La saggezza universale

la Sfinge domandava: “Da dove vieni? Chi sei? Dove vai?”. Chi, secondo la leggenda, non riusciva a dare la giusta risposta, perdeva la vita.

Quando, spinto da un reale bisogno di verità, l’uomo si interroga seriamente sul mistero della vita, le molteplici ipotesi e le risposte bell’è fatte, che hanno un tempo cullato il suo cuore e addormentato la sua ragione, svaniscono.

 

Egli scopre, allora, quanto il suo cuore sia rimasto insoddisfatto, la sua ragione ignorante, le sue mani vuote; e quanto il mondo gli appaia un arido deserto, in cui nessuna risposta viene più a placare la bruciante domanda.

 

Sorge in lui una profonda inquietudine, simile a quella del viaggiatore solitario perduto nel deserto d’Egitto e al quale la Sfinge domandava:

“Da dove vieni? Chi sei? Dove vai?”. Chi, secondo la leggenda, non riusciva a dare la giusta risposta, perdeva la vita.

 

Ciò che era vero un tempo lo è ancor oggi. Infatti, in mezzo all’enorme sconvolgimento apportato dall’era dell’Acquario, chi non può rispondere nel modo giusto a tali domande perde letteralmente la vita. All’ora fissata dal destino, egli muore, corpo e anima, e restituisce i suoi atomi al grande serbatoio della natura.

 

Polvere, ritorna alla polvere; vinto dalla morte e dal mondo, egli non ha saputo far nascere da sé corruttibile, l’incorruttibile. Ma dove si trova questo incorruttibile? E da dove viene a quest’uomo il suo sogno d’armonia, di perfezione e d’immortalità?

 

Nell’insondabile immensità dell’universo, in seno al fantastico balletto che intorno a lui danzano innumerevoli soli e galassie, è forse egli più di un infimo granello di polvere?

 

Molti, puntando lo sguardo verso il cielo, sperano che le risposte all’enigma della Sfinge cadranno loro un giorno dalle stelle.

 

Astronomia, astrologia, extraterrestri, messia che appare sulle nubi, tutto ciò sembra aprire delle prospettive così vaste! L’uomo ha già fatto molte scoperte, ma tanti misteri rimangono ancora da chiarire!

 

E quanti, con questa speranza, si volgono verso la scienza, l’arte, la religione, verso le promesse di giorni migliori o i paradisi illusori offerti da psicologie, guru e droghe d’ogni genere!

 

Ma non è forse evidente che, attraverso l’apparente diversità della loro ricerca, tutti gli uomini cercano un senso alla vita, uno scopo alla loro esistenza, avendo tutti in comune il fatto che non sono felici, che manca loro qualcosa?

 

Amico cercatore, conosci quell’istante, privilegiato fra tutti, in cui, nella tua ricerca della verità, ti accorgi che non puoi andare oltre, che la tua ricerca ti ha condotto, in fondo, a un vicolo cieco interiore, nel quale la somma di tutte le tue esperienze, di tutti i tuoi sforzi, si riassume in questa semplice, lucida constatazione: “Mi manca l’essenziale!”?

 

Istante critico, in cui si scopre che, fino ad ora, si è vissuti soltanto in un piccolo mondo personale di credenze, di pregiudizi, di ideali e di immagini; completamente separato da tutti gli altri piccoli mondi chiusi che sono gli altri uomini; che la ricerca dell’universale è costantemente ostacolata dalla coscienza dell’“io”, che deve continuamente affermarsi differenziandosi od opponendosi agli altri “io”; peggio ancora, che questa coscienza-io proviene proprio dal suo stato d’isolamento e di separazione.

 

Allora i problemi della vita appaiono in tutt’altra luce. Infatti, finché essi erano posti dall’uomo-io, non era possibile dar loro una risposta. Ma quando, nella crisi fondamentale di una vita, sorge la domanda essenziale: “A che pro tante lotte e tanti sforzi? Che senso dare a quest’esistenza?”

