Chi guida il gioco delle parti …

… è colui che meno ti aspetti!

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 63 del 16.11.2021 che è stato suddiviso in 10 articoli. Questo è il n°2.

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Ciò che è logico, giusto e desiderabile, fa parte di tutto quello di cui abbiamo riempito la nostra vita seguendo delle indicazioni che ci sono state date fino dall’inizio.

 

Molti dicono che quando un essere umano nasce è come un libro bianco che dispone di molte pagine sulle quali egli annoterà tutte le sue esperienze di vita come se non ci fossero mai stati dei precedenti rispetto a ciò che andrà a fare e con cui si confronterà. Perciò quasi tutti i genitori si danno da fare in relazione ai nuovi nati per costituire dei riferimenti, per costituirsi tali essi stessi e per istruire la nuova creatura. In realtà tutto ciò parte da un preconcetto, quello che il nuovo nato non abbia già delle sue proprie informazioni e che quindi debbano essergliene fornite, che non abbia capacità proprie di recepire ciò che sta avvenendo, dentro di sé e fuori di sé, solo perché non ha ancora l’uso degli strumenti di comunicazione, che noi abitualmente utilizziamo, o, almeno crediamo, ancora non così sviluppati come riteniamo di averli noi. Un bambino appena nato non articola parole, ma solo dei suoni, non esprime concetti, ma solo espressioni che perlopiù noi adulti non riusciamo ad intendere e decifrare e quindi interpretiamo in un certo modo. In realtà il nuovo nato nasce con un proprio bagaglio di conoscenza, con una propria idea di cosa deve fare nella vita ma, purtroppo, appena nato, si scontra con delle evidenze di altri tipo.

 

 

La prima evidenza è che non ha a disposizione immediatamente gli strumenti con i quali poter interagire chiaramente con il mondo intorno a sé e con le persone che gli stanno vicino. Questo stato di fatto comincia a creare quel primo conflitto fra ciò che dentro di lui dovrebbe e vorrebbe svilupparsi nella vita e quello che invece l’esistenza al di fuori di lui si aspetta da questo nuovo essere.

 

Quindi il nuovo nato si trova nei guai da subito. Così come si trovano nei guai coloro che lo accolgono. Infatti sono i genitori a pensare, per primi, di essere responsabili del nuovo nato in quanto non è in grado di autosostentarsi. Il che è vero solo per una certa parte, ma non è così vero per quanto riguarda la responsabilità. Infatti il nuovo nato è talmente forte, perché ha ancora presente molto chiaramente quale sarà, o dovrebbe essere, il suo percorso di vita, che parte, lancia in resta, verso l’obiettivo, verso lo scopo della sua vita, cercando in tutti i modi di costringere tutto ciò che c’è intorno a lui ad adeguarsi e dare sostegno al piano di vita che ha davanti alla sua coscienza.

 

 

Così introduciamo un altro concetto, quello relativo alla coscienza. Spesso sentiamo dire che alcuni comportamenti sono incoscienti, mentre quando noi esprimiamo questo giudizio crediamo di essere coscienti. In entrambi i casi ci sbagliamo. Primo: perché tutto ciò che esiste ha coscienza; è il tipo di coscienza che varia. Secondo: esistono vari gradi di coscienza e quindi, prima di essere una coscienza che sa quello che sta facendo, ha bisogno di molti passaggi e molti gradi di maturazione per giungere fino al momento in cui essa stessa si renderà conto di non bastare più a sé stessa per spiegare e spiegarsi le cose che accadono.

 

Per evitare di fare una grande confusione fin dal principio e per capire quanti principi fondamentali sfuggono alla nostra coscienza e quindi ci rendono vulnerabili alle opinioni di terzi, o tentativi di terzi di sostituirsi alla nostra coscienza, prendiamo in esame una delle prime leggi che governano fondamentalmente la nostra vita e tutte le cose che accadono nella nostra vita.

 

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… prosegue nel prossimo articolo

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 13/05/2022