Nuoro – Al MAN ricordati i centoventi anni dalla nascita del torinese Carlo Levi

Una grande mostra, ripercorre la vita artistica e intellettuale di una figura di primo piano che ha attraversato il Novecento Italiano, aperta fino al 19 giugno 2022

Il MAN - Museo d’Arte Provincia di Nuoro - presenta fino al 19 giugno 2022 una grande mostra monografica, antologica :”Carlo Levi: Tutto il miele è finito. La Sardegna, la pittura”, curata dalla storica dell’arte  Giorgina Bertolino. La mostra, con 89 opere tra disegni e incisioni  eseguiti dal 1925  ai primi anni Settanta, documenta la carriera artistica di  Carlo Levi .

Per realizzare l’evento,   si sono avvalsi  della collaborazione della Fondazione Carlo Levi di Roma e dai prestiti di musei, collezioni pubbliche e private. L’esposizione è arricchita anche  da un  progetto speciale di residenza produttiva che ha visto coinvolta l’artista sassarese  Vittoria Soddu, con un film documentario, di  triplice intervento realizzato con la produzione della Fondazione Sardegna Film Commission.

Tonino Rocca- Presidente del MAN- “La mostra  è un contributo alla missione istituzionale del MAN  di promuovere attenzione e interesse su vicende artistiche legati agli sviluppi della scena artistica e culturale della Sardegna del Novecento ai giorni nostri, e in confronto con lo scenario nazionale e internazionale”.    

Il filo conduttore della mostra, prende spunto dal libro:”Tutto il miele è finito”,  di Carlo Levi edito da Einaudi nel 1964. Il libro è il racconto dei  due viaggi, che il pittore, scrittore, medico e viaggiatore, ha effettuato nel 1952 e quello avvenuto dieci anni dopo(1962).

Il titolo tutto il miele è finito è un canto, come si apprende in chiusura, nelle ultime pagine del volume. Un canto della tradizione popolare sarda, che Levi lo ha ricavato dai versi di un attitu, un lamento funebre ascoltato a Orune, nella Sardegna interna.

Levi lo ha trascritto sul suo taccuino in lingua sarda,e  prima di lasciare l’isola per il continente ne  ha discusso  il significato e la traduzione con gli amici che lo accompagnavano durante i giorni di permanenza nell’isola. Dunque:il miele  è un figlio perduto, pianto dalla madre:«il miele della casa», «prezioso, pulito e netto».

È la dolcezza, degli insetti, dei volatili, e degli umani, oltre le distinzioni e le abilità di specie. Carlo Levi paragonava il suo libro a un ritratto.

Giorgia Bertolino – la curatrice - spiega:

Il progetto della mostra inizia dalla rilettura di Tutto il miele è finito, un paesaggio –scritto che coinvolge e implica il corpo dell’artista, l’esperienza fisica sul terreno, il contatto con un passato amalgamato al suolo del presente, l’ascolto dei suoni, dei canti, e delle voci delle persone. Tutto il miele è finito è un libro –paesaggio, della specie di quelle letture che oggi raccogliamo intorno alle nozioni capienti di antropologia del paesaggio e di ecologia della cultura. Oltre l’idea di un paesaggio pacificato, cristallizzato dalle retoriche della bellezza, i paesaggi di Carlo Levi conservano intatta la loro capacità dinamica, cognitiva, politica”.  

“La mostra che il MAN di Nuoro ha dedicato a Carlo Levi, scrive nell’introduzione del catalogo, Luigi Fassi, nel centoventesimo anniversario della nascita indagando aspetti meno conosciuti della sua storia artistica e intellettuale, in linea con una volontà di ricerca che il museo ha dedicato negli ultimi anni alla riscoperta del proprio territorio - il mondo insulare del mediterraneo italiano- mediante i contributi di artisti e artiste di diversa provenienza e nazionalità che hanno dedicato parte significativa delle loro ricerche alla Sardegna, in un percorso che dal recente passato arriva sino al lavoro delle più giovani generazioni”.  

Le stagioni della pittura di Carlo Levi sono ripercorse nella grande antologica del MAN iniziando dagli esordi, presentando i dipinti datati  dal 1925 al 1930, mostrando  i dipinti delle città  che hanno accolto il  giovane: Torino (dove è nato nel 1902), Alassio (in Liguria) dove la famiglia possiede una casa sulla collina, altri quadri documentano poi la sua formazione di artista europeo, con l’intenso dialogo con l’arte francese.

