La deriva omosessualista della scuola italiana

Il Ministero dell'Istruzione vuole che il 17 maggio si trattino argomenti gender nelle scuole pubbliche.

Il Governo Draghi, per mano del discutibile Ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi, sta compiendo un nuovo attacco alla libertà di educazione dei bambini da parte delle famiglie.

Le Lobby LGBT stanno cercando di portare nelle scuole confusione sessuale e lo fanno con il beneplacito della Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico del Ministero dell’Istruzione.

Si avvicina il 17 maggio e il Ministro Bianchi chiede alle scuole di ogni ordine e grado (comprese le scuole elementari) di mettere in atto iniziative per celebrare la Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia tanto cara al mondo LGBT.

Maria Rachele Ruiu, Responsabile Scuola dell’Associazione “Pro Vita & Famiglia” Onlus, mi ha invitato una mail in questi giorni per mettermi al corrente della cosa e ha espresso sincera preoccupazione per il 17 maggio visto che “parlare di “omo-fobia” presuppone parlare di omosessualità, parlare di “bi-fobia” presuppone parlare di bisessualità e parlare di “trans-fobia” presuppone parlare di transessualità”.

Questo – continua la Ruiu – “è profondamente ingiusto: perché influenzare la mente dei bambini con argomenti delicatissimi che possono confonderli o traumatizzarli? Lasciateli crescere in pace!”.

L’educazione morale, spirituale, affettiva e sessuale dei minori – secondo il diritto italiano – è di specifica competenza dei genitori. Lo Stato, la scuola, e tutti gli enti non dovrebbero permettersi di entrare “a gamba tesa” nell’educazione, la formazione e la crescita morale dei nostri figli. Inoltre, va detto, l’educazione e la propaganda fatta nelle scuole è assolutamente a senso unico.

Ogni famiglia, però, ha diritto ad avere un proprio credo religioso e tutte le religioni monoteiste (le più diffuse peraltro) sono concordi nel vedere l’omosessualità e le sue derivazioni come un grave “comportamento disordinato”.

Un genitore cattolico, islamico o ebreo non ha piacere che la scuola metta in discussione l’insegnamento e la dottrina religiosa che egli ha scelto di impartire al proprio discente. La scuola non deve entrare in conflitto con l’insegnamento che il genitore impartisce in modo del tutto legittimo al proprio figlio.

E’ notizia di questi giorni – come informa “Pro Vita & Famiglia” – che “in una scuola elementare in provincia di Modena si è appena svolto un progetto di educazione sessuale e affettiva allucinante. Nel progetto si prevede di poter parlare davanti a bambini di 10 e 11 anni di masturbazione, orgasmo, preservativo, pillola anticoncezionale, come si fa sesso, essere transgender, genderfluid e genderless”.

Una mamma ha avvisato “Pro Vita & Famiglia” che ha denunciato la cosa su radio, giornali, social network,… e la scuola in oggetto “si è difesa dicendo che la maggioranza dei genitori era informata e d’accordo”. Intanto “la maggioranza” non è “tutti” e poi chi non è d’accordo deve poter essere libero di esprimere la propria contrarietà per un’iniziativa non conforme ai protocolli ministeriali.

Dopo il “tam tam” mediatico sollevato dal mondo “pro life” “sul sito della scuola – guarda cosa -il progetto ‘incriminato’ è stato sostituito con una nuova versione, da cui sono scomparsi i riferimenti ai temi ideologici e scabrosi”.

Con la bocciatura del Ddl Zan in Senato dell’anno scorso gli italiani pensavano di aver scampato il pericolo di propaganda del gender nelle scuole ma, ahimè, a quanto pare non è così.

Continueremo a vigilare sulla questione tenendo le antenne dritte e gli occhi sempre aperti perché tra i nostri lettori molti genitori hanno espresso preoccupazione e timori per la deriva omosessualista che la scuola italiana sembra aver preso.

Sicuramente, come sempre facciamo, vi terremo informati e vi ringraziamo per le tante segnalazioni che ci fate pervenire dimostrando di apprezzare “Civico 20 News” e il suo operato.

Sul medesimo argomento può interessare: "Il Parlamento italiano torna a discutere di omofobia".

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Articolo pubblicato il 14/05/2022