In Ucraina stiamo giocando col fuoco, e rischiamo di bruciarci

Luigi Cabrino per Civico20News

Sarà un’impressione di chi non è addetto ai lavori ma i toni che il dibattito sulla guerra in Ucraina sta assumendo non fanno ben sperare.

Si, perché a fianco al dramma delle bombe c’è l’insistenza, da parte di chi in questo conflitto dovrebbe essere non coinvolto, su termini ed espressioni che non si dovrebbero nemmeno pensare.

Si parla con una facilità ed una insistenza estreme di guerra mondiale, di bombe nucleari, quasi che si volesse che tutto questo si verificasse con toni più adatti al tifo di una partita di Champions League che al dramma di una guerra.

Bene inteso, tutti quelli che tifano per una fazione o per l’altra se ne stanno ben comodi nei loro salotti ai Parioli (o a Manhattan) e si guardano bene dallo sporcarsi le mani con quello che una guerra può comportare, ma non si rendono conto che stanno creando un pericoloso piano inclinato su cui diventerà sempre più difficile fermare la palla che rotola.

Siamo già al limite inviando armi (e non sappiamo quali e quante) agli ucraini senza sapere bene in che mani finiranno, ma temo che i paesi NATO si stiano spingendo oltre, o meglio gli USA stanno spingendo oltre i paesi europei lavandosene le mani come sempre fatto nella storia, ben tranquilli dall’altra parte dell’Oceano.

Sono infatti numerosi, fin dal 2014 all’inizio della crisi della Crimea e del Donbass, i fanatici sbandati che da diversi paesi europei sono andati a combattere tanto tra i neonazi delle milizia ucraine quanto tra le milizie finlorusse delle repubbliche autoproclamate del Donbass.

Ma si tratta di fanatici in cerca di “emozioni forti” che sovente, appena il giochino si è fatto un po’ più pericoloso, sono tornati in fretta e furia alle loro case.

Alcuni segnali, però, fanno riflettere.

Le autorità ucraine parlano apertamente di una legione straniera composta prevalentemente da combattenti europei e ci sarebbe da chiedersi se questi sono solo esaltati che sanno a malapena tenere in mano un fucile oppure non siano membri delle forze speciali dei paesi NATO inviati in gran segreto nei territori del conflitto.

La Russia ha dichiarato di conoscere posti e situazioni in cui informatori militari di paesi NATO cooperano con l’esercito ucraino.

Molti combattenti stranieri in Ucraina sono stati feriti, talvolta uccisi, ma due sono stati presi dalla Russia ed esibiti al mondo, i due soldati inglesi che tutti abbiamo visto il mese scorso.

Nessuno si chiede come mai proprio quei due e non altri? I media hanno diramato le generalità ed il curriculum di questi due soldati inglesi; non so, ripeto che non sono addetto ai lavori, ma il profilo di questi due inglesi appartenenti in passato alle forze speciali di Sua Maestà impegnati in tutti gli scenari di guerra più a rischio negli anni passato, non corrisponde tanto a quello di due romantici combattenti per la libertà che lasciano le comodità dell’occidente e vanno a combattere per gli ucraini oppressi.

Dobbiamo sperare fortemente che non emerga in nessun modo la presenza di militari europei membri delle forze speciali o dei servizi segreti inviati in gran segreto dai rispettivi eserciti a combattere in Ucraina; a quel punto cosa potrebbe fermare i Russi dal prendere contromosse?

Personalmente delle contromosse russe, che a quanto pare consistono in bombardamenti pesanti, non avverto nessun desiderio e credo di essere in buona compagnia.

E se proprio dovesse essere che militari italiani ed europei combattono sotto copertura mandati dai rispettivi eserciti in Ucraina, smentendo il ripudio della guerra a cui ci siamo impegnati nella Costituzione, dovrebbe essere  per una decisione dei nostri governi e non per i pruriti di Biden o per gli interessi commerciali di suo figlio nel gas ucraino.

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 11/05/2022