Soros, la crisi e la Terza Guerra Mondiale

Alla crisi economica, energetica e alimentare si aggiunge la terribile previsione di George Soros.

Le forze russe stanno sgomberando le macerie a Mariupol. Ripuliranno la città per ricostruirla e connetterla fra la regione del Donbass e la costa del Mar Nero. Ora l’obbiettivo ultimo del Cremlino sarà quello di creare un collegamento fino a Odessa, unendo così la costa sino alla Transnistria.

Putin ha fatto sapere che: “Le sanzioni causano una serie di difficoltà per la Russia, ma allo stesso tempo la rendono un po' più forte.” Ha poi aggiunto che: “Nessun poliziotto globale sarà in grado di fermare i Paesi che vogliono perseguire una politica indipendente.”

Con queste dichiarazioni, molto forti, il Presidente russo annuncia la fine definitiva dell’unipolarismo americano. Il multipolarismo tanto auspicato da Cina e Russia sembra realizzarsi.

Nel frattempo, la NATO appare più divisa che mai. Grecia e Turchia litigano, entrambi vanno a lamentarsi nella "porta di casa" del proprio padrone americano. Motivo della discordia sembra sia stata la contrarietà di Atene all’invio da parte americana dei caccia F16 ad Ankara, sostenendo che una simile mossa potrebbe creare ulteriore instabilità nella regione egeo-anatolica.

Forse questo scontro è parte di una spaccatura più profonda, già preesistente al conflitto ucraino, fra i Paesi Nato dell’Europa occidentale rispetto a quelli dell’Europa orientale e settentrionale. Se i primi sono restii a sanzioni e conflitti con la Russia; i secondi sono in prima fila, pronti ad attaccare Mosca e a circondarla. Il Regno Unito si fa coordinatore e agitatore in questa fase, raccogliendo consensi soprattutto nei Paesi spaventati poichè confinati col gigante russo.

Londra, dopo lo scossone della Brexit e della crisi pandemica, ha necessità di risollevare l’economia e di ricompattare le ex colonie dell’Impero britannico. Per farlo deve avere un nemico comune, e al tempo stesso rilanciare la propria economia tramite un possibile riarmo. Rendendo così molte Nazioni dipendenti dalla sua industria bellica rispetto all’egemonia tedesca attualmente imperante.

Ma il tempo scorre veloce, inflazione e crisi stanno creando non poca agitazione nell’economia britannica. Nel mese in corso la fiducia dei consumatori britannici è scesa in picchiata, calando al livello più basso mai registrato: -40 punti. Si tratta di un dato più basso anche rispetto alla crisi dei subprime del 2008.

Ma se Londra piange Roma non ride. Dalla crisi del grano ucraino, come Italia, ci aspetterà uno dei più imponenti esodi di massa dall’Africa. Migliaia di africani verranno nelle nostre coste per chiedere cibo e grano, quello stesso grano che sarebbe dovuto partire dall’Ucraina. Al di là della propaganda bellica a cui stiamo assistendo da settimane, l’Italia e l’UE saranno pronti per questo? 

A questo scenario non proprio edificante non potevano che aggiungersi le profezie di Soros. Esempio vivente di persona che “a pensar male spesso ci si azzecca”. Già, perché ci aveva preso per tempo preconizzando il tracollo del modello economico cinese a seguito delle misure restrittive dovute al contenimento pandemico.

Ora ritorna sul pezzo, stavolta al Forum di Davos, in Svizzera, ricordandoci a tutti di una futura e possibile Terza Guerra Mondiale. Che a detta sua, e non solo sua, sarebbe già in atto.

Soros lancia l’allarme per quella che, spiega, potrebbe essere “la fine della civiltà”, scatenata da un nuovo conflitto globale, il cui detonatore potrebbe essere rappresentato dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

"Dall'ultimo incontro di Davos il corso della storia è cambiato radicalmente. La Russia ha invaso l'Ucraina e questo ha scosso l'Europa in profondità." Il conflitto ucraino, continua Soros, “potrebbe essere l’inizio della Terza Guerra Mondiale e la civiltà potrebbe non sopravviverle".

Il finanziere e filantropo di origine ungherese ha affermato che l’invasione russa dell’Ucraina non si è prodotta dal nulla. Il mondo è sempre più impegnato nello scontro tra due sistemi di governance diametralmente opposti: "società aperte e società chiuse". Le pandemie, il cambiamento climatico, il pericolo nucleare, il funzionamento delle istituzioni internazionali, stanno passando in secondo piano rispetto a questo scontro: o, meglio, non sono che sue declinazioni.

Conosciuto per il suo tratto irriverente, Soros, è tra i massimi esponenti della finanza speculativa internazionale, a lui dobbiamo, nel 1992, un attacco pesantissimo alla lira che costrinse l’allora governo Amato ad una manovra “lacrime e sangue” e un mini (e forzoso) prelievo sui conti correnti degli italiani.

Dire però che George Soros voglia solo fare notizia sarebbe riduttivo e fuorviante. In fondo ha sempre saputo cogliere in anticipo le tendenze finanziarie internazionali recapitando sul tavolo di investitori ed azionisti teorie e scenari che si legano a doppio filo alla sua visione geopolitica del mondo, basata sul conflitto tra società aperte e «democrature», tra sistemi politici basati su libere elezioni e dittature costruite sulla figura del Caudillo, l’uomo solo al comando. Chissà se l’esponente di spicco della “sinistra ebraica” e antisionista ci prenderà anche questa volta.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/05/2022