L'EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Ursula e l’Orso russo, il rosso Dragone e i Cavalieri dell’Apocalisse

Il gattaccio Ras-Putin azzanna l’Est-Europa, mentre il volpone Xi pregusta quel bocconcino di Formosa

Quando l’Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi, che gridava, con voce simile al tuono, «vieni!»; ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo montava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso, per vincere ancora.

 

Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava «vieni!»; allora uscì un altro cavallo, rosso fiammeggiante: a colui che lo montava fu data potestà di togliere la pace dal mondo, perché gli uomini si sgozzassero a vicenda, e gli fu consegnata una grande spada.”

 

Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava «vieni!»; ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che lo montava teneva in mano una bilancia; e sentii proclamare in mezzo ai quattro esseri viventi: «Una misura di grano per un danaro e tre misure d’orzo per un danaro, olio e vino non siano toccati!”

 

Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva «vieni!»; ed ecco, mi apparve un livido cavallo verdastro: colui che lo montava si chiamava Thanatos e lo seguiva l’Ade.”

 

Ad essi fu attribuito potere sopra la quarta parte della Terra, per massacrare con la lama, con la fame, con il morbo e con le belve feroci.”

 

(Apocalisse, VI, 1-8)

 

 

Vaghiamo vacillanti in questa grigia landa d’ombre.

 

Arciottimistici pargoli delle “meravigliose sorti e progressive” di leopardiana memoria, noi pseudo-anglofoni bla-bla-bla baby-boomer o fioriti rampolli postsessantottini, o reaganiani veteroedonisti, o neoambientalisti “gretini”, o millenial rincogl… ehmrincitrulliti dalle bufale – ovvero fake news – dei dissocial-media, noi reduci del crollo del Muro di Berlino, degli esodi vacanzieri estivi e dello shopping compulsivo nei fashion outlet, mai avremmo immaginato di trovarci ad affrontare simili bibliche piaghe d’Egitto o sinistri destrieri del Libro delle Rivelazioni di San Giovanni (l’apostolo, non il cantante!): dalla pestilenza alla guerra, dalla violenza alla carestia (coi cereali carissimi); di crisi in crisi, manca solo il meteorite. Al limite, in film fantascientifico-catastrofisti, non nella realtà. Invece l’ineffabile zar-führer Adolf II Ras-Putin, quel bravo figliolo di Putin, ci ha sputato addosso la sua spietata prassi e crudele prammatica, proditoriamente aggredendo e invadendo l’eroica Ucraina e scatenando l’inferno, cioè sguinzagliando i dogs of war, anzi no – pardòn –, promuovendo una meritoria inderogabile “operazione militare speciale”, lungamente pianificata, per liberare il Paese dai pervertitigaionazifascisti” (secondo l’ossessionata espressione del magnifico Patriarca ortodosso Kirill) ed allontanarlo dal suadente fascino delle nefaste debosciate sirene occidentali.

 

Ci eravamo giusto stufati del folle omicronomio pandemoniaco – attenuatosi, sì, però non estinto – e, pur con notevoli indici di contagio e letalità (ma, domando, se un tir mi schiaccia a mo’ di Pink Panther, o mi sforacchia la pallottola d’un cecchino, quindi mi ricoverano d’urgenza in ospedale, dove risulto positivo al covid, quantunque asintomatico, tentano di salvarmi senza successo e ci lascio le penne sotto i ferri, verrò contato tra le vittime del dannato coronavirus?!?), iniziavamo appena ad uscire timidamente dalla mascherata emergenza (in)sanitaria, quando, per evitare che crepassimo di noia, il pinocchiesco gattaccio Vladimir il Terrificante ha pensato bene, col consenso dell’olimpico volpone Xi, Celeste Imperatore mandarino, di attaccar briga in Europa Orientale per riconquistarsi le aree ex sovietiche, dopo l’annessione della Crimea e il riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche del Donec, con prossimi probabili obiettivi spazianti dalla Moldavia al Baltico e oltre: evidentemente, per sedurre e avvicinare a sé i popoli, il “democratore” predilige minacciare ed ammazzare, suscitare paura e odio piuttosto che amore… (Nella Federazione, si è arrivati addirittura a proibire internet, non bastando picchiare, incarcerare e torturare gli intrepidi e incoscienti contestatori.)

