Referendum Giustizia. Tutto ciò che c'è da sapere.

Il 12 giugno i Cittadini Italiani saranno chiamati ad esprimersi sul tema della Giustizia.

Il 12 giugno prossimo molti italiani saranno chiamati alle urne per rinnovare le Amministrazioni Comunali che hanno amministrato dal 2017 ad oggi.

Tuttavia - e pochi lo sanno - in quella data tutti i Cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi sul Referendum abrogativo legato ai temi della Giustizia.

I quesiti referendari sui quali viene chiesto agli italiani di esprimersi sono cinque:

ABROGAZIONE DEL TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INCANDIDABILITA’ E DI DIVIETO DI RICOPRIRE CARICHE ELETTIVE E DI GOVERNO CONSEGUENTI A SENTENZE DEFINITIVE DI CONDANNA PER DELITTI NON COLPOSI. Scheda rossa.

Apponendo la croce sulla casella del “SI” il cittadino eliminerà l’automatismo del “Decreto Severino” ridando alla Magistratura la facoltà di decidere, di volta in volta e caso per caso, se applicare detta norma che, ad oggi, è una tagliola per l’interdizione dai pubblici uffici.

LIMITAZIONE DELLE MISURE CAUTELARI: ABROGAZIONE DELL’ULTIMO INCISO DELL’ARTICOLO 274, COMMA 1, LETTERA C, CODICE DI PROCEDURA PENALE, IN MATERIA DI MISURE CAUTELARI E, SEGNATAMENTE, DI ESIGENZE CAUTELARI, NEL PROCESSO PENALE. Scheda arancione.

In questo caso, crocettando il “SI”, l’elettore limiterà gli abusi compiuti dalle Procure delle Repubblica abolendo la possibilità di questi di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile reiterazione del reato. La carcerazione preventiva a scopo di pubblica sicurezza resterà in vigore per i reati più gravi contemplati dall’ordinamento giudiziario.

SEPARAZIONE DELLE FUNZIONI DEI MAGISTRATI. ABROGAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI ORDINAMENTO GIUDIZIARIO CHE CONSENTONO IL PASSAGGIO DELLE FUNZIONI GIUDICANTI A QUELLE REQUIRENTI E VICEVERSA NELLA CARRIERA DEI MAGISTRATI. Scheda gialla.

Questo quesito è quello che da anni anima i salotti televisivi, le tribune politiche e le piazze di tutto il Paese. Se i cittadini sceglieranno il “SI” si separeranno le carriere dei magistrati. In pratica il magistrato, una volta entrato in magistratura, dovrà scegliere se vorrà essere un inquirente o un giudicante. Detta scelta non potrà subire né variazioni né cambi e accompagnerà il magistrato per tutto il corso della sua carriera.

PARTECIPAZIONE DEI MEMBRI LAICI A TUTTE LE DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA CORTE DI CASSAZIONE E DEI CONSIGLI GIUDIZIARI. ABROGAZIONE DI NORME IN MATERIA DI COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA CORTE DI CASSAZIONE E DEI CONSIGLI GIUDIZIARI E DELLE COMPETENZE DEI MEMBRI LAICI CHE NE FANNO PARTE. Scheda grigia.

Questo è forse il quesito più tecnico che, se sostenuto dal fronte del “SI”, riconoscerà ai membri laici (avvocati e docenti di materie giuridiche) di partecipare alla valutazione periodica cui i magistrati sono sottoposti. In pratica i magistrati non si valuteranno più solo fra loro ma avranno la supervisione e la valutazione di membri terzi. Questo eliminerà, di fatto, l’odierno problema della sovrapposizione fra il controllore ed il controllato, garantendo ai cittadini italiani di sapere che il magistrato che si trovano di fronte è stato equamente valutato da un’equipe di esperti.

ABROGAZIONE DI NORME IN MATERIA DI ELEZIONI DEI COMPONENTI TOGATI DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA. Scheda verde.

L’ultimo quesito, se vedrà la vittoria del “SI”, porterà ad una riforma sostanziale del Consiglio Superiore della Magistratura. Il magistrato che vorrà entrare a far parte di questo organo non dovrà più raccogliere le firme dei suoi colleghi per candidarsi alla carica di membro del CSM e non dovrà più avere l’imprimatur delle correnti politiche interne alla magistratura per correre democraticamente alla competizione elettiva. Se vincerà il “SI” le correnti politiche ed ideologiche interne alla magistratura perderanno lo strapotere che, negli ultimi decenni, è stato più volte oggetto di scandali.

Il 12 giugno 51milioni e mezzo di italiani saranno chiamati ad esprimere la loro opinione su queste cinque annose questioni e potranno, con il loro voto, cambiare per sempre la storia del nostro Paese in materia di giustizia.

L’Atlante politico di “Demos”, nelle scorse settimane, ha interpellato diversi cittadini per iniziare a capire quali saranno le intenzioni di voto. Il risultato dell’indagine conoscitiva è angosciante: il 47% degli elettori non sa cosa votare, il 16% non sapeva neppure che vi fosse un referendum e solo il 36% ha le idee chiare e dice che voterà.

I referendum, per essere validi, devono superare il quorum del 50%. Il rischio, vista la scarsissima campagna informativa fatta dagli organi di stampa, è che nei comuni ove non si vota per il sindaco la gente non vada a votare per il referendum.

L’Associazione “Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei”, interpellata sul tema ha dichiarato: “Il 12 giugno saremo chiamati alle urne per esprimerci su 5 Referendum per la Giustizia Giusta, promossi dal Partito Radicale e Lega. La censura dei media sul tema, a partire dalla RAI, (che non informa i cittadini) rischia di sabotare il voto”.

Sicuramente seguiremo il corso degli eventi, vedremo il risultato delle elezioni e condivideremo con voi quanto scaturito.

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Articolo pubblicato il 28/05/2022