 

Quando una profonda nostalgia e la reminiscenza di una vita completamente diversa e perfetta nascono nella coscienza maturata dall’esperienza, la prima risposta della Saggezza universale può farsi

udire:

 

“Non sai che tu sei un dio, un dio caduto nelle foschie dell’ignoranza e dell’oblio, un dio che, tuttavia, si ricorda ancora dei cieli?”.

 

La reminiscenza e la nostalgia dello stato originale non sono sufficienti, all’inizio, a risvegliare il dio addormentato. Allora vengono nel mondo dei messaggeri del Dio vivente, affinché gli uomini ritrovino nelle Scuole dei Misteri il cammino verso la casa del Padre.

 

In queste scuole dello Spirito, la Saggezza Universale è rivelata, l’Arte Regale della meravigliosa trasmutazione interiore del piombo della materia in oro dello Spirito è applicata.

 

Che l’uomo che erra nelle tenebre dell’esistenza terrestre possa essere toccato un giorno dai raggi luminosi della Saggezza Universale è l’unica ragion d’essere di una Fraternità Gnostica come la Rosacroce d’Oro.

 

Manifestandosi nel mondo dello spazio e del tempo, una scuola gnostica trasmette il primo messaggio della Saggezza Universale, che è sempre una

rivelazione: “Duplice è il mondo, duplice è l’uomo!”.

 

Ma ben più che parole, essa apporta, a quelli che interiormente soffocano nella prigione della materia, il prana di vita del mondo delle anime originali, il soffio della vera Vita. Allora soltanto essi possono discernere che due mondi assolutamente distinti si incontrano dentro e fuori di loro: uno divino, perfetto, l’altro naturale, limitato e soggetto a continui cambiamenti.

 

Essa spiega loro che la filiazione divina, che essi presentono in sé e alla quale aspirano, concerne un uomo completamente diverso dalla personalità terrestre che siamo soliti chiamare uomo.

 

Infatti, l’essere biologico, razionale e morale che noi siamo -.con i suoi quattro corpi: fisico, eterico, astrale e mentale.- non è altro, in fondo, che un’apparenza di vita e di coscienza, come l’ombra dell’uomo originale, ma non l’uomo divino stesso.

 

Ed è questo il messaggio della Saggezza Universale: un altro vive in noi, un Altro celeste, perfetto, che, sebbene addormentato, ci ricorda continuamente la sua silenziosa presenza attraverso un’intima e profonda nostalgia.

 

“Ho però da rimproverarti che hai dimenticato il tuo primo amore.

Ravvediti e ritorna alle tue prime opere!”, leggiamo nell’Apocalisse di Giovanni. Chi, una volta, ha udito in sé l’appello silenzioso della Sfinge muta, nel deserto di una vita apparentemente senza via d’uscita; non è più lasciato in pace. Egli deve rispondere alla sua missione:

risvegliare l’uomo originale, il suo essere reale.

 

Chi è l’uomo originale? La Saggezza Universale lo presenta come un microcosmo, cioè come l’immagine e il compendio dell’universo intero, nel quale sono presenti le infinite possibilità del macrocosmo.

 

Incarnazione dopo incarnazione, delle personalità umane transitorie si succedono nel microcosmo, il tempo di una vita, il tempo di una morte, finché una di esse accetti finalmente di intraprendere il cammino di ritorno, che ricondurrà il figlio perduto nella sua patria originale.

 

Quando gli scritti sacri dell’umanità testimoniano di questa patria divina, del regno celeste che non è di questo mondo, non hanno certamente in vista il mondo astrale, l’aldilà nel quale le religioni e le fraternità occulte hanno edificato i loro paradisi illusori, poiché questi non sono altro che forme di pensiero ed egregori, mantenuti dal desiderio e dalla magia naturale dell’uomo-ego.

 

L’aldilà, in cui tanti esseri ripongono la loro speranza di una vita eterna, non è altro che il campo di passaggio e di dissoluzione dei morti, il luogo di transizione nel quale il microcosmo vuotato della personalità temporanea attende una nuova incarnazione, una nuova possibilità di liberazione dalla ruota della vita e della morte.

 

Tutt’altro è il mondo dei viventi, l’universo divino, nel quale l’anima che ne proviene aspira a ritornare.

