
L'Ausiliatrice sulle colline di Asti
Non è chiaro perché porti questo nome; vi sono diverse interpretazioni, ma nessuna è certa.
La Madonna di Viatosto sorge in posizione sopraelevata, su una collina di Asti, a cinque chilometri dalle mura urbane, orientata verso est. Dal sagrato prospiciente si gode un panorama completo della città, come da nessun altro luogo della zona: nelle giornate serene lo sguardo si può spingere fino al Monviso.
Nel corso dei secoli la chiesa è stata luogo di culto e di sepoltura privilegiato della nobiltà astigiana, come testimoniano i tanti stemmi gentilizi che la caratterizzano.
La località si chiamava Rivarotta (un nome che richiama male o negatività, nella accezione longobarda e poi medievale)
Risale al XII secolo ed è citata per la prima volta in un atto del 20 maggio 1194 (le campagne di scavo susseguitesi nel Novecento confermano questa datazione). Il documento riferisce di una controversia per l’attribuzione di decime tra i Canonici di Asti e il Rettore della chiesa di Sanctae Mariae de Riparupta.
L’appellativo Maria Audiuvacita compare dopo il 1345.
Una tradizione attribuisce il nome moderno (Viatosto) alla repentina scomparsa della peste del 1340 (di cui riferirò più avanti) dalla città. Quest’ultima ipotesi coinciderebbe con l’ampliamento e il rifacimento gotico (il flagello del 1340 ridurrà di un terzo la popolazione dell’Europa) e con le numerose donazioni nobiliari.
Nel secolo successivo, con decreto del Vescovo di Asti (carica ricoperta dal 1409 al 1439) Alberto Guttuari dei De Castello del 23 luglio 1428, la chiesa (ancora di Rivarotta) viene aggregata ed incorporata, con tutte le sue rendite, alla Cattedrale. Abate benedettino di San Bartolomeo in Pavia, regge la diocesi in un periodo delicato: Papa Urbano II aveva da poco creato la diocesi di Mondovì, a discapito di quella di Asti.
Il decreto è confermato da Papa Martino V l’anno seguente e la parrocchia risulta soppressa.
Nel 1660 Papa Alessandro VII erige qui una Confraternita sotto l’invocazione di Maria Ausiliatrice: sono concesse indulgenze ai fedeli che visitino la chiesa la seconda domenica di maggio e nei giorni della Natività e della Assunzione di Maria.
Sappiamo, infine, che il livello della pavimentazione interna è stato abbassato durante i lavori compiuti nel 1870.
Nella lunetta esterna, risistemata nel 1932, è dipinta una Madonna con Bambino con i simboli rurali ed eucaristici del grano e dell’uva, opera dei pittori Giuseppe Manzone (Asti 1887 – Torino 1983) e Ottavio Baussano (Asti 1898 – 1970). Presso la cascina San Michele di Nizza Monferrato Manzone si dedicherà a raffigurare le vigne e le colline con una stupenda interpretazione della vita contadina.
All’interno, sulla destra vi è l’affresco noto come la “leggenda di Viatosto”, riferibile sempre alla peste del 1340. L’ex voto raffigura tre giovani inginocchiati davanti alla Madonna col Bambino, con Sant’Antonio Abate che intercede (forse per questo Emanuele Asinari, con testamento del 7 marzo 1343, dona alla chiesa tutti i beni e i diritti che possedeva in località Valdobone, nei pressi).
Al di sopra, nella lunetta, Santa Maria Maddalena, con il vaso degli unguenti fra le mani, incontra nel giardino Cristo Risorto.
Le volte a crociera sono chiuse da chiavi con stemmi delle committenze gentilizie astigiane. Si riconoscono, fra gli altri, gli Scarampi, i Roero, i Malabaila e i già citati Asinari.
Nella nicchia ricavata al fondo dell’abside è collocata la Madonna di Viatosto, statua lignea dei primi del Trecento, una delle più alte espressioni artistiche locali del tempo. Risultano particolari gli sguardi dei personaggi: quello della Vergine è frontale, mentre gli occhi del Bambino guardano in basso.
Un’opera importante e curiosa è la cosiddetta “Madonna delle ciliegie”.
Si tratta di una tavola lignea trecentesca dalla storia complessa, probabilmente proveniente dalla scomparsa Certosa di Valmanera, soppressa in epoca napoleonica. All’inizio del Novecento l’opera è segnalata nella cappella privata della famiglia Taschiero, ancora in località Valmanera. Negli Anni Sessanta viene donata al sacerdote don Secondo Cantino. Dopo un delicato restauro, è tornata ad essere visibile nel 1994, con evidenti riferimenti al polittico di Incisa Scapaccino, attribuito a un Maestro affine a Niccolò di Voltri.
Viatosto partecipa allo storico Palio di Asti. Insieme con Don Bosco, ha vinto il Palio negli anni 1967, 1971 e 1980. Dal 1982 Don Bosco e Viatosto si sono separati e hanno costituito due rioni distinti per la manifestazione.
Il Borgo Viatosto raffigura il trionfo del cavaliere dopo l’uccisione del drago, il cui corpo viene trasportato fuori dalla città. Il richiamo è al San Giorgio che uccide il drago presente nella chiesa: dipinto del 1380 – 1390, raffigurazione coerente in quanto San Giorgio era invocato contro la peste. Il santo in lotta contro il drago è simbolo dell’eterna contesa tra il bene e il male, ha incarnato per secoli gli ideali del mondo cavalleresco.
Nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine si narra che un tempo, presso una città chiamata Selem, in Libia, dentro un grande stagno trovasse rifugio un drago che, avvicinandosi alla città, uccideva tutte le persone che incontrava, costringendo gli abitanti ad offrire sacrifici umani per placarlo.
Il cavaliere Giorgio, saputo che anche la principessa di quel luogo era stata condannata al sacrificio, promise di evitarle quella terribile morte e le disse di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago, che prese a seguirla fin dentro la città. Giorgio così si rivolse agli abitanti: «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono, il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città.
Per me è stata una sorpresa ritrovare l’Ausiliatrice sul colle più alto di Asti.
E il Rione Don Bosco che partecipa al Palio…
E Giovanni Bosco, nato ai Becchi di Castelnuovo (oggi Castelnuovo don Bosco) il 16 agosto 1815, non lontano da Asti, ha offerto tutta la sua santa vita alla Madonna Ausiliatrice!
Chissà se un misterioso filo di fede e di ispirazione ha unito tutto questo?
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Articolo pubblicato il 18/02/2022