Tertium non datur

Dissonanza cognitiva in tempi pandemici.

Prendendo spunto dal pensiero aristotelico secondo il quale è impossibile trovare una alternativa a due posizioni contrapposte, propongo una riflessione su come sia facile, per il nostro cervello, entrare in dissonanza cognitiva.

Che cosa è dissonanza cognitiva? La descrizione più semplice è quella riportata nella favola della volpe e l’uva. La volpe vuole a tutti costi mangiare l’uva. Nonostante i suoi tentativi, la distanza è incolmabile, e questa risulta irraggiungibile. Allora la volpe dice a se stessa: “non importa. Tanto era acerba”.

La narrazione degli avvenimenti di questi quasi due anni pandemici segue un po’ questa idea. Nel suo raccontare ha portato alla creazione di due correnti contrapposte e inconciliabili tra loro. Questo tipo di ruminazione perenne porta a comportamenti o atteggiamenti percepiti come liberi ma idealmente “obbligati”.

È opportuno fare degli esempi. Per lo studioso Leon Festinger, (l’ideatore della teoria della dissonanza cognitiva) essere, e qui utilizzo le due etichette coniate dalla narrazione corrente, Vax o No Vax, viene determinato da due elementi: atteggiamento e comportamento.

Esempio 1.

Se si ha un atteggiamento di paura rispetto a un virus, o al proprio futuro, e il comportamento adottabile, per la narrazione profusa alla popolazione, si scopre essere del tutto insufficiente tanto da poter sfociare in conseguenze negative, la scelta di un comportamento, anche se indirettamente forzato, risulta essere libera. Leggasi la vaccinazione volontaria o la vaccinazione, per alcune fette della società, obbligatoria. Per cui qui convivono sia Vax convinti che No Vax di necessità. Questi ultimi, però, per la narrazione corrente non possono più essere considerati No Vax.

Esempio 2.

Quando cambiare il nostro atteggiamento o comportamento comporta un alto costo in termini emotivi maggiore sarà la resistenza al suo cambiamento. Detta in altri termini. Più si è impegnati a mantenere la propria idea o il proprio atteggiamento, minore risulterà essere possibile mettere in dubbio quella stessa idea o comportamento. E anche qui convivono le due anime della controversia pandemica. Qui sia i Vax che i No vax trovano giusta residenza. L’elemento di unione tra le due posizioni, in questo secondo esempio, è: il costo in termini emotivi. Per entrambe le posizioni la sofferenza del cambiare il pensiero vince sulla possibilità del dialogo.

Anche la frase, come la volpe insegna: “credo nella scienza” è, alla luce di quanto detto, una realtà per entrambe le parti. Il credere a una sola possibilità per evitare il peggio con un vaccino e il credere a terapie esistenti e di comprovata efficacia per evitare il peggio. Due scelte, stessa motivazione.

Ecco la nascita del tertium non datur.  

Ma ci può essere una via d’uscita? Certo!! Ed è Platone a darcela.

“Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione, e la soluzione giusta.”

Quale sarà la soluzione giusta? Questo non lo so. Tuttavia una cosa la so; e ce l’hanno insegnata i latini definendo la modalità con la quale si poteva assumere un antidoto : cum grano salis.

 

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Articolo pubblicato il 08/01/2022