Peste suina - Carenini (CIA Piemonte): Folle macellare suini sani e lasciare cinghiali in libertà.

Le scelte sciagurate degli animalisti si stanno riversando sugli allevatori

Abbiamo più volte denunciato le scelte errate nei confortini dei cinghiali che continuano a danneggiare la nostra agricoltura, costituendo anche percoli seri per gli uomini. Con l’estendersi della peste suina in provincia di Alessandria, governo e regione continuano a non calarsi nei panni degli allevatori, con grave danno alla nostra economia.

Aspra la critica di Cia Piemonte sulle disposizioni che prevedono “la macellazione immediata dei suini detenuti all’interno degli allevamenti bradi, semibradi e misti che detengono suini (...) e divieto di ripopolamento per sei mesi” e la “programmazione delle macellazioni dei suini presenti negli allevamenti di tipo commerciale e divieto di riproduzione e ripopolamento per sei mesi” nei 78 Comuni dell’Alessandrino circoscritti come zona infetta.   

“Il provvedimento del ministero della Salute che impone la macellazione dei capi sani e consente ai cinghiali di scorrazzare e riprodursi liberamente è del tutto assurdo. Invece di penalizzare gli allevatori – dichiara il Presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini -, si mettano in campo le misure straordinarie per il contenimento della fauna selvatica che chiediamo da tempo. Si utilizzi l’esercito ove necessario, si istituisca un commissario ad hoc per l’emergenza, si proceda immediatamente con l’abbattimento dei cinghiali”. 

“A causa dell’immobilismo delle istituzioni degli ultimi anni – conclude Carenini-, ci troviamo oggi a dover gestire un’emergenza nell’emergenza, che non potremo superare affidandoci soltanto alla caccia di selezione. Abbiamo bisogno di strumenti nuovi ed efficaci, da utilizzare subito”.

 

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Articolo pubblicato il 20/01/2022