L’Enigma energia, rileggendo l’intervista di Draghi

L’approvvigionamento energetico è centrale nel conflitto con la Russia. Cosa stiamo facendo a riguardo?

Com’è noto siamo sommersi da interviste, dichiarazioni, contraddizioni, commenti più o meno autorevoli e quant’altro. Non possiamo umanamente cogliere le sintesi od i significati reconditi di tanti bizantinismi e  memorizzare tutto.

Merita però riflettere, rileggere ed ascoltare. Così i dubbi crescono, come i  giudizi sui protagonisti della scena. Rimaniamo su quel che potrebbe capitarci nell’immediato futuro.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi in un’intervista al Corriere della Sera parla della crisi energetica e ritorna sulla domanda provocatoria della pace in alternativa al condizionatore. “Il sacrificio, in questo caso, è contenuto, pari a qualche grado di temperatura in più o in meno. La pace è il valore più importante, indipendentemente dal sacrificio, ma in questo caso il sacrificio è anche piccolo”. Espressione che ha fatto il giro del web ottenendo commenti ed interpretazioni in gran parte irripetibili.

A breve giro viene diffusa una dichiarazione dell’ambasciatore tedesco a Roma:

"Non possiamo uscire da questa relativa dipendenza dal gas russo dall'oggi al domani, sia per la Germania sia per l'Italia sarebbe molto dannoso". Lo ha affermato l'ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling. "Sono comunque sicuro che già quest'anno faremo un passo importante per ridurre sensibilmente questa dipendenza, e nei prossimi anni vogliamo ridurla a zero - ha precisato . E’ un  segnale di altro tipo!

Per il premier Draghi la questione è risolvibile e non è una reale crisi. Per lui non sarebbe un problema abbandonare il gas russo. Ma perché propaga  l’entusiasmo dell’imbonitore?

Draghi si mostra molto fiducioso sull’argomento e sulle rinnovabili, mentre gli esperti non trovano un riscontro concreto nella situazione reale.

“Il governo ha già approvato norme per sbloccare gli investimenti nelle energie rinnovabili” assicura Draghi che ha intenzione di andare in questa direzione e non gravare sulle spese degli italiani. Draghi è sereno anche sul prossimo inverno e sulle scorte di gas. “Siamo ben posizionati. Abbiamo gas negli stoccaggi e avremo nuovo gas da altri fornitori. Se anche dovessero essere prese misure di contenimento sarebbero miti. Stiamo parlando di una riduzione di 1-2 gradi del riscaldamento e variazioni analoghe per i condizionatori”.

Secondo il presidente del Consiglio, inoltre, l’Europa deve fare qualcosa di concreto per allontanarsi dalla Russia e abbandonare la sua dipendenza dal gas russo. La soluzione per il premier è partire con l’imporre un “tetto” al prezzo del gas russo.

In questo modo si rafforzeranno le sanzioni per la Russia ma il loro impatto sulle nostre economie sarà alleggerito. L’Europa per Draghi dovrebbe iniziare a comandare le regole del gioco, arrivati a questo punto.

Peccato che saggiamente i capi di stato e di governo dei Paesi europei, non abbiamo ancora deliberato il blocco delle forniture dalla Russia. Ci sarà pure un motivo?

Con il nuovo accordo con l’Algeria Draghi si sente più ottimista riguardo alla situazione energetica in Italia. Ma nemmeno questo, stando a quanto sappiamo, può bastare. Quel Paese, dovrebbe, almeno nelle intenzioni di Draghi, diventare il nostro principale fornitore di metano (al momento è il secondo col 23% del totale, dietro alla Russia, che ce ne vende il 43%).

Algeria che contestualmente flirta con la Russia e, tenuto conto del livello democratico di quel Paese, un governo acquisitore serio e responsabile, non potrebbe essere così certo sulla continuità delle forniture.

l’Italia, a quanto di dice, ha provveduto ad aumentare le importazioni dagli altri paesi fornitori come l’Azerbaijan e il Qatar.

«La diversificazione è possibile e attuabile in tempi relativamente brevi, più brevi di quanto immaginassimo solo un mese fa», garantisce il premier.

Ma per gli esperti questo entusiasmo non regge, anche perché si tratta di accordi con paesi ritenuti inaffidabili e non riusciremmo a sostituire tutto il nostro fabbisogno energetico, con costi oltretutto non dichiarati.

Al colmo dell’improvvisazione, Di Maio ed il compare Cingolani che, come ministro irresponsabilmente si oppone allo sfruttamento delle risorse energetiche presenti in Italia, si rivolgono al Congo, Paese così tranquillo e affidabile come fornitore di energia, da non ricordare l’uccisione avvenuta colà,  il 22 febbraio 2021, del nostro Ambasciatore Luca Attanasio che non era un guerrigliero, ma un operatore di pace che con una missione dell’Onu operava  per la stabilizzazione di quel Paese.

Quale fiducia dei protagonisti in azione e del futuro può nutrire un Italiano?

 

 

 

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Articolo pubblicato il 21/04/2022