Scoprendo Primo Levi, a Nole (Torino)

Un’interessante conferenza (di Alessandro Mella)

Sabato pomeriggio, 21 maggio 2022, a Nole si è tenuta una cerimonia di altissimo valore umano e sociale con la posa delle pietre d’inciampo dedicate a Paolo e Pietro Baima ed a Carlo Noveri, cittadini nolesi deportati nei lager nazisti al tempo della Seconda guerra mondiale.

L’evento è stato voluto dall’amministrazione comunale e dall’Anpi locale ed ha coinvolto la cittadinanza.

Al termine i partecipanti si sono spostati alla Casa delle Associazioni, in via Torino, per un momento culturale condotto con la consueta abilità e sensibilità da Arduino Baietto il quale ha accompagnato l’intervento del prof. Giovanni Tesio.

Figura che non avrebbe bisogno di presentazioni grazie al suo importante e perpetuo impegno culturale e sociale. L’occasione è venuta dalla presentazione del suo volume “Primo Levi – Il laboratorio della coscienza”.

Il prof. Tesio ha studiato per molti anni la figura di Levi beneficiando di un rapporto umano diretto che egli stesso non si è sentito, con umiltà e sobrietà rare, di definire amicizia in senso stretto ma che si configura, ad avviso di chi scrive, come una vicinanza umana molto importante e data da una lunga ed assidua frequentazione e dalle loro conversazioni.

Numerose sono state le domande che Arduino Baietto ha posto al relatore, con una brillante complicità tra i due che ha arricchito l’incontro con momenti di piacevolissima leggerezza malgrado il tema davvero impegnativo, il quale ha risposto sempre con vivace partecipazione dando al pubblico, almeno per quanto riguarda lo scrivente, la sensazione di andare oltre all’analisi letteraria, allo studio biografico, alla divulgazione storica, giungendo fino allo scoprire l’uomo Levi, lo scrittore Levi, nel suo profondo.

Giovanni Tesio ha scrutato l’animo del nostro, ne ha colto i moti dell’anima, ne ha esplorato la personalità complessa, i sentimenti. A loro volta così contrastanti pur in un uomo caratterizzato da un’indole mite e delicata. E lo ha fatto senza ipocrisie, senza retorica, con il coraggio di affrontare anche ragionamenti e percorsi difficilissimi e di non facile ed immediata comprensione superando barriere emotive difficili da varcare.

Erano presenti in sala gli organizzatori, cui va un plauso sincero, il sindaco ed i parenti e discendenti di alcuni deportati nonché un pubblico numericamente importante.

Nel chiudere questo breve cenno sul pomeriggio in oggetto mi permetto di dire che, per quanto possa valere la profana opinione dello scrivente, si è trattato di un momento importante, arricchente e stimolante per anima, pensieri e cuore.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 24/05/2022