Biella- ll nuovo numero della Rivista Biellese

Importanti argomenti trattati, dalla politica alla cultura

Nel  primo numero del XXVI anno (2022) della “Rivista Biellese” vengono trattati   argomenti  di scala nazionale. La tematiche proposte al lettore, vanno dalla storia  alla cultura generale. Come abbiamo spesso ribadito  su queste colonne, gli argomenti  non sono  circoscritti  solamente al territorio biellese, ma vanno  molto più  in là , come si può riscontrare  in questo numero. Nelle ottanta pagine riccamente illustrate, molti sono  gli spunti per approfondire ricerche sugli argomenti proposti.  Si inizia con il primo saggio  di Giuseppe Della Torre,Teresio Gamaccio, “Le fonti di studio  di Quintino Sella” è una ricerca molto  accurata, che gli autori  eseguono sui  documenti conservati nella Biblioteca Civica di Biella,  per portarci ad una riflessione sui testi che formarono l’illustre statista biellese.

Mauro Fanelli ”Radici da predatori”, l’intervento compie uno studio sulle piante carnivore spontanee che crescono nel territorio biellese. Il saggio di Donato D’Urso, “il mangiapreti eletto a Salussola”, ripercorre la storia della promulgazione dello  Statuto Albertino avvenuto nel 1848, dove furono stabilite le modalità di voto per il parlamento subalpino. Dalle modalità elettorali definite, il territorio del Regno di Sardegna fu diviso in 204 collegi, e  contava in media un deputato ogni 380 elettori. Dal 1848 al 1860 si svolsero ben sette legislature, alcune brevissime. Tra i deputati eletti nei diversi collegi  biellesi furono proclamati personaggi importanti come: Alfonso Lamarmora, Quintino Sella, Urbano Rattazzi, ma anche illustri sconosciuti . Uno di questi politici fu  Alessandro Borella, che si fece notare nei suoi interventi. Nell’aula di Palazzo Carignano si sedette sempre a sinistra, e nei suoi interventi fu zittito per troppa esagerazione e tendenziosità.  

Alberto Gallotto “Nei palazzi dei principi”. Madrid, Londra, Parigi tra le mura delle sfarzose dimore europee dei Ferrero Fieschi si ritrova l’alta società. Le tresche di Alfieri, l’ammirazione di Walpole e i primi amori di Victor Hugo. Carlo Dezzuto,  “Forte come la Sienite”,  un interessante ricordo  dell’artista Carlo Rapp. Il pittore nato nel 1932 a Luino sul Lago Maggiore, giunse nel biellese in occasione della realizzazione delle opere di san Carlo di Pavignano, attratto dalle bellezze del biellese se ne  innamorò e vi rimase fino al decesso avvenuto un anno fa.

Il testo di Carlo Ottone “L’anarchico francese e la rivoluzione mancata”, è uno di quei interventi come dicevamo in apertura va in quadrato in un contesto molto più ampio rispetto al territorio biellese. Giuseppe Gilardino “Morte a Sigmundsherberg”, narra la storia  della dura esistenza di Giovanni Peraldo Eusebias, scalpellino di Piedicavallo, deceduto in un campo di prigionia austriaco a pochi giorni dalla fine della Grande  Guerra,  dopo vent’otto mesi di internamento.

Massimiliano Franco,  traccia la cronistoria del primo annuario avvenuta nel 1938 del Regio Liceo – Ginnasio “Giuseppe e Quintino Sella, “Sul piano dell’impero”, dove l’esempio di ideali e retorica fascista; anche i libri della biblioteca di istituto rivelano l’impatto della cultura del regime. Il tradizionale intervento  di Mina Novello ,”Non cercate lo zucchero a Zuccaro”, conclude l’interessante ed esauriente numero dell’anno.

Le notizie riportate nel testo sono tratte dal n° 1, Gennaio 2022(Anno 26) del periodico trimestrale “RIVISTA BIELLESE”.

 

 

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Articolo pubblicato il 28/02/2022