Unità della flotta russa al largo delle coste italiane
Le unità attualmente nel Mediterraneo appartengono alla classe Ropucha

La tensione tra Russia e Ucraina si sposta nel Mediterraneo. Esercitazioni navali della Nato nello Ionio

Mentre prosegue la minacciosa dialettica tra Biden e Putin sugli ipotetici sviluppi di un'invasione dell'Ucraina, nel Mediterraneo, dopo la crisi siriana del 2018, si stanno ricreando nuovi scenari da battaglia navale. 

Sei unità della marina russa, partite dal Baltico il 15 gennaio, dopo aver circumnavigato l’Europa hanno attraversto lo stretto di Gibilterra e sono state avvistate al largo della Sicilia. Il convoglio, seguito dai ricognitori della Nato, incluso un P72 della nostra Aeronautica, sembra diretto verso il Mar Nero e quindi la Crimea, allo scopo di accerchiare l’Ucraina anche via mare, ma lo scenario è tutt’altro che definito.

Dalle notizie di agenzia, il comando Atlantico si sta interrogando su vari obiettivi possibili della flotta russa, tra i quali interferire con esercitazioni del patto Atlantico. Attualmente sono in corso delle manovre navali della Nato proprio nel mar Ionio, al largo della Calabria, e la portaerei americana Truman, insieme a due incrociatori e una fregata norvegese, si sta spiegando per rispondere alla presenza delle navi russe, che però pare appartengano alla classe Ropucha, adibite a operazioni trasporto truppe e anfibie, piuttosto che a un nucleo da combattimento.

Una dozzina di altre unità della Nato, inclusi due sottomarini nucleari, sono impegnate in esercitazioni nello Ionio e nel Tirreno. Le acque del Mediterraneo quindi stanno diventando pericolosamente calde e affollate. Il rischio di un incidente casuale o costruito è una eventualità da scongiurare, che metterebbe a rischio la pace in Europa e non solo.

Non sono segnali distensivi in questo momento di tensioni internazionali innescate dallo scacchiere russo-ucraino, durante mesi di manovre militari e confronti diplomatici in cui si sono trovati a mostrare i muscoli gli antichi rivali della “guerra fredda” (termine coniato da George Orwell già nel 1945). Ostilità strategiche, politiche, storiche e geografiche, in realtà mai spente veramente.

Fonti di informazione rumene, più vicine all'epicentro della crisi, sono pessimiste sull'esito dell'escalation sul fronte terrestre. Ipotizzano un'invasione dell'Ucraina probabile, ma slittata da Putin al post olimpiadi per non irritare l'alleato cinese. Nondimeno, le unità della marina russa attualmente impiegate in esercitazioni tra Mare del Nord & Atlantico, sembra siano 140. Per il Mediterraneo, gli sviluppi legati agli eventi in divenire al di là del Bosforo, saranno più chiari con lo scorrere delle ore. Nel frattempo, molti Paesi dell’emisfero boreale, si trovano di fronte alla minaccia di una nuova e peggior pandemia che, se dovesse sfuggire di mano, potrebbe diffondersi in tutto il resto del mondo con effetti definitivi.

È il virus della follia dei dittatori, dei militari, degli uomini politici che si credono immortali, è la fame mai doma di certi esaltati, diabolici elementi della razza umana che paiono risorgere, mai sazi di seminare il male sulla superficie del mondo.

 

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Articolo pubblicato il 01/02/2022