Foibe. Una mattanza comunista "giustificata" dalla storia

Il Giorno del Ricordo e la memoria di quello che fu.

Il 10 febbraio, nonostante la cosa dispiaccia alla Sinistra, si celebra la Giornata del Ricordo in memoria dei tanti, troppi, italiani che sono stati massacrati ed uccisi dai partigiani comunisti al soldo del Maresciallo Tito sul Confine Orientale della nostra Penisola.

Non si parla di un fatto isolato o di pochi e sparuti casi ma di quasi ventimila italiani che sono stati gettati nelle fenditure dell’altipiano carsico - le Foibe appunto – dai partigiani facenti parte delle milizie jugoslave volute ed organizzate dal sanguinario Tito.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 Tito e i suoi “scagnozzi” – figli dell’ideologia sovietica di Mosca – hanno iniziato, in modo del tutto arbitrario, a “liberare” le terre di Croazia e Slovenia dove – a loro detta – i Fascisti avevano imposto le regole del Terzo Reich di Adolf Hitler.

Dal 1943 al 1945, però, le Truppe Tedesche riescono a tenere al posto loro i “Titini” impedendo che questi raggiungano l’Italia. Con la Caduta del Reich la situazione si ribalta e i sanguinari miliziani jugoslavi arrivano in Istria e puntano diritti verso Trieste.

Se dal meridione d’Italia non fossero salite le Truppe Alleate (composte per lo più da Neozelandesi al soldo del Generale Freyberg) le cose sarebbero andate certamente molto peggio per gli italiani del Confine Orientale.

Come detto poc’anzi Tito era pronto ad appropriarsi di Trieste; lo ha fermato il Generale Freyberg che, arrivando in città il 1 maggio 1945, in sole ventiquattro ore, ha ottenuto la resa incondizionata degli ultimi tedeschi trincerati a San Giusto ed è riuscito a cacciare le Truppe “Titine”.

Tito e i suoi non ci stanno. Nel ritirarsi verso la Jugoslavia lasciano tutto dove passano un bagno di sangue prendendosela con anziani, donne e bambini. I due mesi di maggio e giugno del 1945 sono stati per gli italiani del Confine Orientale un periodo infernale.

Molti di loro, per salvare la pelle, hanno dovuto scappare verso l’Italia centrale e verso quella occidentale. Il numero degli Esuli Giuliano-Dalmati oggi viene calcolato in 250.000 unità.

Istria, Fiume e Dalmazia diventano luoghi di torture, stupri, mattanze per mano dei partigiani comunisti jugoslavi.

In quei soli due mesi molti cittadini sono stati uccisi o gettati vivi nelle Foibe, altri sono stati condotti a suon di botte nei Campi di Deportazione Croati e Sloveni.

I primi ad essere eliminati ed infoibati per cancellare l’identità nazionale italiana furono i Militari della Repubblica Sociale Italiana, i Carabinieri, i Finanzieri e i Poliziotti in servizio al Confine Orientale del nostro Paese.

Ciò nonostante il nostro Paese ha taciuto su tutto questo ed ha formalmente dimenticato i morti delle Foibe, i deportati in Jugoslavia e i troppi Esuli Giuliano-Dalmati che oltre a sparpagliarsi per l’Italia sono andati in Sud America, negli Stati Uniti d’America, in Canada ed in Australia.

Nel 2004, dopo anni di spinte da parte della Destra parlamentare ed extra-parlamentare, il Parlamento vota finalmente l’istituzione del Giorno del Ricordo proposto dall’Onorevole Roberto Menia, originario di Trieste.

Come mai l’Italia ha mancato di rispetto a queste migliaia di persone? Cosa c’è dietro?

Dietro si cela l’odio che la Sinistra ha per il patriottismo, la difesa dei confini, l’identità nazionale e il senso di appartenenza. Non dimentichiamoci, infatti, che Sandro Pertini nel 1980 si recò a Belgrado per omaggiare la bara del sanguinario Tito, suo Compagno di ideologia comunista.

Pertini si è intrattenuto alcuni minuti davanti alla bara chiusa del dittatore jugoslavo, si è tolto gli occhiali per asciugarsi gli occhi visibilmente bagnati e ha appoggiato la sua mano sulla bara in segno di vicinanza ed omaggio.

Il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini è andato in terra straniera ad omaggiare e piangere colui che uccise ed infoibò gli italiani. Ci meraviglia che ancora oggi ci sia chi nega le Foibe? Ci chiediamo ancora per quale motivo non ci sia in ogni città un luogo che ricordi e commemori gli italiani infoibati e quelli morti Esuli per colpa di una mattanza comunista senza eguali?

Il revisionismo storico della Sinistra corre rapido e spedito soprattutto nelle scuole dove il tema delle Foibe viene trattato in modo rapido e superficiale. I programmi ministeriali sono stringati e non approfonditi. Eppure, dobbiamo dirlo, dal 2004 sono passati diciotto anni!

Nei prossimi anni sarà più facile che i nostri figli trovino nei libri di storia la questione del Covid ma continuino a non trovare nulla sulle Foibe e sulla strage compiuta dai partigiani comunisti jugoslavi in Istria, Fiume e Dalmazia.

Noi, come sempre, continueremo a farci domande, sollevare dubbi e rammentare ciò che è stato perché non si può vivere il futuro senza conoscere il passato e ciò che esso ha rappresentato.

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Articolo pubblicato il 10/02/2022