
Siamo ancora esseri umani?
Da sempre i poeti, quelli non prezzolati per cantare le glorie dei potenti, sono stati una spina nel fianco dei “regnanti”, in quanto la Poesia nasce per lo più da uno stato di grazia indotto dalle Muse.
Potrebbe sembrare una visione romantica, ma in realtà la conoscenza reale di persone sensibili, spinte a scrivere sotto dettatura, conferma tale ipotesi: lo dichiarano loro stesse, di non poter fare altro che gettare fuori di sé quello che sentono profondamente.
Il gruppo “Fissando in volto il gelo – Poeti contro il green pass” è eterogeneo, ma fortemente indirizzato verso la critica a qualsiasi forma di costrizione emessa da un governo ormai decisamente allo sbando.
Ecco dunque la seconda parte dei testi letti nel giorno dedicato alla Poesia in tutto il mondo, il primo giorno di Primavera.
Nuovamente per ordine alfabetico iniziando con il canto di Antonella Barina, di madre siciliana e padre veneziano a significare la comprensività del territorio italiano.
IL VALORE DELLA COSTITUZIONE
Equivocata ascolto interessata le ragioni dell’una e dell’altra parte guardata con sospetto e riprovazione da quelli che “in televisione hanno detto” così come da quelli che “hai visto in youtube”
perché
Non faccio bandiera della scelta di voler scegliere, per contro e contro ogni intenzione vengo assimilata a tumulti di piazza involgariti da agitatori algoritmici, loro sì protetti e certi di anonimato
mentre
Un pensiero più di donna che di dio barbuto mi ricorda di resistere alla tentazione vigliacca di schierarsi dall’una o dall’altra parte perché se pace esiste si concreta oltre i limiti del pensiero oppositivo
pertanto
Esercito lo scomodo privilegio di non aver partito e il diritto di scegliere non scegliendo tra l’una e l’altra parte anche se astenersi non è consentito
tanto che
Non è che una prova mi ripeto una delle tante mentre lungo la schiena si tramuta in brivido il timore reale di restare isolata come se chi ragiona già non lo fosse
Né d’altra parte posso
Non notare contraddizione in chi per conformismo sosteneva il valore della Costituzione
(Antonella Barina)
Siamo ancora esseri umani?
O siam soltanto schiavi
senza più un padrone?
Oppure cavie dentro un laboratorio
a forma di stivale?
Siamo ancora esseri umani?
Per come ci governate o ci giudicate,
dentro un ospedale o in uno stadio comunale
nelle scuole, per le strade,
nelle piazze o in un ospizio.
Siamo ancora esseri umani?
Per come ci maltrattate,
siam derisi, impoveriti,
schiavizzati, umiliati,
non abbiam più sangue,
perché anche quello
ci avete fatto versare.
Siamo ancora esseri umani?
Perché se ci avessero informato
quanto sarebbe costato
sopravvivere in questo stato
avremmo lottato,
non avremmo mai mollato,
non avremmo rinnegato le nostre radici,
il nostro passato,
non vi avremmo consegnato mai
le chiavi di ciò che ci spetta di diritto:
"la nostra libertà"
Ma due domande ve le voglio fare:
Cosa siam per voi?
Siamo ancora esseri umani?
(Emanuele Cilenti)
Sulla tomba di Keats
“You always sought eternal beauty
And now your beauty is eternal.
Thank you, John”
Queste le ardenti parole
da un devoto seguace redatte
e su un bianco biglietto deposte
ai piedi della lastra tombale.
Due rose incartapecorite
sospettose mi scrutavano
render omaggio al giovane poeta
“il cui nome fu scritto sull’acqua”.
…
Digiuno d’amore,
orfano di patria e di sogni
con la crudeltà di Artaud, la follia di Campana,
la rabbia di Pasolini,
lungo le vie del sale, dei consoli, dei pellegrini
ricompongo
– come i cocci delle fornaci
sotto la collina di Testaccio –
la mia personale via dei detriti.
