La medicina umanistica come medicamento per chi crede ancora nel rapporto umano.
Intervista a Massimo Citro

Intervista a Massimo Citro della Riva

Abbiamo trascorso gli ultimi due anni “sospesi” tra l’informazione manipolata da giornali e televisioni di Stato contrapposta a whatsapp nonché twitter, facebook e social vari che riportavano notizie più o meno attendibili, ma se non altro un po’ meno mirate a terrorizzarci.

Perché è stata la paura la regina indiscussa di questa narrazione: ci ha resi timorosi e fragili perché non consapevoli della realtà in cui vivevamo tempestati da immagini agghiaccianti di malati intubati e carovane di bare risultate poi tutt’altro. Le terapie precoci, che senza dubbio ci avrebbero salvato, bandite e i ricercatori scherniti quando non diffamati pesantemente, se non peggio.

La paura ha scatenato in noi tempeste di adrenalina con effetti ben visibili sul sistema immunitario, un sistema oggi alterato dalle continue somministrazioni di un siero che, ormai è chiaro, non protegge.

È stato un periodo in cui i medici hanno dato subito prova di grande sacrificio nel dedicarsi anima e corpo alla cura dei pazienti nel momento in cui è stata ipotizzata la pandemia. Sfortunatamente molti eroi di un primo momento sono stati in seguito bistrattati, quando hanno deciso di non volersi inoculare il siero, senza precise informazioni: non c’è stato né il tempo né il modo di dibattere e spiegare le motivazioni della loro decisione.

Così la classe medica è stata divisa in due parti: i competenti e affidabili, vaccinati, che seguivano il protocollo e gli altri “inaffidabili”, quelli che avanzavano qualche dubbio e volevano approfondire la modalità e l’approccio di questa campagna vaccinale.

Come se i medici, che hanno studiato, professato, curato fino a pochi mesi prima, improvvisamente fossero diventati reietti, inabili alla professione.

Perché non si è potuto discuterne? La scienza è fatta di confronto, di controlli, del principio di precauzione rispetto all’utilizzo di un “vaccino” chiaramente sperimentale.

Durante una trasmissione – che non nomino appositamente – il dottor Massimo Citro è stato definito un ciarlatano, un apprendista stregone: non fosse tragico per la quantità di persone raggiunte via cavo, ci sarebbe da ridere per le figure meschine fatte dalle virostar presenti, non solo in quella occasione.

Ci ha gentilmente concesso questa intervista per testimoniare quanto accaduto pochi giorni prima di Pasqua, in sede di assemblea dell’Ordine dei Medici a Torino, contrariamente a quanto raccontato dai giornali di stato.

 

Lunedì 11 aprile, una rappresentanza di medici no-vax ha bocciato il bilancio dell’Ordine dei Medici di Torino: se succedesse anche alla prossima votazione, cadrebbero le cariche e l’Ordine verrebbe commissariato. Lei, che era presente, cosa può dire a riguardo?

Prima di tutto, non si tratta di vax o no-vax, ma di una rappresentanza di medici che non si riconoscono più nell’attuale gestione di un Ordine che ha vietato di curare gli infettati, che ha sostenuto la cosiddetta “tachipirina e vigile attesa” responsabile di migliaia di morti in Italia; che non ha preso posizione a difesa dei pazienti e, invece, ha ubbidito alle disposizioni di governo senza il benché minimo pensiero critico.

Perché l’Ordine si è comportato così nei confronti di voi medici e di noi pazienti?

Perché si è lasciato trasformare in un organo dello Stato. Ausiliario e sussidiario dello Stato, ovvero un braccio secolare del governo. In questo modo l’Ordine dei Medici non è più libero e non può più svolgere la propria funzione di tutela dei medici, dei pazienti e della Medicina. Durante la pandemia, l’Ordine ha ribadito di voler salvaguardare lo spirito del governo, quando invece avrebbe dovuto rispettare quello della Medicina: sarebbe più onesto se cambiasse nome riconoscendo quello che è: una succursale del Ministero.

Chiediamoci a che cosa serva un Ordine del tutto assoggettato allo Stato. Se un domani avessimo un governo nazista – e non ci siamo molto lontani – che, come nella Germania degli anni Trenta, obbligasse i medici a uccidere centinaia di migliaia di bambini “difettosi” (mi riferisco alla Aktion T4 di Berlino, che ho ricordato anche nel mio romanzo storico Iavè. Il delirio segreto di Hitler), noi medici dovremmo forse ubbidire a quelle leggi, diventando dei criminali? Questo è il primo pericolo dell’essere asserviti alle disposizioni del governo.

Quali sono gli altri pericoli?

La trasformazione del medico in un burocrate robotizzato, non più pensante, obbligato a ubbidire ai protocolli, eterodiretto dall’industria farmaceutica e dalla politica. Ormai l’industria finanzia e controlla la Sanità e, di conseguenza, la Medicina di oggi fa bene agli industriali e non più ai pazienti. È quello che cercano di fare da anni con i protocolli: noi medici non abbiamo bisogno che qualcuno ci dica come curare i pazienti. Questi inutili e sterili protocolli (che vanno rigettati in blocco) rientrano nella logica delle élite finanziarie sovranazionali che – come ho denunciato in Apocalisse. Li hanno lasciati morire, che ha la prefazione di mons. Viganò – controllano buona parte del mondo e sono responsabili dell’attuale epidemia e della sua gestione criminale.

