
Indagine su come l’espansione del nostro spazio vitale non possa avvenire ignorando ogni più basilare forma di vita
Tempi di guerra, di ipocrisie, di falsità e di strisciante paura per l’umanità. Il mondo freme e teme l’olocausto nucleare, ma ci sono altre silenziose verità di specie che da troppo tempo sono aggredite senza pietà. Gli insetti sono gli artigiani della biodiversità e sono alla base della catena alimentare, ma stanno morendo. I killer siamo noi, si sta cercando di rimediare, non abbastanza.
Dopo quattro rivoluzioni industriali, l’umanità ha smarrito l’armonia con i ritmi della natura, intaccati da un “progresso” all’origine di molti dissesti che affliggono il Pianeta. È un fatto acquisito da tempo, intanto il riscaldamento globale è andato avanti e solo ultimamente i leader della Terra discutono di terapie. Non completamente.
Ultimo lustro: è la nuova era della green economy, dell’auto elettrica, dei GW-parchi fotovoltaici, del nucleare 4ªG. Progetti acclamati da un’informazione parziale e tendente al consenso popolare. “Sostenibilità e transizione” si presentano con le stesse regole dello sviluppo neoliberista che prosegue nel depredare le risorse della Terra al ritmo di Wall Street. Ed è tremendo.
Ma tutto questo, gli insetti non lo sanno.
Invece, noi sappiamo che l’olocausto degli insetti può portare al collasso gli ecosistemi del Pianeta. Da tempo, gruppi di entomologi e di scienziati più attenti alla biodiversità che all’economia, mettono in guardia verso un altro, tragico risvolto dell’attività umana. Negli ultimi 30 anni la popolazione degli insetti in aree umanizzate è diminuita del 75%.
Greenpeace ne ha fatto una crociata, nel 2019 il Somerset Wildlife Trust ha avviato un censimento a livello mondiale e nel 2020, su un articolo della rivista Nature Ecology & Evolutione, 70 scienziati hanno indicato le azioni a breve termine per evitare l’olocausto di api & compagni, già vittime del mutamento termico e delle stagioni:
- limitare al minimo l’uso dei pesticidi e dei fertilizzanti sintetici impiegati in modo massiccio nell’agricoltura industriale;
- ridurre in modo concreto le emissioni di gas serra poiché alterano l’aria nella bassa atmosfera e inquinano l’habitat degli insetti;
- depurare le acque e adoperare per le colture solo quelle pulite;
- tutelare l’esistenza di prati, piante e fiori selvatici, e scegliere una rotazione di coltura a maggese, anziché praticare monocolture che debilitano i terreni e richiedono fertilizzanti;
- ridurre i fattori stressanti per molti insetti, quali: lo sviluppo del magnetismo elettrico di 5ªG che ne disturba l’orientamento; il consumo del suolo; l’uso dei soffiatori di foglie e il rumore urbano in generale.
Lo stesso articolo segnala che oltre il 40% delle varietà di insetti è in forte declino, 1/3 delle quali è a rischio di estinzione. Tra queste, gli entomologi stanno valutando quali specie di insetti, tra: erbivori, detritivori e impollinatori, sono da tutelare di più per garantire il ciclo degli ecosistemi, poiché gli insetti sono vitali in qualità di “operatori ecologici” e di impollinatori, oltre a essere fonte di cibo per altre specie animali, in primis, per gli uccelli.
Difatti, la sparizione di molti piccoli volatili è una triste realtà, vittime anch’essi di fenomeni atmosferici, di microonde e di carestia.
Carestia girata alla razza umana se la moria degli imenotteri, quali le api, non verrà arrestata. Il rischio è noto, ma la tutela delle api non pare un obiettivo economico-prioritario per la new age green. Gli insetti non producono kilowatt, dunque sembra un problema a sé stante. Non è così.
I guai della Terra andrebbero affrontati come un’unica orchestra diretta con armonica maestria, invece sembra che “l’affare” gas serra sia svincolato dagli altri. Sul riscaldamento globale poi, sono saliti in cattedra certuni scienziati, pontificando su fasi planetarie ed ere glaciali, sminuendo i problemi del Mondo in usuali cicli di origine naturale, confondendo la gente.
La Terra, che lo sa, le reputa fesserie. Non sono di origine naturale:
- le emissioni di CFC che consumano le molecole di ozono, né l’inquinamento elettromagnetico;
- gli incendi che dall’Amazzonia al Borneo hanno cotto la foresta equatoriale per far posto ad allevamenti, colture intensive di mais e palme da olio per dolci e cioccolata;
- le isole di plastica e i polimeri sparsi tra le acque o sul fondo dei mari, sgradito pasto per fauna ittica in via di esaurimento;
- i rifiuti tossici e le scorie nucleari nascosti sotto il pelo della Terra, che appestano fiumi, falde acquifere ed aria, senza una scadenza definita;
- ogni cicca che abbiamo buttato per terra.
La lista è appena abbozzata e coinvolge migliaia di specie animali e vegetali di cui si consuma il silenzioso olocausto. Le meraviglie della natura però, restano un tema sempre in voga per documentari e naturalistici amarcord.
L’incoerenza verso la biodiversità è disarmante. Nel 2019, i rapporti di EKLIPSE (ente finanziato dall’UE dedito ad analisi sull’ecosistema), non hanno provocato incertezze sulla nuova rete 5G, malgrado 97 studi sui potenziali effetti delle microonde sull’orientamento di insetti e uccelli.
Presagi anticipati da più di un decennio, con numerosi esperimenti, studi e articoli pubblicati in tutta Europa, concordanti su come i campi magnetici confondono la “bussola magnetica” di insetti e uccelli migratori, e secondo “The Telegraph”, anche disturbare il metabolismo delle piante.
Insetti, uccelli, altre bestie e piante, ormai le conoscono le nostre debolezze. Esitiamo ad ammetterle noi, aggressivi esemplari di un’umanità dispersa da crisi, guerre ed altre incertezze. Razza sempre più distante dai ritmi della natura, dal ronzio delle api e da remote sapienze. Quando frutta e verdura saranno un lusso, sapremo ripristinare la catena alimentare?
Intanto, la Terra bombardata da una nuova guerra, zitta subisce, esausto bazar di materiali a servizio del progresso e della scienza invadente, serbatoio di petrolio e di gas di cui siamo sempre in astinenza.
E speriamo che api, passeri e le restanti forme di vita non debbano subire una impollinazione nucleare da parte della razza umana. Il destino è nelle mani dei giocolieri dei nuovi Ordini Mondiali.
Civico20News
Carlo Mariano Sartoris
Redattore
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Articolo pubblicato il 20/03/2022