(Sergio Gallo, da "Pharmakon" - puntoacapo, 2014)
Liberi tutti
Cara amica
stai coltivando le tue piantine
con tanto amore
Mentre tu
mia sorella
mi sorvegli curiosa
che faccio la pipi
dietro a un cespuglio
quasi davanti
Mentre tu
torta soffice
trabocchi di profumo
di fragole
di cioccolato
Ti divorerò in un istante
Mentre tu
cielo azzurro screziato di rami
e germogli
teneri
odorosi
mi riempi di voglia di vivere
Scappare nella natura
Affondare nella torta
Navigare districandosi
tra i rami confusi dal vento
Liberi tutti
È il momento buono
Per perdersi
Per scordarsi
Il resto non conta
Libera io
Afferrami se ci riesci
Non puoi
Perché io sono libera
E dico
canto
grido
liberi tutti
Il resto non serve
(Alessandra Gasparini da “Alice in scatola”, 2021)
Cornix
io tocco sempre la gioia dove invento una traccia di vita
io non so cantare nel coro dell’insidiosa omologazione
non so cancellare dagli occhi eidetici l’immagine di uomini e capretti sgozzati
non so mettermi in fila per mendicare le loro corone di stagno
i premi delle loro gare più stupide che crudeli
il dominio di miliardi di batteri
si fa beffe della maschera di qualche satana dispettoso
ma noi poveri uomini ci ostiniamo a fingere di non sapere
che l’unico metro per domani è il crudo verbo ecologico
l’allarme senza scampo di fronte alle quotidiane minacce
l’odio per ogni assurda crociata contro la comunità dei viventi
(Paolo Gera legge Aldo Braibanti, da “lettera a cornix”, 2001)
Verità o menzogna?
Hai vissuto il tuo tempo e vicina è la morte
che tu sia su una sponda o rimanga nel fiume
trascinato nel gorgo di pensieri non tuoi.
La scelta di vivere in un mondo sospeso
tra ragione e follia, ci ha costretti a tornare
rivestiti di foglie poi con passi felini
e ora umani fantocci in un luogo non vero
dove immagini false ci daranno il confine
tra reale e inventato, per crearci paura,
per lasciarci nel dubbio di essere presi
e costretti in un gioco perverso,
di morire impigliati nella tela del ragno.
Lottiamo, non smettiamo di credere il vero
nel vedere oscure figure di draghi trafitti
nel sognare arcangeli alati dalle spade lucenti
e quei demoni infami ridotti in catene.
(Chicca Morone)
Dimmelo, ti prego, che un giorno pagheranno
Per tutto il male fatto, i sadici al Governo;
Dimmelo, ti prego: ché sia giustizia in terra.
Che a questi maledetti sia dannata la memoria!
(Paolo Pera)
No Green Pass
io non posso fermarmi
io non posso rimandare
la mia carne è linea gotica d’emozione
o strategia dinamitarda, accoccolate sotto la diga totalitaria
condivido un cranio siamese con un gemello disobbediente
conficcato nell’articolazione del palloncino mai rassegnato alla tempesta.
(Lorenzo Pietrosanti)
Evasione dal mondo incatenato
Alle porte del tempo
spirar ampio anelito di Bellezza
muovendo di volontà incerto passo:
perciò spingo agili parole in chiare
acque e penso su nuvole di cipria.
In un tempo che chiede
pensier d’acciaio e parole inchiodate,
preferisco di Musa eterno canto
e degli aulenti colori dei fiori
e del corale stormir delle foglie.
(Paolo Ricciardi)
Duemilasedici
Destrutturati
dal dominio di dieci decine
di danarosi,
dovranno denudarci
di demonizzati diritti dovuti.
Destabilizzarci, denutrirci
dovranno.
Dettagliatamente disinnescarci.
Dovremmo divenire dromedari
di deturpati desolati deserti,
disfarci dei detriti dal dorso,
difenderci da disorientanti distese di dune.
Dico dovremmo.
Dal didentro
deduzioni decomposte.
(Serena Vestene)
Concluderei ricordando “Generale, il tuo carro armato è una macchina potente” poesia drammatica attraverso cui Bertold Brecht desidera suscitare nell’umanità un anelito di coscienza, indotto da intelligenza e ragione, per ribellarsi alle assurdità del momento vissuto:
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
E noi, siamo pronti a riappropriarci della nostra vita?
In copertina: Danza di Apollo con le Muse, dipinto di Baldassarre Peruzzi.
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Articolo pubblicato il 30/03/2022