La Corte Costituzionale boccia il Referendum sull'Eutanasia

Le opinioni dei politici, delle associazioni e del popolo italiano.

Finito l’idillio di san Valentino l’Italia deve fare i conti con il tema dell’eutanasia.

Nel 2021 il Partito Radicale, l’Associazione “Luca Coscioni”, “+ Europa” e molte altre associazioni e movimenti del mondo della sinistra avevano raccolto oltre mezzo milione di firme per portare i cittadini alle urne con un quesito referendario sull’Eutanasia Legale.

Il 15 febbraio 2022 entrerà nella storia in quanto la Corte Costituzionale si è espressa in merito dicendo che il quesito che chiede di depenalizzare l’omicidio del soggetto che chiede di essere ucciso è inammissibile.

Il mondo politico e quello associazionistico non si sono fatti attendere.

Filippo Blengino, Segretario politico dei “Radicali” di Cuneo, ha subito scritto: “La Corte Costituzionale ha bocciato il #ReferendumEutanasia. Sentenza anticostituzionale, deriva di un sistema partitocratico che Marco Pannella denunciava anni fa. Ancora una volta la Corte non rispetta la Costituzione, la quale chiaramente ci dice che un quesito può essere dichiarato inammissibile solo in caso di leggi di ratifica dei trattati internazionali, amnistia o indulto e bilancio. Una vergogna, in un Paese in cui la Chiesa continua a comandare. Una cosa è certa, noi non ci fermiamo fino a quando in Italia non ci sarà l’#EutanasiaLegale”.

Igor Boni, Presidente di “Radicali Italiani”, ha postato un commento lapidario: “Bocciato contro la costituzione il referendum eutanasia. 1.250.000 cittadini italiani respinti al mittente. La cupola della mafiosità partitocratica (ipse dixit) ha colpito ancora”.

Marco Cappato, Associazione “Luca Coscioni”, ha sfogato la sua amarezza su Facebook scrivendo: “La #Consulta ha deciso: non potremo votare il Referendum #EutanasiaLegale. Percorriamo altre strade: disobbedienza civile, ricorsi. Mi dispiace per chi dovrà sopportare ancora una condizione di sofferenza, e per la democrazia italiana. Ma otterremo l’obiettivo”.

Sul fronte avverso, il fondatore del “Popolo della Famiglia”, Mario Adinolfi ha twittato: “Come con il ddl Zan, ci potete anche dare tutti addosso, ma per ragioni giuridiche e culturali profonde alla fine vince sempre la tenacia del Popolo della Famiglia. Piccola voce dissenziente nel coro di stupidaggini con cui qualcuno vuole trasformare idiozie e violenze in leggi”.

Jacopo Coghe, Vicepresidente di “Pro Vita & Famiglia”, ha gioiosamente twittato: “E’ stata sventata una deriva mortifera ma incombono ancora spinte eutanasiche che ora il Parlamento è chiamato a scongiurare. La Corte ha indicato un livello minimo di tutela della vita umana fragile inviolabile”.

Insomma, ancora una volta, l’Italia si è spaccata e risulta essere divisa sui temi fondamentali che riguardano la vita dell’uomo.

Noi di “Civico 20 News” continueremo a seguire la vicenda e a tenervi informati anche perché – ne siamo certi – nelle prossime settimane su questo tema ci sarà una bagarre senz’altro accesa ed interessante.

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Articolo pubblicato il 16/02/2022