 

Quasi incredula, attonita, l’Ue di Ursula all’Orso russo ha comminato, in accordo con lo zio Joe d’America, “severe” sanzioni economiche (zoppe e con agghiaccianti effetti boomerang, in grado di portare a schizzare i prezzi di benzina e gas alle stelle, grazie alle scandalose negoziazioni borsistiche globali e alle tasse iperboliche), mirate ai mercati, alle banche, al rublo e alle criptovalute, nonché alle immense ricchezze degli oligarchi (che da Dubai o dalle Maldive se la ridono!), e appoggia con dichiarazioni retoriche roboanti l’indomito presidente Zelensky (già brillante comico e oggi abile comunicatore) e con cospicue forniture belliche l’esercito di Kiev, per rallentare l’irrefrenabile marcia dell’armata – un po’ sgangherata – del generale Gerasimov, che – fallita la strategia di blitzkrieg con assassinio e fulmineo golpe – assedia la capitale, accerchiata, e le maggiori città, da Kharkiv a Chernobyl (ahi!) e Zaporizhzhia (occupata), da Dnipro a Odessa, sul Mar Nero, proprio lì, a un tiro-di-schioppo dalla Moldavia e dalle truppe Nato in Romania e Polonia, o dall’ambiguo Sultano ottomano Erdogan, col pericolo incombente di ipotetici “incidenti”, fortuiti o cercati.

 

Mentre a Monaco e Versailles (con le funeste premonizioni storiche del 1919 e del ’38) non si conclude alcunché di concretamente tranquillizzante – né cessate-il-fuoco o tregue, né corridoi umanitari garantiti per i moltissimi profughi verso il Vecchio (in)Continente –, i pesanti bombardamenti, “convenzionali” o con vietati ordigni a grappolo, ovviamente non risparmiano i civili, spesso intrappolati come topi nei quartieri urbani martoriati, orfanotrofi compresi… In compagnia (pessima) di kalashnikov e molotov, orrore, buio, freddo, inedia. Pianto e stridor di denti in hac lacrimarum valleUna tragedia.

 

Il satanasso del Cremlino non si fermerà: o s’arrendono, o lui li stermina tutti. Trionfo della Morte.

 

Essendo necessario ta/gliare la te/sta al ser/pentone diabolico, qualcuno s’illuderà che gli offrano un sindonico caffettino corretto al plutonio o (omeopaticamente) allo stronzio, tipica tisana moscovita, che gli procuri la lieve “influenza” respiratoria drastica che si beccò nell’82 il Segretario del PCUS Andropov, e che consegni l’animaccia oscura al padrone Lucifero, Re delle Tenebre, rispettando lo scellerato patto faustiano, siglato col sangue.

 

Dietro l’angolo, la connivente Cina – che, insieme alla splendida cultura passata, ci ha donato la globalizzazione della miseria, cibi sovente avariati e cianfrusaglie in plastica tossica, dumping sleale e, naturalmente (od artificialmente), il fetente microbo di Wuhan – gode tra i litiganti, rafforzandosi a spese loro, e magari programma equipollenti missioni per papparsi il desiderato, goloso bocconcino di Formosa (Taiwan).

 

Si rischia insomma una drammatica escalation futura che inneschi l'assurdo Doomsday device atomico del Dr. Strangelove (1964) di Kubrick, ossia la pazzesca m.a.d., mutual assured destruction, con riscaldamento termonucleare; balliamo la danse macabre sull’orlo dell’abisso, giocando a scacchi colla pallida Signora con la falce.


      

 

E, guarda caso, nella succitata profezia evangelica escatologica è lo scarlatto Dragone (non... Supermario) a preannunciare la fine-dei-tempi.

 

Enrico S. Laterza

 

 

Le immagini ad illustrazione dell'articolo, dall'alto in basso, da sinistra a destra:

Victor Michajlovic Vasnecov (o Vasnetsov) (Lopjal (Kirov), 15 maggio 1848 – Mosca, 23 giugno 1926)

"I Cavalieri dell'Apocalisse", 1887, dipinto ad olio su tela, 72,5x135 cm.

Museo Centrale Statale della Cultura Musicale "M.I. Glinka", Mosca;

fotogrammi (di G. Fischer e G. Rescher) dalla scena iniziale (il cavaliere che gioca a scacchi con la Morte)

del film "Il Settimo Sigillo" (1957) di Ingmar Bergman (Uppsala, 14 luglio 1918 – Fàroe, 30 luglio 2007)

e dal finale di "The Day after" (1984) di Nicholas Meyer (New York, 24 dicembre 1945);

William Blake (Londra, 28 novemdre 1757 – ivi, 12 agosto 1827)

"Il Grande Drago Rosso e la Donna vestita di Sole", 1803-1805, acquerello su cartoncino, 55x42,5 cm.

Brooklyn Museum, New York

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Articolo pubblicato il 13/03/2022