LIBERTÀ DELLA POESIA E POESIA DELLA LIBERTÀ

da Il Profeta di Kalil Gibran

Troppo spesso invochiamo la libertà senza capire profondamente cosa significhi essere liberi: per ognuno di noi c’è un legame fortissimo con gli archetipi, le matrici delle Idee, di cui noi - qui nella materia - ne percepiamo solo l’ombra… e ognuno di noi vive la Libertà attraverso il proprio bagaglio cromosomico, le esperienze vissute e l’aspirazione alla libertà.

Nelle parole di Gibran un insegnamento che è Poesia.

Nella giornata mondiale dedicata alla Poesia questa pagina tratta da Il Profeta mi è sembrato il riferimento migliore.

 

E un oratore chiese: Parlaci della Libertà.

Ed egli rispose:

Alle porte della città e presso il focolare vi ho visto prostrarvi e adorare la vostra libertà, proprio come gli schiavi si umiliano davanti a un tiranno e lo lodano nonostante egli li uccida.

 

Ahimè sì, nel boschetto del tempio e all’ombra della cittadella ho visto i più liberi fra voi indossare la libertà come giogo e manette

 

E dentro di me il cuore sanguinava, giacché potrete essere liberi soltanto quando persino il desiderio di cercare la libertà diventerà una bardatura, e quando cesserete di parlare di libertà come di un traguardo e di un compimento.

 

Voi sarete liberi in verità non quando i vostri giorni saranno senza affanni e le vostre notti senza un bisogno e un dolore, ma piuttosto quando queste cose vi cingeranno la vita e ciononostante vi eleverete al di sopra di esse nudi e sciolti.

 

E come potrete elevarvi al di sopra dei giorni e delle notti se non spezzerete le catene che voi stessi, all’alba della vostra comprensione, avete legato al vostro mezzogiorno?

 

Ciò che voi chiamate libertà è in verità la più forte di queste catene, sebbene i suoi anelli scintillino nel sole e abbaglino gli occhi.

 

E cosa sono se non frammenti del vostro io quelli che vorreste scartare per poter diventare liberi?

 

Se è una legge ingiusta quella che vorreste abolire, quella legge è stata scritta con la vostra stessa mano sulla vostra fronte, non potete cancellarla bruciando i vostri libri di legge, né lavando la fronte dei vostri giudici, anche versandovi sopra il mare.

 

E se vorrete privare un despota del trono, badate prima di distruggere il suo trono eretto dentro di voi; poiché, come può un tiranno dominare uomini liberi e fieri, se non a causa di un dispotismo nella loro stessa libertà e di una vergogna nel loro stesso orgoglio?

 

Se è una preoccupazione quella che vorreste gettare via, quella preoccupazione è stata scelta da voi piuttosto che impostavi.

 

E se è una paura che vorreste disperdere, la sede di quella paura è nel vostro cuore e non nella mano della persona temuta.

 

In verità tutte le cose si agitano nel vostro essere in un costante semi-abbraccio: il desiderato e il temuto, il ripugnante e il prediletto, l’inseguito e ciò che vorreste fuggire.

 

Queste cose si muovono dentro di voi come luci e ombre in coppie attaccate.

 

E quando l’ombra si affievolisce e si dilegua, la luce che si attarda ed è lenta a scomparire, diventa ombra per un’altra luce.

 

E così la vostra libertà quando perde i ceppi, diventa essa stessa il ceppo di una più grande libertà.

 

 

Kalil Gibran, nato in Libano nel 1883 e vissuto a Boston per un breve periodo della sua adolescenza, ritornò in patria e completò gli studi nel Collège de la Sagesse a Beirut. Nel 1908 a Parigi seguì corsi di Arte e Letteratura, approfondendo testi di Rousseau, Blake e Nietzsche. A New York, fu l’incontro con Mary Elizabeth Haskell a determinare una svolta nella vita del poeta: fu lei a intuire la sua genialità e i consigli linguistici della intellettuale favorirono la pubblicazione dei testi anche in inglese. Notissimo è “Il Profeta” ma anche altre opere meno conosciute come “Gli dei della terra”, “Sabbia e onda”, “Gesù figlio dell’Uomo” portano la testimonianza di una spiritualità al di là della religione in una vibrazione di amore universale.

 

Kalil Gibran

Il Profeta

Traduzione dall’inglese di

Giovanna Francesca Brambilla

Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano

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Articolo pubblicato il 21/03/2022