
I sintomi variano dai più lievi ai più severi
Da circa qualche giorno viene confermata la correlazione tra l’aver contratto l’infezione da covid 19 e i possibili danni cerebrali. Uno studio della Boston University School e dal Boston Medical Center, pubblicato sulla rivista Critical Care Explorations sottolinea questa possibilità.
Si stima che circa un 13% dei pazienti ricoverati in forma grave manifestino, con il passare del tempo, vari sintomi neurologici. Per stabilirlo, sono stati analizzati i decorsi post ospedalizzazione di 16000 pazienti. Da tale analisi risultano sintomi che vanno dalla encefalopatia alla vera e propria encefalite passando per ictus, epilessia e, in alcuni casi, meningite. Questi ultimi, compresa l’encefalite sono meno comuni.
I sintomi neurologici maggiormente riscontrati, anche in chi ha contratto il virus in forma meno grave, sono cefalea e la cosiddetta “nebbia mentale” quale espressione nel long covid.
Lo studio si è condotto in forma osservazionale. Cioè senza interventi in campo clinico. La domanda a cui volevano rispondere era:” quante persone ricoverate con covid in forma grave hanno presentato sintomi neurologici?”
Da questa ricerca è emerso che, tra tutti gli oltre 16000 casi analizzati, chi ha manifestato sintomi neurologici sono pazienti che hanno:
- contratto il virus in forma grave.
- una età media più alta, pari a 72 anni,
- avuto ospedalizzazione in terapia intensiva.
Altro dato interessante è che nei pazienti con una media di 61 anni non sono stati riscontrati sintomi neurologici gravi.
Vi è ancora un’incognita da risolvere: il ruolo della patologie preesistenti. Non solo la media di età più elevata ma anche e soprattutto la predisposizione o la presenza di alcuni fattori di rischio precedenti, come lievi vasculopatie, problematiche immunitarie e fattori neurologici latenti, siano la causa di queste manifestazioni sintomatiche riscontrate.
Per cui c’è ancora molto da studiare per capire i meccanismi dell’insorgenza di tali sintomi.
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Articolo pubblicato il 14/05/2022