La pittura per Carlo Levi è un diario una biografia. La sala dell’antologica si chiude presentando per la prima volta in Italia dodici carte appartenenti al ciclo  della cecità. Questi disegni nati al buio, mentre Levi è convalescente da un’operazione agli occhi, e si immerge nella profondità dell’inconscio e della memoria , esplorando il proprio immaginario.   

La mostra è documentata da un importante libro - catalogo edito dal MAN con la Società Editrice Allemandi. Il volume, inizia con un’introduzione di Luigi Fassi, seguita da un ampio corredo iconografico con le tavole a colori delle 89 opere esposte in mostra, le fotografie dell’album di viaggio di Carlo Levi, i bianchi e i neri di Federico Pantellani e János Reismann e documenti d’epoca.

La ricca sezione dei testi approfondisce il rapporto tra Levi e la Sardegna, con una antologia selezionata dei suoi primi articoli e attraverso i saggi critici di Giorgia Bertolino , Francesca Congiu, Valeria Deplano, Elisabetta Masala e la conversazione tra Vittoria Soddu e Nervina Satta, Micaela Deiana, Marco Piredda della Fondazione Sardegna Fim Commission.

Descrizione immagini:

Foto copertina catalogo

Foto 1 Album del viaggio di Carlo Levi in Sardegna,”Anfiteatro romano”, Cagliari, 1952, gelatina ai Sali d’argento,65x95mm. Fondazione Carlo Levi. Fondo Fotografico, Roma

Foto 2 Album del viaggio di Carlo Levi in Sardegna, “Giovane donna davanti al Consorzio Agrario Provinciale di Nuoro ”Agenzia di Orosei, 1952, gelatina ai Sali d’argento,65x95mm. Fondazione Carlo Levi, Fondo Fotografico,Roma

Foto 3 Carlo Levi “Natura morta su un foglio di«il becco giallo”», 1926 tempera su cartone , 35x49,7cm. Fondazione Carlo Levi, Roma

Foto 4 Carlo Levi “Natura morta con melone”, 1928, olio su tela,38x46cm. Fondazione Carlo Levi, Roma

Foto 5 Carlo Levi “Carrubo”, 1972, acrilico su tela, 160x99,5cm. Fondazione Carlo Levi, Roma

Foto 6 Carlo Levi “Autoritratto con la  barba”, 1973, acrilico su tela, 70x49,5cm. Fondazione Carlo Levi, Roma

Foto 7 Carlo Levi “Il miele di Orune”, 1963-1964, litografia, 500x700mm. Fondazione Carlo Levi, Roma

Foto 8 Federico Patellani,”Carbonia, 1950”. Miniera di carbone, stampa alla gelatina bromuro d’argento su carta baritata 300x400 mm. 2021, Federico Patellani© Archivio Federico Patellani - Regione Lombardia/Museo di Fotografia Contemporanea, Milano Cinisello Balsamo

Foto 9 Federico  Patellani “Carbonia 1950.”Caffè Impero”, stampa Alla gelatina bromuro d’argento su carta baritata, 300x400mm. 2021, Federico Patellani ©Archivio Federico Patellani – Regione Lombardia/Museo di Fotografia Contemporanea, Milano Cinisello Balsamo

Foto 10 János Reismann,”Sardegna. Roccia”, 1959, stampa alla gelatina bromuro d’argento su  carta, 242x180mm. Hungarian MUuseumof Photography, Kecskemét, Ungheria                                      

Foto 11 János Reismann,“Sardegna. Abiti svasati[stesi ad asciugare] 1959,stampa alla gelatina bromuro d’argento su carta,185x220mm. Hungarian Museum of Photography, Kecskemèt, Ungheria  

Foto 12 Vittoria Soddu. “Ogni andare è un ritornare. Una cornacchia nel giardino. Guspini, 2021, frame da video, fotografia di Francesco Piras

Le immagini per documentare il testo sono state tratte dal volume-catalogo della mostra:

“Carlo Levi. Tutto il miele è finito: la Sardegna, la pittura”, curata da Giorgina Berolino , fino al 19 giugno 2022. Via Sebastiano Satta 27 – Nuoro. Orari: dal martedì alla domenica:10.00-19.00. Lunedì chiuso. Per Informazioni: Tel.+39 0784.252110                                                                                                                                                                                               

 

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Articolo pubblicato il 24/03/2022