 

L’Insegnamento Universale ci parla del mondo divino come di sette grandi domini cosmici, sette universi perfetti che si compenetrano attorno ad un nucleo centrale, universi che si estendono di magnificenza in magnificenza.

 

E tutte le tradizioni gnostiche raccontano a loro modo come, dal sesto dominio cosmico, la corrente di vita umana passò nel settimo e come ebbe luogo la caduta dell’uomo. Ma il Creatore non abbandonò la sua creatura nella sua caduta. La Gnosi, la Saggezza Universale, accompagnò l’uomo fin sulla terra.

 

La Saggezza primordiale divenne ciò che chiamiamo “i Misteri” e il cammino di ritorno “l’Iniziazione”.

 

La Gnosi è la sintesi della Saggezza originale. Essa è la somma della conoscenza che dà direttamente accesso alla vita divina. Una parte è

rivelata: è l’insegnamento del cammino. Una parte resta immateriale: è la forza che permette di vivere il cammino.

 

Questa forza, questa radiazione, emana dalla Fraternità universale della Luce. Esistono, infatti, due correnti di vita umane: quella dell’umanità originale, la parte dell’umanità che non cadde nell’abisso della caduta, la Fraternità universale delle anime libere; e quella dell’umanità caduta, la nostra.

 

Fra le due si distende la lunga catena delle Fraternità gnostiche degli uomini liberati. Ciascuna costruì la sua barca celeste e la lanciò sull’onda cosmica che, dai campi dell’eternità, viene incontro all’uomo per ricondurlo nella corrente della Vita universale.

 

In ogni microcosmo umano c’è un sole allo stato latente, una vita prodigiosa che cerca di liberarsi per manifestarsi nuovamente secondo le leggi dello Spirito.

 

La Saggezza universale, quando è vivente, afferma la possibilità di questa liberazione e dà la forza necessaria per tale liberazione. La domanda che si pone ora, è questa: “Tenterete voi questa liberazione?

Libererete in voi l’essere d’eternità, prigioniero dello spazio e del tempo?”.

 

Il processo della vostra liberazione può compiersi molto rapidamente, se volete consacrarvi interamente alla vostra vocazione divina. Qual è questa vocazione? Far rinascere in voi l’anima originale sulla base della Rosa, la scintilla spirituale del cuore, affinché essa possa celebrare le sue nozze con lo Spirito.

 

“Attaccherete la Rosa dello Spirito alla croce che voi costituite?”. È questa la missione che ci è affidata. Ed è questo il cammino che la Scuola della Rosacroce d’Oro percorre con i suoi allievi.

 

Essa permette a tutti quelli che lo desiderano veramente di unirsi al mondo delle anime viventi, delle anime libere; ciò è possibile grazie al processo della rinascita dell’anima originale, sulla base del risveglio della Rosa del cuore.

 

Se nel vostro essere l’appello al ritorno è, in qualche modo, risuonato, non lasciate la reminiscenza della vostra origine profonda spegnersi, anche se essa fa di voi degli stranieri sulla terra; poiché, in effetti, la scintilla spirituale che chiede solo di brillare nuovamente nel vostro essere interiore, fa già di voi degli stranieri sulla terra; e lo sentite bene.

 

Non reprimete la grande nostalgia che vi brucia come un sogno impossibile, ma lasciatela crescere in voi; lasciatela divenire un fuoco potente, magico, nel quale la vostra anima mortale potrà, venuto il giorno, come la fenice, gettarsi tutta intera, per rinascere immortale e incorruttibile!

 

Chi osa intraprendere il cammino di ritorno non conoscerà più un nuovo risveglio nella materia e il suo inevitabile seguito di sofferenze; ma la nascita, in lui, della Coscienza universale: la rinascita dell’Anima-Spirito gli aprirà le porte del Regno immutabile; ed egli penetrerà ogni giorno di più le profondità della Saggezza eterna.

 

Fonte: Pentagramma - SCUOLA INTERNAZIONALE DELLA ROSACROCE D'ORO
https://www.lectoriumrosicrucianum.it/

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 16/02/2022