Chi ben comincia è alla metà dell’opera ...

… che si svelerà gradualmente nella seconda metà.

Gentili lettori,

dando seguito a quanto espresso nella prima serie di incontri, a partire da ora, in modo non consecutivo, troverete una lunga serie di articoli che percorrono quanto è avvenuto durante gli incontri di dialogo sul senso della vita che si sono tenuti online, a cavallo tra il 2021 e 2022, grazie alla sollecitazione e partecipazione di un nucleo duro di amici, conoscenti e sconosciuti che desideravano iniziare, continuare ed aggiornare uno scambio, cominciato nel 2012, che i difficili tempi che stiamo vivendo rendono quanto mai urgente e necessario.

 

A tutti loro porgo un profondo ringraziamento così come a voi che avrete la pazienza di leggere senza poter interagire direttamente. Ma poiché nulla avviene a caso e nulla va perduto, certo che non mancherà l’interazione secondo gli infiniti canali di connessione che sono caratteristici della vita, vi ringrazio anticipatamente per gli apporti che si manifesteranno nonostante noi, attraverso di noi, in noi e tra di noi, così come ritenuto dalla vita.

 

Le scritte in grassetto inclinato si riferiscono agli interventi del pubblico.

Il testo è la trascrizione, più fedele possibile, delle registrazioni effettuate con videocamera. Niente di ciò che seguirà ha la pretesa di essere verità assoluta ma semplicemente può costituire spunto di riflessione personale rispetto a quanto riportato.

 

La trascrizione del primo di questi incontri, il n° 63 del 16.11.2021, è stato suddiviso in 10 articoli. Questo è il n°1.

 

Buona lettura.

 

§

 

Bene, direi che possiamo partire. Intanto ancora una volta benvenuti. Diamoci tutti del tu così evitiamo formalismi e cominciamo questa avventura alla riscoperta di quello che è il senso della vita. Come accennato nella presentazione che avete ricevuto, non stiamo parlando di qualcosa di filosofico né di astratto, ma ben pratico e tangibile. Che sia realmente così non ci risulta semplice da comprendere, perché non siamo soliti usare questo senso come facciamo con tutti gli altri sensi che utilizziamo normalmente nelle nostre occupazioni quotidiane. Ciò deriva dal fatto di essere stati disabituati a farlo fin dall’infanzia, come abitudine e consuetudine della società attuale, a partire dalla famiglia. Si tratta di quella molteplice usanza, quasi universalmente condivisa, di formare le persone, fin dalla loro nascita, ad un tipo di interazione con la società che parte da preconcetti e da abitudini che nel corso del tempo si sono sostituite a quella che è la percezione diretta della realtà da parte della singola essenza presente nell’individuo.

 

In pratica passiamo tutto il tempo della nostra esperienza materiale separati dalla vita, perché utilizziamo una modalità di relazione con le cose che non è, o non è più, quella che era in principio. Ognuno di noi è arrivato in un sistema che ha delle sue regole; queste regole nessuno le ha mai messe in discussione al punto tale che sono diventate “vere” tanto quanto la verità.

 

Al punto in cui siamo arrivati noi oggi facciamo veramente fatica a comprendere cosa sia vero e cosa no. È chiaro ed evidente che, per la maggior parte delle persone, tutto ciò non abbia molta importanza. La vita è quella che si sta vivendo, le cose sono quelle che stiamo vedendo, quello che tocco è reale, quello che non tocco probabilmente non solo non è reale ma non esiste proprio.

 

Per poter fare appello a questo senso estremamente importante per capire sia perché la vita è quella che è e sia per capire quello che noi facciamo all’interno della vita, occorre un percorso di riattivazione che per la maggior parte delle persone non ha senso percorrere, se non per quelle tra loro che, ad un certo momento, cominciano a farsi delle domande e a queste domande non trovano sufficienti risposte. Per questa ragione c’è qualcuno che comincia ad andare un po’ più in là del semplice sentire che manca qualcosa, o che qualcosa non torna, e si mette a cercare, come altri, qualcosa di più rispetto a quello che normalmente è apparecchiato giornalmente davanti a noi.

 

La nostra vita è fatta di relazioni, è fatta di lavoro, di divertimento, di un sacco di sperimentazioni, che però, per la maggior parte, non vengono ritenute nella loro interezza. Infatti quasi tutte vengono rapidamente spinte nel più profondo di noi stessi, dove praticamente vengono dimenticate. Il senso della vita fa parte di questo.

 

Per cominciare ad entrare nell’ordine di idee di superare i nostri schemi e le nostre abitudini occorre ovviamente fare una certa operazione su noi stessi, quasi una sorta di deprogrammazione di tutto quello che noi riteniamo vero, giusto, logico, desiderabile. Perché questa operazione sia necessaria è facilmente comprensibile: ciò che è logico, giusto e desiderabile, fa parte di tutto quello con cui abbiamo riempito la nostra vita seguendo delle indicazioni che ci sono state date fino dall’inizio.

 

E proprio dall’inizio, per certi versi, è meglio cominciare.

 

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… prosegue nel prossimo articolo.

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 11/05/2022