Cani e umani, una strana amicizia.

Dubbi e riflessioni su una relazione ambigua e sbilanciata.

Probabilmente ancora non lo sa ma è stato nuovamente insignito del titolo di miglior amico dell’uomo. Proprio così: alla fine dell’ennesimo concorso tra gli animali domestici si è riconfermato al primo posto assoluto. Certo non è stata una competizione facile. Infatti una volta ancora ha dovuto produrre tutta la documentazione che ha certificato quante e quali prove ha dovuto superare nel corso del tempo trascorso al fianco degli umani.

Cominciando dal principio, qualche millennio fa, è stato separato dai fratelli lupi per essere addestrato a diventare loro nemico e imparare a proteggere le case e le greggi degli umani che per ringraziarlo lo hanno spesso tenuto alla catena a pane e acqua. Se poi, a causa della fame conseguente, riusciva comunque a procurarsi cibo decente a spese di qualche altro animale presente nel cortile, poteva terminare il pasto con un corroborante digestivo a base di bastonate.

 

Seguendo le “buone intenzioni umane” lo si vede compagno di caccia di tutto ciò che passa per la mente del suo “padrone”, tartufi, selvaggina, esplosivi, tracce di gente scomparsa, contrabbandieri o spacciatori di ogni cosa possibile, perfino della presenza di malattie particolari grazie al suo fiuto inarrivabile, per il quale è impiegato anche per la ricerca di vittime di valanghe e crolli di edifici.

 

Per puro diletto e guadagno è torturato, affamato, incattivito per essere usato in combattimenti clandestini con i suoi simili, oppure curato, profumato, tosato e imbellettato per partecipare a concorsi di ogni genere. Quasi sempre comprato come giocattolo per bambini e poi abbandonato quando questi non si divertono più dopo avergli inflitto ogni sorta di angherie, se va bene, spaesato, finisce travolto da una qualche automobile o alloggiato temporaneamente in un canile per poi, passato un certo tempo, essere eliminato definitivamente.

 

Nato spesso in allevamenti improvvisati, in paesi dove non si applicano le minime norme igieniche, da incroci tra consanguinei, non ha le necessarie capacità di resistenza per vivere a lungo. Oppure, per soddisfare il desiderio di qualche benestante disposto a spendere il dovuto, viene incrociato tra razze diverse per conseguire particolari caratteristiche. Possiamo quindi constatare l’esistenza di esemplari di taglia microscopica o grandi come vitelli, con occhi sporgenti fuori dalla testa a causa del rimpicciolimento della scatola cranica che provoca la compressione del cervello e grandi sofferenze, oppure nasi schiacciati che impediscono una normale respirazione. In alcuni casi dispone di gambe talmente corte da costringerlo a trascinare gli attributi sulla sabbia rovente delle spiagge dove i loro amici lo portano in vacanza.

 

Tenuto allo stretto di un appartamento, dove spesso viene lasciato solo tutto il giorno, oppure al guinzaglio quando portato fuori per l’ora d’aria e dei bisogni, come ci si può stupire che sia colpito dalle stesse patologie del suo padrone o finisca per nutrirsi dei suoi stessi escrementi (da cui le varie espressioni “vita da cani” oppure “mangiare m ….”).

 

Viene da chiedersi come sia potuto accadere tutto ciò e come possa essere considerato sano un rapporto come questo.

 

E meno male che l’essere umano lo considera il suo miglior amico: figuriamoci se l’avesse ritenuto un nemico!

 

Si potrebbe dire tuttavia che anche in questa relazione, apparentemente sbilanciata, tutto quanto ritenuto negativo deve pur essere compensato da qualcos’altro di positivo e probabilmente è così, però si fa veramente fatica a crederlo a meno che ciò non si possa cogliere facilmente. Oppure si deve prendere atto che bastano alcune carezze e pasti assicurati per passare sopra a tutto il resto. Quasi come per molti umani.

 

foto e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 23/04/2022