Convegno Terra lasciata, terra trovata

Dall’emigrazione del passato alla speranza del futuro

Nel pomeriggio di sabato 4 giugno 2022, all’interno della Fiera degli Acciugai di Dronero, si è svolta la tavola rotonda dal titolo “Terra lasciata, terra trovata”.

Rosella Pellerino, Direttore Scientifico di Espaci Occitan, apre i lavori del pomeriggio all'interno del Centro Studi.

Ricorda che la Val Maira, dopo un lungo e pesante abbandono, ora si popola di nuovi cittadini.

In merito alla storia del territorio, l’incontro di oggi intende ricordare i lavori stagionali e itineranti che si praticavano qui: acciugai, raccoglitori di capelli, cestai e anche qualche pittore. Inoltre, il progetto Nega so: valle MyRa è casa mia intende entrare nelle scuole, a contatto con i più giovani, con un itinerario dalla lingua occitana alle lingue parlate nelle scuole e nelle famiglie, per cercare la comprensione di una nuova realtà umana.

Lo storico dell’emigrazione Giancarlo Libert spiega, numeri e dati alla mano, come 30 milioni di italiani e 3 milioni di piemontesi siano emigrati, fra il 1876 e il 1973 (con un periodo di picco fra il 1876 e il 1925). Da Ussolo si andava in Francia, da San Michele si scendeva in Piemonte; a un certo punto dell’anno si espatriava: dopo la stagione dei lavori, i giovani si spostavano e le montagne non erano un confine divisivo, ma un luogo di passaggio.

In Val Maira il fenomeno dell'emigrazione è stato fortissimo, con una percentuale del 83% della popolazione residente: anche se gran parte delle famiglie è stata coinvolta dall’emigrazione, è rimasto un forte legame con la terra d’origine.

Secondo Garnero rende omaggio al lirismo del poeta elvese Piero Raina, che ha vissuto con scoramento il tempo dello spopolamento. Non è retorico chiedersi perché nella lingua d’oc non esista il verbo migrare, in una terra di frontiera.

I mali e le insidie sociali esistono da sempre: fame, povertà, epidemie e guerre; un problema ancor più grave dei nostri tempi è che non indichiamo un futuro ai giovani.

Secondo Diego Crestani in montagna c’erano tanti abitanti e poche risorse, l’emigrazione era una conseguenza della sovrappopolazione. L’attaccamento al luogo di origine induceva qualcuno ad emigrare per poter pagare le tasse e mantenere la propria casa. Il censimento del 1734 segnala alte percentuali di mendicanti in Val Maira: Canosio 18,9%, Celle 40,3%, Prazzo 48,1%, al punto che nella confinante Val Varaita i frati cappuccini davano la patente di mendicante a chi si convertiva.

Non è chiaro quando nascano gli acciugai, un lavoro ambulante senza garanzia di reddito. I loro spostamenti erano impegnativi: due testimonianze riferiscono viaggi fino a Roma e a Mestre. Una legge del 1934 cambia tutto: la concessione del mestiere, rilasciata dal Comune, vale soltanto per cinque province attigue. Dopo questa legge gli ambulanti iniziano a mutare la loro residenza, e le case si chiudono per sempre.

Paolo Poggio descrive il mondo letterario degli acciugai.

Il loro universo è un mondo che non c’è più, che palpitava fra Moschires, San Damiano, Celle e Cartignano. I carradori che lavoravano per loro erano di Tetti di Dronero. L'epopea degli acciugai si sviluppa tra fine Ottocento e gli Anni Cinquanta del Novecento, oggi le loro borgate sono quasi spopolate. Dobbiamo tramandare questi ricordi di vita e di lavoro ai posteri: con nostalgia per quel che non c’è più e con orgoglio per quel che si è fatto.

Elda Gottero rappresenta l’associazione Voci del mondo. Gli stranieri a Dronero oggi sono circa il 15% dei residenti; gli occupati lavorano in aziende di biciclette e in campagna. Quando si sono attuati i ricongiungimenti familiari si è presentato il problema di inserire i figli nelle scuole.

Con l’avanzare delle crisi finanziarie è cambiato il clima e l’atteggiamento è diventato quasi un razzismo strisciante, mentre fra gli immigrati è aumentato l’integralismo (un esempio è il luogo di ritrovo degli ivoriani dove si insegnano la lingua araba e il Corano). L’emigrazione rimane un problema aperto, tutt’altro che risolto. Serve una convivenza pacifica, conoscersi per capirsi, conoscere per capire.

Linda Margherita Bertola presenta il quadro all’interno attuale della scuola. Siamo all’emigrazione di seconda generazione, che in Piemonte coinvolge il 20% della popolazione (contro il 10% in Italia), ancora più alta nella scuola primaria e secondaria.

Si è avviato un progetto per affiancare genitori stranieri ai delegati italiani, dove questi ultimi sono in minoranza, per capire meglio i problemi degli studenti e delle loro famiglie.

Matteo Monge parla a nome di Liberi Tutti. La sua affascinante tesi è che il parto sia la prima migrazione per un essere umano, dalla certezza nel ventre della mamma al mondo delle incognite, ma nessuno se ne ricorda. Il progetto Nega So intende accomunare cultura e società. Le nostre case sono musei dei ricordi così come noi siamo le nostre stesse radici: quando si lasciano le case, in qualunque parte del mondo, si abbandonano il passato e le radici.

Al termine degli interventi, per rendere omaggio alla festa che si svolge a Dronero, gli allievi dell’Istituto Alberghiero offrono un antipasto a base di acciughe ai relatori e agli ascoltatori.

Si ringrazia Patrizia Valenziano per le foto gentilmente concesse.

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Articolo pubblicato il 13/06/2022