Evviva gli Alpini!

“Gli Alpini e le Associazioni d’Arma sono la nostra Italia"

Lettera al Direttore

Nei giorni scorsi, in seguito alla ridda di denunce, dai contenuti sospetti, presentate nei confronti di reduci e alpini che, acclamati dalla popolazione hanno sfilato per le strade di Rimini, abbiamo ricevuto voci e note di protesta e solidarietà, da parte di molti nostri lettori.

Pubblichiamo, una lettera vibrante inviataci da alcuni nostri lettori cuneesi, anche nel ricordo dei 13.000 alpini della divisione Cuneense che in un sol giorno  del 1943, caddero nella ritirata di Russia.

 

“Gli Alpini e le Associazioni d’Arma sono la nostra Italia

 

Egregio Direttore,

 

negli anni successivi alla prima Guerra mondiale le adunate degli Alpini si ripeterono sempre più numerose, assumendo anche toni festosi per la pace ritrovata e per la possibilità di incontrarsi fra commilitoni, divenendo momenti di aggregazione, di esaltazione dei valori nazionali e istituzionali.

I raduni nazionali sono così entrati nel nostro “costume” e nelle più belle e festose tradizioni. Le cose cominciano a cambiare nel secondo dopoguerra.

 

In principio furono contestati i Carabinieri, poi gli Aviatori in missione all’estero, quindi i Paracadutisti, adesso gli Alpini. Le Associazione d’Arma si rendono conto a che punto arriviamo?

 

Per essere in linea con gli intenti ideologici dei nostri vertici politici e di certi potentati economici globalisti bisogna eliminare ogni identità nazionale, ogni fermento patriottico.

L’ultimo probante tentativo è l’assalto da parte di forze politiche e giornalistiche di sinistra nei confronti degli Alpini, in occasione del loro raduno nazionale di Rimini.

 

Un assalto per denigrare, condannare e di fatto per impedire in futuro raduni patriottici e militari, che innalzano valori nazionali e militari che si vuole invece cancellare.

Non si esclude che a Rimini fra la moltitudine confluita vi possa essere stato qualche raro episodio di intolleranza e di molestia, purtroppo praticamente inevitabile, come è successo in tante altre manifestazioni pubbliche.

 

Per questi casi è indispensabile intervenire verso i responsabili. Ma qui la questione è un’altra. Si vuole demonizzare un’Associazione combattentistica, farne un fatto di condanna politica, strumentalizzare in negativo un evento di tradizione storica, contrastare lo spirito di corpo di sapore militare e magari nostalgico. E’ un segnale dei tempi.

 

Nell’”assalto” premeditato alle Penne nere hanno fatto da avanguardia le militanti femministe e quelli del Centro sociale, con avvocati già pronti per affiancare le eventuali denunce di preannunciate 150-200-500 segnalazioni da parte di ragazze della città.

 

Cosa significa la dichiarazione del Ministro della Difesa Guerini: “I comportamenti raccontati da alcune donne sono gravissimi. Episodi che andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Assicuro tolleranza zero”.

 

E le affermazioni della Ministra per le Pari Opportunità che senza riserve parla di “atti gravissimi, inaccettabili per le istituzioni e per uomini che sono al servizio dello Stato: l’Italia si fonda sulla piena parità di genere e ripudia con forza la sub-cultura di prevaricazione maschile nei confronti del femminile”.

 

Per non parlare della vistosità e velenosità di molti commenti giornalistici. Immancabile una dichiarazione riportata con evidenza:” Stavo lavorando, mi hanno rivolto frasi imbarazzanti e poi mi hanno fatto il saluto fascista”.

 

Tanto basta perché gli Alpini siano serviti!

 

Sono quegli stessi ai quali abbiamo sempre dimostrato, a ragione, affetto, simpatia e  riconoscenza.

 

Quegli stessi che ci hanno soccorso nei momenti difficili, nei terremoti, nelle alluvioni, negli eventi disastrosi. Quegli stessi che fiancheggiano in maniera determinante la Protezione civile. Quegli stessi che sono corsi a sostenerci nei momenti più drammatici dell’emergenza sanitaria del coronavirus.

 

In opposizione a quella parte d’Italia che proprio non ci piace, noi patrioti esortiamo Alpini, Carabinieri, Avieri, Paracadutisti, Bersaglieri e gli altri appartenenti alle gloriose Associazione d’Arma a reagire con chiare dimostrazioni di carattere politico, le uniche che danneggiano questi italioti. Contrastateli in termini di consenso generale, in termini elettorali, in termini di dichiarazioni pubbliche. Vi accuseranno di essere anche voi “fascisti”.

 

Ma pensate un po’ che trovata, proprio in questi tempi che perfino la Russia di Putin, post Unione Sovietica, è definita “fascista” dai nostri democratici di sinistra.

Consideriamo attentamente il punto in cui siamo arrivati, e facciamo una indispensabile scelta di campo politico per cambiare le cose”.

 

Grazie per l’ospitalità.

 

Paolo Chiarenza, Guido Giordana, Alberto Anello, Lele Dalmazzo, Luca Ferracciolo, Dario Lerda, Fabio Mottinelli, Maurizio Occelli, Stefano Occelli, Mario Pinca, Denis Scotti, Enzo Tassone.

        

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 22/05/2022