforzato valido a partire dal 15 febbraio.

Le anonime fonti di Palazzo Chigi chiariscono poi che la sanzione da 100 euro per gli over 50 che violino l'obbligo vaccinale partirà dal 1 febbraio 2022, mentre per i lavoratori pubblici e privati e i liberi professionisti non vaccinati, soggetti all'obbligo di possedere un Green Pass rafforzato dal 15 febbraio 2022, è prevista inoltre una sanzione da 600 a 1.500 euro nel caso di accesso ai luoghi di lavoro in violazione dell'obbligo.

Come già avviene per i lavoratori sprovvisti di Green Pass, anche i lavoratori ultra-cinquantenni che dal 15 febbraio 2022 saranno sprovvisti di Green Pass rafforzato al momento dell'accesso al luogo di lavoro saranno considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro ma senza diritto alla retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati.

Ma c’è dell’altro.

Per le persone che accedono senza Green Pass ai servizi e alle attività in cui è obbligatorio averlo, è prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro. La stessa sanzione si applica al soggetto tenuto a controllare il possesso del Green Pass se omette il controllo.

Lo spiegano sempre fonti di Palazzo Chigi ricordando che il nuovo decreto Covid dal 20 gennaio prevede l'obbligo di green pass almeno base dal 20 gennaio per l'accesso alle attività che offrono servizi alla persona e dal 1 febbraio (o altra data, nel caso sia previsto dal dpcm attuativo) per uffici pubblici poste, banche e attività commerciali (salvo quelle per esigenze essenziali).

L'obbligo di vaccino per gli over 50 sarà valido da subito, poiché le norme che lo prevedono entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione del decreto-legge nella Gazzetta Ufficiale, ed è attualmente previsto fino al 15 giugno 2022.

Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi, ricordando che è previsto che la vaccinazione possa essere omessa o differita in presenza di specifiche condizioni cliniche che rendano la vaccinazione stessa non indicata.

Tali condizioni, si precisa, dovranno essere attestate dal medico di medicina generale e poi valutate dall'azienda sanitaria territorialmente competente che, nel caso in cui concordi con la valutazione del medico di medicina generale, rilascerà una certificazione di esenzione alla vaccinazione anti SARS-CoV-2 nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia.

L'infezione da SARS-CoV-2 determina il differimento della vaccinazione fino alla prima data utile per la vaccinazione stessa, così come previsto dalle circolari del Ministero della salute.

Rimane nell’ombra il macigno del Consenso informato, C'è chi sostiene che chi si sottopone alla somministrazione del farmaco debba firmare dei moduli per il consenso informato differenti da quelli attuali. Chi viene vaccinato, infatti, finora ha sempre firmato dei fogli in cui non viene prevista la responsabilità dello Stato in caso di effetti collaterali, reazioni avverse gravi o danni permanenti. Secondo il presidente dell'associazione consumatori, Carlo Rienzi, "il consenso deve essere modificato con urgenza, pena una raffica di ricorsi in Tribunale contro lo Stato Italiano".

A sostenere la necessità di un chiarimento c'è Andrea Crisanti, microbiologo dell'università di Padova. "Siamo all'improvvisazione - dice - L'obbligo agli over 50 non si può imporre senza una revisione del consenso informato".

Per Crisanti "c'è anche un problema di carattere giuridico, perché lo si fa per impedire la malattia, ma non per limitare la trasmissione. Questo diventa un obbligo terapeutico, è una novità assoluta nella sanità pubblica".

La scelta del governo, osserva, "sembra solo frutto del panico. Tra l'altro lo si impone a tutti, anche a persone che magari non ne avrebbero bisogno. E' un'autentica follia".

Nel dibattito interviene anche il presidente della Federazione nazionale dell'ordine dei medici, Filippo Anelli: "Il medico spiega al cittadino quali possono essere le conseguenze positive e negative della vaccinazione, e firmando il consenso informato il cittadino dichiara di aver compreso quanto gli è stato spiegato. Se non lo firma - conclude Anelli -la somministrazione non può avvenire".

Quindi, per orientarci nel bailamme, se l’ultracinquantenne, morso dalla fame, accede all’inoculazione, ma non si fida di quel che legge o semplicemente non capisce il lessico da “magna Grecia” tipico dei nostri burocrati e si rifiuta di firmare, lo zelante addetto all’inoculazione, sospenderà il sacro rito della punturina.

Per colpa di chi? E le conseguenze su chi potranno ricadere?

C’è un giudice a Berlino?

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/01/2022