Torino. 105 detenuti del carcere Lorusso e Cutugno percepiscono il reddito di Cittadinanza, tra cui un boss pluriomicida
Elena Maccanti

E’ una pagina vergognosa per la legalità e moralità dello Stato. La denuncia della Lega e del sindacato SIAP

Continuano purtroppo ad emergere le gravi storture di come viene  interpretato ed erogato  il riconoscimento del reddito di Cittadinanza fortemente voluto da Di Maio e dai grillini.

E’ ben ricordare che non possono accedere al reddito di cittadinanza detenuti o condannati per reati mafiosi o terroristici. In particolare, stando a quanto previsto dalle norme in vigore, l’esclusione dalla possibilità di richiedere il reddito di cittadinanza è per i condannati con sentenza definitiva, a causa, come detto, di reati di stampo terroristico e mafioso ma anche per condannati per:

  • truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche;
  • attentato contro organi costituzionali o assemblee regionali;
  • delitti di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico;
  • scambi elettorali politico-mafiosi;
  • strage e truffa ai danni dello Stato. Invece c’è chi , con disinvoltura per il tramite degli enti di patronato, cerca di inserirsi tra le pieghe della legge.

Ciò nonostante  dall’entrata in vigore della legge sono molti i casi di  indebiti beneficiari, senza il possesso di alcuni titolo.

Il caso emerso ieri è ancora più drammatico, con particolare riferimento alle vittime di delinquenti incalliti e crudeli. E’ accaduto a Torino e, dalle indagini della guardia di Finanza si è scoperta una gestione allegra delle richieste presentate non solo da chi non possiede titoli, come in altri casi, ma anche da chi si è macchiato di reati infamanti.

Lo denunciano i deputati della Lega Elena Maccanti, Alessandro Manuel Benvenuto e Gualtiero Caffaratto, che ci hanno dichiarato: “ Non solo piccoli delinquenti, ma capi mafia e assassini nella rete di indebiti percettori del Rdc scoperta dalla Dda di Torino. Tra gli indagati chi avrebbe dimenticato di dichiarare condanne per ‘ndrangheta, mogli che avrebbero omesso i dettagli del casellario giudiziale dei mariti, esponenti di due potenti clan attivi in Piemonte e, perfino, un boss pluriomicida. Tutto questo, proseguono i parlamentari della lega, è inaccettabile ed è ormai evidente una necessaria riformulazione nell’erogazione del sussidio”

Nonostante le ferme posizioni già assunte nell’ambito del governo, cosa propone la Lega?

“La Lega propone sia delegata agli enti locali (controllo e gestione delle erogazioni), in modo che non arrivino mai più aiuti a criminali e malviventi, ma solo a persone perbene davvero in difficoltà” affermano gli esponenti della Lega.

E’ seguita la presa di posizione del  Segretario Generale Provinciale del SIAP, che dichiara: “Quanto scoperto dalle indagini della Guardia di Finanza e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri rappresenta un insulto intollerabile per tutti i cittadini onesti e per quanti dedicano la propria vita a combattere il crimine - sostiene Pietro DI LORENZO, Segretario Generale Provinciale del SIAP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato – è moralmente indegno che sia stato dato modo ad oltre 100 detenuti del carcere di Torino ed alle loro famiglie di percepire da anni il reddito di cittadinanza”.

“Soldi, prosegue il segretario SIAP, delle tasse della gente che lavora, finiti non solo a piccoli criminali, ma anche boss della ‘ndrangheta, malavitosi e assassini. Tra questi un membro del clan Marando condanna a 30 anni di carcere ed un potentissimo esponente della famiglia Agresta, molto attiva in Piemonte, già autore in passato di sequestri di persona a Torino”.

“Parlando del reddito di cittadinanza, sostiene DI Lorenzo, abbiamo sempre avversato il termine furbetti nei confronti di coloro che ne fruiscono senza averne titolo di fronte a fatti come questi ci sentiamo offesi ed indignati.

Quando verranno posti correttivi concreti per porre fine a questo scempio sarà sempre troppo tardi”.

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Articolo pubblicato il 14/01/2022