Il simile attira il simile …

… ma attraverso il suo contrario!

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 63 del 16.11.2021 che è stato suddiviso in 10 articoli. Questo è il n°3.

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Per evitare di fare una grande confusione fin dal principio e per capire quanti principi fondamentali sfuggono alla nostra coscienza e quindi ci rendono vulnerabili alle opinioni di terzi, o tentativi di terzi di sostituirsi alla nostra coscienza, prendiamo in esame una delle prime leggi che governano fondamentalmente la nostra vita e tutte le cose che accadono in essa.

 

Conosciamo tutti la forza di gravità, se non altro per averne fatto esperienza attraverso cadute per un inciampo dei nostri piedi, in seguito al quale ci siamo sbilanciati e, vittime di tale forza, ci siamo schiantati al suolo. La forza che attrae una persona, o un oggetto, verso il suolo è chiamata gravità. Essa non ha solo valenza essenziale nelle nostre azioni, ma vale in tutti i piani in cui si può confrontare con qualcosa, qualsiasi cosa che esiste. E vale anche se usciamo dall’atmosfera terrestre, dove questo principio continua ad agire in modo inequivocabile, e ci troviamo nello spazio al di fuori di essa, dove si assume di essere a gravità zero perché sembrerebbe che la gravità non funzioni come sulla terra. Nello spazio, dove vige una diversa relazione tra gli oggetti e la forza di gravità rispetto a quella a cui siamo abituati a rispondere sul nostro pianeta, si fanno valere in proporzioni diverse anche tutte le forze gravitazionali degli altri corpi celesti che circolano nell’universo, negli universi e in luoghi e spazi che noi non conosciamo ancora e neppure sappiamo come definire o riconoscere.

 

Conoscere ciò è estremamente importante perché, da quando l’essere umano è nato, questo sapere è stato inserito dentro di lui come conoscenza: ciò che accade fuori di noi è simile a ciò che accade dentro di noi e ciò che accade dentro di noi è simile a ciò che avviene nell’infinitamente piccolo, nella parte più piccola di ciò che esiste dentro e fuori di noi. Insieme al concetto di gravità dobbiamo prendere in considerazione il concetto di polarità. Polarità significa che una cosa in precedenza unica, quindi immobile e potenziale, quando si suddivide crea, all’interno di due poli opposti, una tensione che mette in movimento quella stessa cosa e la fa apparire come “vivente” o appartenente ad un “sistema vivente”.

 

Tutto difficile e tutto facile allo stesso tempo. Ora proverò a fare una piccola simulazione per far comprendere come il principio che ne deriva ovvero “simile attira simile”, apparentemente in contrapposizione a quello che afferma “poli opposti si attraggono”, sia invece la stessa legge applicata nella maniera corretta, ma che per noi invece significa l’inizio di tutti i nostri guai quando non la conosciamo, ce ne dimentichiamo o ce ne siamo dimenticati.

 

Queste che tengo nelle mani sono due penne perfettamente uguali, nuove, appena tolte dalla loro confezione, entrambe dotate di cappuccio. Diciamo che questi due corpi sono costituiti da un polo positivo, quello con il cappuccio, ed un polo negativo, quello senza. Quindi due corpi simili si attirano. Ma se noi cerchiamo di mettere assieme questi due corpi simili scopriamo che non si attirano affatto ma si respingono. Perché? Perché pur essendo corpi simili, accostandoli ai loro poli simili, come una calamita, anziché attrarsi si respingono. Quindi se vogliamo che due corpi simili si attirino e rimangano attaccati l’uno all’altro dobbiamo fare in modo che uno di loro avvicini all’altro il suo polo opposto. Ovvero due corpi simili si attirano attraverso i poli opposti.

 

Tempo addietro qualcuno ha obiettato che anche corpi diversi tra di loro si attraggono alla stessa maniera, ovvero attraverso i poli inversi. Il che è vero solo fino a quando tale sistema rimane fermo. Ma nell’universo non esiste niente di fermo, immobile. Quindi due condizioni diverse come queste, pur attirandosi attraverso i poli opposti, nel momento in cui vengono messe in movimento tra di loro cominciano a girare sbilanciati fino a quando la forza che li teneva insieme viene vinta dalla forza centrifuga e le due devono per forza lasciarsi. C’è solo un modo in cui ciò possa essere procrastinato più a lungo, ovvero che una delle due parti ceda all’altra una parte di sé stessa fino a trovare una linea di equilibrio intorno alla quale ruotare.

 

Ciò comporta conseguenze inarrestabili che sono in grado di determinare l’andamento della vita di ognuno di noi e dell’intero sistema nel quale viviamo.

 

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… prosegue nel prossimo articolo.

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 15/05/2022