Storia dell’alpinismo. Le grandi sfide tra l’uomo e la montagna" di Claudio Gregori

Ampia e diversificata serie di “grandi sfide”

Parlare di storia dell’alpinismo è si parlare di sfide, come titola il recente libro di Claudio Gregori, Storia dell’alpinismo. Le grandi sfide tra l’uomo e la montagna, ma corrisponde anche a prendere in considerazione il grande amore dell’uomo per una tra le espressioni geofisiche più affascinanti della natura. Infatti non è senza significato il fatto che l’uomo, già all’alba dei tempi, abbia posto nelle montagne la sede degli dei, i luoghi per accedere a mondi altri, per cercare di ascendere oltre le vette, verso il cielo.

 

Ampia e diversificata la serie di “grandi sfide” che caratterizzano questo corposo libro:  la scalata del Monte Bianco (1786), quella del Cervino (1865), il K2 del Duca degli Abruzzi e quello di Desio, via via fino al free climbing e all’arrampicata sportiva di oggi. E poi i grandi nomi che hanno lasciato una traccia fondamentale nella storia delle imprese alpinistiche: Whymper, Cassin, Bonatti, Messner, ma anche di altri meno noti, come Mummery, Il Duca degli Abruzzi, Preuss, Dülfer, Mallory, Comici, Castiglioni, Gervasutti, Vinatzer, Buhl fino ai moderni Reinhold Messner, Alexander Huber e Adam Ondra.

 

Un libro che tratta di aspetti storici e tecnici, ma anche di vicende umane di cui è intessuta l’atavica lotta dell’uomo con la montagna.

Il carattere sacrale emanato dalla montagna probabilmente fu avvertito dall’uomo già nella preistoria: l’altura assunse tonalità atte a farne una sorta di terra di mezzo, una specie di diaframma tra il mondo degli uomini e lo spazio abitato dagli esseri superiori ai mortali. Simbolicamente, la montagna esprime un senso di stabilità, di immutabilità: i criteri di sacralizzazione che ne hanno contrassegnato la storia hanno spesso fatto riferimento all’arcaicità dei monti, più antichi degli uomini e creati dalla divinità nel tempo delle origini.

 

Tra gli aspetti che la montagna richiama nelle dinamiche simboliche delle diverse tradizioni, occupa un ruolo determinate il processo di ascesa. Quasi come un rito iniziatico, la salita consente all’uomo di fede di avvicinarsi gradatamente alla vetta sacro, avvertendo la potenza emanata dal monte, e soprattutto acquisendo la consapevolezza che solo con l’impegno è possibile giungere al vertice, con tutte le sue implicazioni non solo fisiche, ma anche simboliche.

 

Spesso, lungo l’itinerario che conduce alla vetta, ci sono ostacoli di varia natura che rendono difficile la salita e che l’uomo deve superare per meritare di giungere alla fine del suo viaggio: si tratta di ostacoli di molteplice natura, il cui superamento corrisponde quasi a un rito di passaggio.

 

Nella sua articolata trattazione Gregori si avvale del linguaggio del giornalista (è stato inviato per la “Gazzetta dello sport”) rendendo questa Storia dell’alpinismo un avvincente racconto che mantiene vivo l’interesse del lettore, anche quando si sofferma sul percorso seguito da Annibale nel 218 a.C., o nell’ascesa soprattutto filosofica di Petrarca al Monte Ventoso.

 

Claudio Gregori, Storia dell’alpinismo. Le grandi sfide tra l’uomo e la montagna, Diarkos, pag. 745, Euro 23,00

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Articolo pubblicato il 23/02/2022