L’Italia di Pavia

Il monumento a ricordo dei combattenti risorgimentali (di Alessandro Mella)

In altre occasioni abbiamo rievocato il bel monumento che ancora oggi ricorda il generale Garibaldi a Pavia. Ma passeggiando per questa bella città è possibile imbattersi in un’altra singolare statua dedicata a quegli anni eccezionali e simile, per alcuni aspetti simbolici ed estetici, alla quasi coeva eretta a Brescia e di cui diedi cenno precedentemente.

All’indomani dell’unione della Lombardia al Regno di Sardegna, dopo la vittoriosa campagna militare del 1859, furono molti i comuni lombardi che sentirono il desiderio di celebrare la liberazione dal giogo asburgico nonché di rendere omaggio ai martiri che dopo tante lotte avevano permesso di raggiungere quella ritrovata libertà.

Anche Pavia non fu da meno e grazie ad una sottoscrizione dai risultati prodigiosi fu possibile pensare di usare quei denari per l’erezione del monumento ai caduti locali nelle guerre dal 1848 al 1860 ma anche di contribuire a quello che l’università voleva innalzare per i propri studenti similmente scomparsi nelle medesime e gloriose circostanze.

Le lungaggini burocratiche ed i molti problemi che il paese andava affrontando spinsero l’università ad interrompere le vane attese e far per conto proprio svincolandosi dagli accordi con l’amministrazione locale.  Una targa a ricordo degli studenti, quindi, venne unilateralmente messa in opera e terminata nel 1862.

Forse la scelta fu percepita come un affronto, forse come una mortificazione, fatto sta che il comune provvide di corsa ad approvare il progetto di Alessandro Martegani per la statua “L’Italia ai pavesi caduti per la Patria”.

Lo scultore ricevette la commissione nell’estate 1863 ed immediatamente si mise al lavoro per realizzare i desiderata che gli erano stati indicati. Il monumento, infatti, doveva essere ricco di simbolismi altamente comunicativi. (1)

Finalmente nel 1866, l’anno della Terza Guerra d’Indipendenza che restituì il Veneto all’Italia, ci fu l’inaugurazione. Dell’opera ci offrì una breve descrizione Gustavo Strafforello:

Monumento all’Italia - Lungo il corso Vittorio Emanuele, in quello slargo che è tra l’estremità nord del palazzo universitario ed il palazzo della Prefettura, sorge il monumento all’Italia, sul piedestallo del quale vennero incisi i nomi dei Pavesi - e formano una piccola legione - caduti nelle battaglie per l’indipendenza patria, dal 1818 in poi. Il monumento consta di una statua colossale in marmo di Carrara, simbolizzante l’Italia, modellala con linee piuttosto accademiche, ma di forme belle e severe. Ne fu autore Alessandro Martegani di Milano, e venne inaugurato il 3 giugno 1866. (2)

 

Le vicende del monumento furono, tra l’altro, rievocate tempo fa in un convegno a tema di cui si ritiene utile riportare i contenuti:

 

Così la statua di piazza Italia celebra l’Unità. PAVIA Nella corona che porta in fronte si intravedono i simboli di Roma, della Sicilia, di Venezia e Torino; nella mano destra stringe una penna. È l’Italia che Pavia rappresentò il 3 giugno del 1866 con la statua che ancora si trova nell’omonima piazza (prima Piazza del mercato della legna). Un’Italia, che Alessandro Martegani, l’allora giovane artista che eresse la statua davanti all’Università, immaginò come simbolo prima del Risorgimento, poi del Caduti della Seconda guerra mondiale, quindi della Resistenza.

Proprio da quel fatto si è partiti nel promuovere la giornata di studio in programma oggi, alle 9, nell’Aula Volta dell’Università, giornata dedicata al tema: “La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e identità nazionale”, iniziativa organizzata dal Comitato provinciale per la valorizzazione della cultura della Repubblica nel contesto dell’Unità europea, presieduto dal prefetto, in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia.

Esperti a confronto per parlare della storia e delle vicende legate alla progettazione e alla costruzione dei monumenti commemorativi dell’opera risorgimentale esistenti nelle città lombarde. Esperti come Catherine Brice de L’Université de Paris, Maurizio Bertolotti, dell’Istituto storico mantovano e Paolo Gheda dell’Università della Valle d’Aosta.

Di Pavia e del suo monumento, parlerà Marina Tesoro, docente di Storia contemporanea nell’ateneo pavese. Che spiega: L’iniziativa si colloca nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia ma anche nelle celebrazioni dei 650 anni dell’Università.

Il monumento di Pavia presenta alcune particolarità. Innanzitutto è precoce, in secondo luogo è raro perché le raffigurazioni femminili dell’Italia sono poche.

L’idea iniziale era di realizzare un monumento ai caduti della Seconda guerra, e quello di piazza Italia sarebbe diventato così una sorta di altare della patria pavese per coloro che hanno versato il loro sangue nel Risorgimento, nella Prima guerra mondiale e nella Resistenza (grazie alle due lapidi in Università).

In questo modo l’Università e la città sono diventate un tutt’uno.

Se esiste ancora questo senso di appartenenza?

Guardando a ciò che sta accadendo in Italia – conclude Marina Tesoro – qualche dubbio mi assale. (3)

Ancora oggi la bella statua si erge nella piazza dedicate e l’avventore ed il turista di passaggio non può non notare quel monumento che, nella sua sobria bellezza, ricorda quanti sacrifici e quante fatiche costò l’unità di quest’Italia che spesso non sappiamo amare abbastanza.

Alessandro Mella

NOTE

1) Per approfondimenti: La memoria in piazza, Marina Tesoro a cura di, Effigie.

2) La Patria – Geografia dell’Italia, Provincia di Pavia, Utet, Torino, 1896, Guastavo Strafforello, p. 25.

3) https://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2011/10/07/VO_10_04.html  

 

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Articolo pubblicato il 04/05/2022