I medici sono un pericolo per loro, un ostacolo al loro progetto transumanista che l’oligarchia tecnocratica finanziaria esprime attraverso la loggia di Davos, ed è per questo che da anni il Sistema cerca di togliere alla classe medica potere e autonomia. La Sanità asservita all’industria vive sulla menzogna. Basti pensare all’accanimento nel privare la gente di vitamina D3, proponendo dosaggi ridicoli e spaventandola con un’inesistente tossicità. Perché lo fanno? Perché con adeguati livelli di vitamina D3 la popolazione si ammalerebbe molto meno, andando contro gli interessi di un’industria che deve vendere il più possibile. Lo stesso vale per la cosiddetta telemedicina che, in alcune occasioni, può esprimere una certa utilità ma che non deve, come invece il Sistema vorrebbe, sostituirsi al medico. Nessun computer potrà mai prendere il posto della mente umana: il bravo medico ha intuizione, colpo d’occhio, fantasia, amore per il paziente e un pensiero analogico, tutte qualità naturali che non si possono insegnare né sostituire. Noi medici siamo umanisti, non transumanisti: la Medicina è una scienza umanistica e non può diventare una scienza matematica o informatica. Sarebbe la sua morte.

Che soluzioni suggerisce per tornare ad avere una vera Medicina?

La prima cosa da fare è restituirla ai medici, cacciando dalla Sanità mercanti e politici. Bisogna punire duramente ogni forma di comparaggio, diretto o indiretto, da parte dell’industria nei confronti di medici, istituzioni, servizi sanitari, ministero. Se l’industria vuole vendere in Italia dovrà pagare una tassa annuale d’ingresso, che andrà allo Stato per cofinanziare la Sanità e, alla seconda volta che venga dimostrato un tentativo di comparaggio o di corruzione, quell’industria non potrà più vendere da noi per un certo numero di anni. Machiavelli insegna: punirne pochi per educarne molti. E soprattutto bisogna ritornare a una Medicina umanista, il rapporto medico paziente è sacrale e non freddamente burocratico, poiché sacro è il paziente e sacro il suo dolore. Oggi c’è un triste distacco fra medico e paziente, e va recuperata la fiducia.

Lei è stato sospeso dal suo Ordine per non essersi vaccinato. Cosa pensa delle sospensioni?

Ho accettato, in modo socratico, una disposizione stupida, faziosa e priva di senso, solo per non turbare ulteriormente un momento difficile in cui in molti morivano. Il mio caso è aggravato dal fatto che mi hanno sospeso pur essendo esentato dall’inoculazione. Solo da pochi giorni l’Ordine mi ha reintegrato, dopo sei mesi, dimostrando tardivamente che avevo ragione. Resta il fatto che questo regime totalitario impone con il ricatto un siero sperimentale altamente pericoloso, oltre che inutile.

Che idiozia è quella di sospendere i medici durante una pandemia? Non si è mai vista una stupidità del genere nella Storia. Soprattutto, vale il principio che un medico non possa mai essere sospeso, poiché egli è medico sempre, fino all’ultimo istante di vita. Non può non soccorrere o curare, anzi è obbligato a farlo anche se sospeso, dunque che senso ha una sospensione? Le leggi che governano l’arte sacra della Medicina sono divine e sono più importanti di quelle umane. Il grande Oreste Speciani scriveva: “la Medicina non è una professione, è un sacerdozio”. Io aggiungo che la laurea in Medicina è una consacrazione, dunque il medico resta tale anche da sospeso e risponde prima agli Dèi che agli uomini. Quando le leggi degli uomini contrastano quelle degli Dèi, vanno disattese, così recita l’Antigone di Sofocle.

Che cosa succederà quindi con l’Ordine?

Lunedì abbiamo espresso al Consiglio dell’Ordine il profondo disagio di noi medici ed elencato, con molta calma e rispetto, le numerose loro gravi mancanze, nella speranza di cambiare le cose. È stato un segnale di protesta civile, l’unico possibile sotto un regime che prevede la propaganda al posto dell’informazione e addirittura la Polizia a presidiare, con la Digos che filmava ogni movimento, come se fossimo delinquenti e non dei medici. Con giornali come “Il Corriere” che hanno parlato di scontri e di fermati, quando invece non c’è stata nemmeno un’alzata di toni né dentro né fuori. Ma ormai, si sa, in Italia si vendono più giornalisti che giornali e, finché c’è falsità d’informazione, la tirannia può prosperare. Il nostro intento è trovare un accordo per il bene di tutti ma, se le cose non cambiassero, siamo pronti allo scisma.

Uno scisma? In che senso?

Non intendiamo sottostare al giogo del potere, la Medicina deve ritornare libera e siamo determinati a uscire dall’Ordine per costituirne uno parallelo, ispirato ai sacri principi della Medicina antica e umanistica. La nostra neonata Società Italiana di Medicina (SIM) costituisce l’humus per questa trasformazione e conta già migliaia di iscritti.

Dunque, avremo due Medicine?

La Medicina è una sola (noi medici non siamo per la divisione) ed è quella della tradizione ippocratica, del Giuramento, la Medicina umanistica e sacrale. Chi, invece, preferisce sottostare a interessi di altro genere è libero di farlo, ma non saranno più chiamati medici. Il loro vero nome è quello scelto dal Sistema: sanitari. Come gli accessori dei bagni.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 21/04/2022