Energia. Il Governo vara il ‘tagliaprezzi’, di 4,4 mld

Tagli su benzina e diesel per circa 25 centesimi fino al prossimo 30 di aprile

L’impennata dei prezzi dell’energia ha ormai contagiato la nostra economia e con le ricadute sui prezzi dei generi alimentari e materie prime, mina il bilancio delle imprese e delle famiglie.

A prescindere dalla durata della guerra, la discesa dei prezzi non sarà conseguente, anche perché il governo non ha ancora individuato fonti alternative di approvvigionamento e le scelte del passato ed i vincoli ambientali, sono ancora duri a morire.

Era urgente assumere provvedimenti contenitivi, a favore di cittadini ed imprese. Le delibere adottate   ieri sera dal governo vanno in quella direzione, anche se la materia dovrebbe essere ancora approfondita e adattata all’andamento delle quotazioni di gas e  petrolio ed alla situazione italiana a divenire.

Quali sono le misure immediate?

Tagli su benzina e diesel per circa 25 centesimi al litro fino al 30 aprile, bollette calmierate per le famiglie con Isee sotto i 12mila euro e possibilità per le imprese di rateizzare quelle per i consumi di maggio e giugno per un massimo di 24 mesi. Mario Draghi vara il ‘tagliaprezzi’ e mette in campo altri 4,5 miliardi contro il caro energia e l’impennata dei costi alla pompa. L’onere del provvedimento non sarà a carico della fiscalità generale, come ha dichiarato il presidente Draghi.

“Tassiamo una parte degli straordinari profitti che i produttori stanno facendo grazie all'aumento dei costi delle materie prime e distribuiamo questo denaro alle imprese e famiglie che si trovano in grande difficoltà. A differenza degli scorsi provvedimenti, gran parte degli interventi di oggi non sono finanziati da bilancio pubblico ma da aziende del comparto energetico. Permettiamo rateizzazione bollette sino a due anni, credito d'imposte per aziende gasivore e energivore”.

Esulta il ministro Giancarlo Giorgetti che porta a casa la possibilità per le imprese di varare un bonus da massimo 200 euro di buoni carburante per i loro dipendenti che non saranno tassati.  “È una proposta di buonsenso che aiuta i pendolari in questa fase critica di aumento dei carburanti”, ribadisce il titolare del Mise che ottiene l’ok del Governo anche per  il controllo delle esportazioni verso paesi extracomunitari di materie prime strategiche delle filiere produttive.

Oggetto del provvedimento sono i prodotti momentaneamente carenti per la salvaguardia degli interessi strategici nazionali. Per queste esportazioni le aziende dovranno notificare al Mise e agli Esteri almeno 10 giorni prima l’avvio delle operazioni e potranno procedere solo con un’autorizzazione dell’esecutivo, pena una sanzione non inferiore a 100mila euro.

Con la postilla che – filtra da fonti di Palazzo Chigi – sui provvedimenti in tema di controllo delle esportazioni delle materie prime “il governo sta verificando la loro compatibilità con la normativa europea”.

Un fondo ad hoc da 140 milioni viene creato per le imprese che operano nella pesca e nell’agricoltura e risorse mirate sono stanziate  per gli autotrasportatori, che beneficeranno anche di una riduzione dei pedaggi.

Avanti anche con il credito di imposta per energivori e gasivori e anche per le altre imprese attraverso la cessione del credito.

Contro le speculazioni arriva poi ‘Mister prezzi’, garante per la trasparenza che potrà richiedere alle imprese dati, notizie ed elementi specifici sulle motivazioni degli aumenti e, in caso di un mancato riscontro entro 10 giorni dalla richiesta, prevedere dalle multe che vanno dei 500 a 5.000 euro.

Varate le misure a livello nazionale, però, Draghi intende arrivare a una risposta che sia europea e condivide la rotta con i primi ministri di Spagna, Portogallo e Grecia. Il premier guida il fronte dei Paesi del Mediterraneo e, dopo l’incontro a Villa Madama con Pedro Sanchez, António Costa, e (in collegamento video perché positivo al Covid) Kyriakos Mitsotakis, i quattro parlano all’unisono: “Servono rispose europee” e servono in tempi “rapidi, immediati”.

Decisivo sarà il Consiglio europeo del 24 e 25 marzo, con l’obiettivo di arrivare a un tetto comunitario del prezzo di importazione del  gas.

Tra gli altri temi trattati, il governo intende attuare il giro di vite sui software per la sicurezza legati alla Russia. Al fine di prevenire pregiudizi alla sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici delle amministrazioni pubbliche derivanti dal rischio che le aziende produttrici di prodotti e servizi tecnologici di sicurezza informatica legate alla Federazione Russa non siano in grado di fornire servizi e aggiornamenti ai propri prodotti, le medesime amministrazioni procedono tempestivamente alla diversificazione dei prodotti in uso.

Per quanto concerne l’ospitalità ai profughi provenienti dall’Ucraina, secondo quanto prevede il decreto legge, è consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 che intendono esercitare nel territorio nazionale, presso strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private, una professione sanitaria o la professione di operatore socio-sanitario in base a una qualifica professionale conseguita all’estero regolata da specifiche direttive dell’Unione europea.

 

Sono inoltre previste misure di sostegno a favore di famiglie e imprese per l’accoglienza dei profughi.

Sostegni a Regioni, enti, associazioni e Terzo settore per l'accoglienza complessiva di 175mila profughi ucraini. Nello specifico, 60mila unità sono per l'assistenza di profughi che abbiano trovato autonoma sistemazione. Altri contributi riguardano 100mila rifugiati accolti attraverso le Regioni e 15mila sono relativi a "ulteriori forme di accoglienza diffusa" che saranno attuate "mediante i Comuni, gli enti del Terzo settore, i Centri di servizio per il volontariato, gli enti e le associazioni e gli enti religiosi civilmente riconosciuti".

 

"Le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'interno, relative all'attivazione, alla locazione e alla gestione dei centri di accoglienza, sono incrementate di 7.533.750 euro per l'anno 2022".

 

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Articolo pubblicato il 19/03/2022