Le Grotte di Catullo a Sirmione - Paesaggio, storia e bellezza

di Alessandro Mella

Uscendo dal centro storico di Sirmione, avendo la pazienza di fare due passi verso il Garda, si raggiunge, tra oliveti e giardini, il promontorio catulliano ove sorge uno dei siti archeologici più affascinanti del nostro paese e d’Europa.

La saggezza impone, nel limite del possibile, di scegliere per la visita una giornata di bel tempo poiché la gran parte del giro si svolgere all’aperto tra paesaggi incantevoli dove le reminiscenze archeologiche si intrecciano alla bellezza del suggestivo paesaggio del lungolago.

Le antiche mura sono quelle di una domus romana la cui collocazione temporale è immaginabile tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. ed il cui nome, per l’immaginario collettivo, è “Grotte di Catullo”.

Il termine “grotte”, d’origine rinascimentale, rievoca il tempo in cui si pensava che quei resti, così coperti di selve e boscaglia, fossero cavità d’origine naturale. Ancora oggi le si ricorda come “di Catullo” dal momento che una villa di tali dimensioni e grandezza fu spontaneamente associata al celeberrimo poeta latino che nei suoi canti raccontò anche Sirmione ove visse. Tuttavia, questa antica residenza romana senz’altro non gli appartenne poiché edificata dopo la sua morte avvenuta nel 54 a.C. circa.

Con il terzo secolo d.C. iniziò un progressivo decadimento della colossale struttura che fu utilizzata in vari modi, a volte lottizzata e vissuta in alcune parti, talvolta usata come giacimento di materiali per altre costruzioni, fino all’impiego come fortificazione militare e perfino, per qualche tempo, come area sepolcrale per i defunti.

In ogni caso la domus originale occupava un terreno davvero esteso, allargandosi su pianta rettangolare fino ad occupare due ettari nei quali si alternavano locali chiusi, giardini, lussuose terrazze, magazzini, porticati e molto altro ancora ed il tutto disposto abilmente su più livelli per adattare l’edificio alle tipicità morfologiche della zona.

Se tra medioevo e rinascimento il sito aveva fatto sognare e fantasticare molti, fu solo nei primi anni dell’Ottocento che iniziarono studi sull’area archeologica per iniziativa del generale francese Lacombe Saint Michel e, dopo la caduta di Napoleone, per volontà del conte Giovanni Girolamo Orti Manara di Verona le cui ricerche furono divulgate nel 1856 con un volume dedicato.

La bellezza del luogo, alcuni anni dopo, non sfuggì al più importante abitante della zona del Garda ed infatti egli visitò il luogo pochi mesi prima della propria scomparsa:

 

D’Annunzio a Sirmione alle «grotte di Catullo» - Brescia, 19 notte. Accompagnato dal sovrintendente del Vittoriale, architetto Giancarlo Maroni, il comandante Gabriele d’Annunzio sì è recato oggi a Sirmione, dove ha sostato a lungo in ammirazione davanti ai grandiosi ruderi romani detti «le grotte di Catullo». Durante il viaggio, il comandante è stato fatto segno a vibranti manifestazioni. (1)

 

Nel 1939, forse complice il mito della romanità tanto esaltato dal regime, fu avviata un’intensa attività di scavo, ricerca e restauro nel sito catulliano. Lavori che, tuttavia, dovettero subite tutti i problemi legati agli anni bellici al termine dei quali, nel 1948, l’area fu acquisita dallo stato per garantirne la conservazione.

Gli studi più recenti hanno individuato la presenza di strutture preesistenti sulle quali fu innalzata questa domus circondata dalla bellezza del lago su tre lati. I resti più antichi, contrariamente a questa residenza, sembrano essere coevi al periodo in cui Catullo visse nella zona. Tuttavia, la grande villa oggi viene attribuita alla gens veronese dei Valeria che, con questa costruzione, volle mostrare la propria potenza e grandezza nonché la forza della propria ascesa sociale e politica al tempo dell’imperatore Ottaviano Augusto. (2)

Oggi il sito è disposto lungo un felice percorso paesaggistico che, tra ulivi e giardini, consente di esplorare e scoprire in autonomia gli ambienti della residenza restituiti al loro splendore. Numerosi pannelli esplicativi permettono, tra l’altro, di comprendere al meglio le diversità e gli usi degli ambienti e dei locali.

Il tutto coniugato con la bellezza del lungolago il quale che accompagna il turista in tutta la sua visita.

Le Grotte di Catullo sono davvero una grande ricchezza archeologica ma anche un trionfo della bellezza e meritano senz’altro un’attenta visita.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Stampa, 171, Anno LXXI, 20 luglio 1937, p. 2.

2) Molte informazioni utilizzate per questo breve articolo provengono dai pannelli esplicativi dell’area museale.

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Articolo pubblicato il 14/05/2022