
Castello di Novara, fino al 18 aprile 2022
La Fondazione Castello e il Comune di Novara hanno pensato una nuova grande mostra per la città, la cui iniziale scadenza è stata prorogata per il grande favore dimostrato sin qui dal pubblico.
Collocata all’interno del Castello di Novara, “Il mito di Venezia da Hayez alla Biennale” fa sì che le sale che hanno ospitato le carceri si trasformino in un luogo di evasione, con un viaggio immaginario fra le calli veneziane e i colori cangianti delle sue acque al tramonto. Il maniero che fu dei nobilissimi Visconti diventa sempre più una struttura funzionale innestata al centro della vita culturale novarese.
La curatrice Elisabetta Chiodini ha raccolto e propone un insieme di opere molto rappresentative di quell’ambiente.
Banco BPM ha dato il suo sostegno all’iniziativa culturale, nell’ambito delle sue attività istituzionali, con la convinzione che investire nella cultura voglia dire incoraggiare la coesione e il progresso sociale, oltre a sostenere la crescita economica (di cui il nostro Paese ha molto bisogno nel periodo del PNRR post covid).
METS Percorsi d’Arte (www.metsarte.it) continua con questa mostra un percorso iniziato nel 2018; la mostra “Divisionismo. La rivoluzione della luce” fra 2019 e 2020 ha raggiunto i 40.000 visitatori, pur fra le difficoltà e i lock down imposti dal covid (la testata Civico20News ha recensito la mostra il 12 aprile 2020: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=37119).
Entriamo in punta di piedi nel percorso espositivo, nel religioso silenzio che avvolge tutte le sale del Castello. Settanta opere sono divise fra otto sale, con molte opere mai viste dal pubblico in quanto provenienti da prestigiose collezioni private.
Il percorso espositivo inizia con Hayez, che ha fortemente influenzato la pittura veneziana nella seconda metà dell’Ottocento, e si sviluppa con opere di tanti altri artisti attratti dalla temperie culturale della Serenissima, una città unica al mondo: un mito che dura da 1600 anni, da Repubblica Marinara a centro di commerci e lingue, da città del Gran Tour a sogno turistico moderno.
La prima sala è dedicata alla pittura della storia, il “genere nobile” dell’arte figurativa, con quattro importanti lavori di Francesco Hayez (1791 – 1882). Colpisce, fra gli altri, “Valenza Gradenigo davanti agli inquisitori” (1843 – 1845), dipinto in precedenza esposto alla GAM di Milano nel 2018: un dipinto che si era ritenuto perduto, nel quale Hayez trasfigura la vicenda umana della figlia di un inquisitore, innamoratasi di un condannato.
Hayez è considerato il massimo esponente in Italia della pittura romantica, vissuto in un’epoca di passaggio tra la cultura neoclassica e quella romantica. Non solo: con alcune sue opere altamente simboliche e di elevato valore patriottico, come il famoso Bacio, dipinto in tre versioni, è anche il pittore simbolo dell’Unità d’Italia.
Dalla veduta al paesaggio ci accompagna la seconda sala, che comprende autori veneziani e non veneziani, che hanno contribuito alla trasformazione della veduta in paesaggio in arte. Domenico Bresolin (1813 – 1899), fra i primi pittori ad interessarsi anche di fotografia, è rappresentato con l’opera “Le zattere” (1864 – 1868).
La terza sala è dedicata a Guglielmo Ciardi (1842 – 1917), allievo di Bresolin. Dodici opere sono qui esposte, come in una piccola rassegna personale, a documentare l’evoluzione della sua pittura attraverso vedute poetiche della laguna. Magnifica è la “Veduta della laguna veneziana” (1882), che è anche l’immagine scelta a simbolo della mostra.
Il tema della pittura dal vero occupa tre sale.
Nella quarta sala scopriamo la rappresentazione dell’universo famigliare. Incontriamo opere vivaci e ricche di dettagli della vita quotidiana, che hanno come protagonisti contadini e lavandaie, raccoglitrici di riso e venditori di animali. “Il bambino malato” (1885) di Luigi Nono (1850 – 1918) è un’opera a forte impatto sociale, che apre uno squarcio quasi verista sulle condizioni di vita del popolo.
Nella quinta sala il tema è il lavoro e la vita quotidiana. Giacomo Favretto (1849 – 1887) nella sua breve vita ha dipinto, fra l’altro, “Il mercato di Campo San Polo a Venezia in giorno di sabato” (1883): immaginando abiti diversi, la scena si potrebbe svolgere ai giorni nostri, nello stesso luogo.
La sesta sala entra nei meandri dell’idillio amoroso. Ettore Tito (1859 – 1941) ha dipinto una donna veneziana che cammina quasi in posa da modella: il titolo dell’opera, infatti, è “Scena di vita veneziana (La fa la modela)”, del 1884.
La settima sala è tutta dedicata a Luigi Nono e alla devozione popolare, con un focus su una delle sue opere più famose: “Refugium peccatorum” (1881), con quella donna inginocchiata che restituisce il senso dell’umanità dolente.
L’ottava e ultima sala (Il tempo delle Biennali) concede uno sguardo sui medesimi artisti qui esposti, fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento: vi si può riscontrare il rinnovamento e il cambiamento del gusto introdotti nella pittura veneziana dal confronto con la pittura figurativa di artisti stranieri che partecipavano alla Biennale Internazionale d’Arte. L’opera di Pietro Fragiacomo (1856 – 1922) intitolata “Pescatrice di capelonghe”, del 1890, occhieggia alla grande pittura francese del colore.
Si tratta di una mostra ricca di opere e di suggestioni, che evidenzia l’evolversi della pittura e del suo gusto, con i primi fermenti che caratterizzeranno l’inizio e poi lo svolgimento di tutto il Novecento, il secolo breve come lo ha definito lo storico britannico Eric Hobsbawm.
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì (9 – 13 e 13.30 – 17.30) e il sabato e la domenica con orario leggermente diverso (9.30 – 13 e 13.30 – 17.30).
Per qualunque informazione si può contattare l’ATL della Provincia di Novara (0321 394059 o info@turismonovara.it) o consultare il sito www.ilcastellodinovara.it.
E intanto è già annunciata la prossima mostra: dal 22 ottobre 2022 al 12 marzo 2023 potremo conoscere l’arte milanese, nella trasformazione dal romanticismo alla scapigliatura.
Terminata la visita, ci sono tanti altri motivi per visitare la città di Novara, salotto classico piemontese che guarda con attenzione al carattere e al territorio lombardo. Novara, nella sua posizione geografica, la naturale porta d’oriente per il Piemonte, lo stesso ruolo che Venezia ha interpretato per secoli per tutta la civiltà europea.
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 24/03/2022