I fatti di Peschiera del Garda: violenze all'Italia e nuovo megafono per ideologie putrescenti

E poi, tempi di quando i soldati fischiavano dai camion, le ragazze per strada facevano ciao e nessuno ci trovava da ridire

Colpito da certi avvenimenti che in pochi anni hanno trasformato usi e costumi del nostro Paese in una convivenza nuova, avevo frenato la voglia di scriverne, obsoleto membro della generazioneBoomer”. In quanto tale, ho pensato che avrei rischiato di essere frainteso, ma da maturo opinionista, cittadino e pure ex alpino, stavolta sento di dover intervenire.

I fatti salienti risalgono al 2 giugno, in occasione del raduno: “l’Africa a Peschiera del Garda (tutto documentato con numerosi video di dominio pubblico), un appuntamento per centinaia di ragazzi della generazione Z, da cui sono estromessi i bianchi. Un rendez-vous per spaccare tutto nel nome di un razzismo al contrario che è vietato denunciare come tale. 

Le prime risse sono avvenute sulla spiaggia, con interventi di agenti anti sommossa (qualcuno tra la gente acclamava i manifestanti?) Nei giorni seguenti il delirio è proseguito con scontri, accoltellamenti, borseggi e atti di vandalismo, culminando con alcune ragazze minorenni che hanno denunciato di essere state molestate sessualmente sul regionale 2640 Riva del Garda-Milano. Alcune sono scappate alla stazione di Desenzano. Il questore di Verona  indaga. 

https://fonteufficiale.com/dalweb/peschiera-del-garda-oggi-e-giornata-africa-cosa-e-successo-davvero-ma-non-ve-lo-raccontano

Fin qui, storie di documentata, ordinaria follia che sta dilagando in più parti di questa nuova Italia buonista.

Noi di una certa età osserviamo queste vicende da vecchi pugili di strada messi all’angolo dai tempi. Borbottiamo offesi da più di un governo ormai, sapendo di contare sempre meno, mentre assistiamo alla svendita produttiva, etica, devota, civica e morale di un’Italia consegnata alle generazioni seguenti, contraddistinte da nuovi requisiti.

Ma tornando alle vicende dell’happening di Peschiera del Garda (splendida località balneare), non dovrebbe urtare nessuno ricordare che l’evento, annunciato su TikTok era rivolto agli italiani di seconda generazione e ai nordafricani immigrati in Italia. Status che di per sé non è una ghettizzazione né un pregiudizio, ma un dato di fatto e nulla più, non fosse che in questi casi è difficile da giustificare anche per i portabandiera del "politicamente corretto"

Diversi gli effetti di una campagna politica faziosa, che ha colto le violenze al balzo e anziché schierarsi per i diritti dei più deboli (persone danneggiate e ragazze molestate), in alcuni casi ha debordato, con accuse verso una ipotetica partigianeria di destra, chiamando in causa la Meloni e Salvini, difficili da contraddire in questo caso, e soprattutto, paragonando le violenze avvenute sul treno, a quelle attribuite agli alpini, durante il recente raduno di Rimini.

https://www.wired.it/article/peschiera-del-garda-abusi-propaganda-sovranista/

Fermo restando che non si vuol negare una disinvolta tradizione delle penne nere, chi è stato al raduno di Rimini ha subito notato un’accoglienza alquanto fredda nei confronti dell’evento. Storicamente, i romagnoli, gente che sa come far feste, ama organizzarle e gestirsele da sé. Ipotesi da più fonti pervenuta, come una differenza tra la prassi festaiola della gente dei monti e quella differente e spiaggiaiola della Romagna.

Anche in questo caso, per chi ama esaminare in modo ponderato: niente di indegno. L’Italia è ogni borgo un campanile, questo si sa.

In tutti i casi, la mancanza di rispetto nei riguardi della donna non è un atto sdoganato, anzi! Per quel che è successo a Rimini però, la cronaca dei giorni a seguire riporta delle scuse da parte dei soldati e altrettanti toni più concilianti su molestie ammesse come circoscritte e non così “violente”.

Da più parti è stata evocata l’endemica goliardia delle penne nere. Una volta leggerezza ben accetta e condivisa in aria di festa, oggi tabù in un’Italia sempre più infelice, asessuata e farisea.

Per chi c’era a quei tempi di un servizio di leva spesso scuola di vita, quando gli alpini della Ignazio Vian di Cuneo, della Monte Grappa e del Comando Brigata di Torino o del battaglione Susa di Pinerolo, andavano in libera uscita, le ragazze facevano la fila (fonte: esperienza personale). Quando si arrivava poi in qualche paesino Pedemontano per preparare i campi estivi. Erano canti e balli, e qualcuno non tornava in tenda dopo le 10 di sera. Cronache di quando il corpo degli alpini, non molestava le fanciulle, ma raccoglieva consenso. Ricordi personali fine anni 70. Si viveva in modo molto più rilassato in questa Italia, oggi ostaggio di principi che hanno spalancato un “modus vivendi” falsamente “liberi tutti”, studiato a tavolino, sempre più inquadrato e precluso.

Terribile perciò il politico "divide et impera” sempre in voga per tenerci al guinzaglio. La verità è una sola, così facendo si mortifica un tessuto storico italiano autoctono da cui, mediamente, non c’è niente da temere.

Sono milioni i cittadini interdetti e impauriti a cui mancano: serenità, senso di appartenenza, sicurezza, legalità. Indipendentemente da qualunque etnia in ballo, certi episodi di bande giovanili si stanno facendo sempre più pesanti. Nascondere sotto il tappeto eventuali reminiscenze tribali di una cultura lontana & impegnativa è un gesto di disdegno politico verso una verità divenuta innominabile per eccesso di una distorta accoglienza, o altro oscuro, mafioso interesse economico.

Molte periferie delle nostre città, sono terreno di conquista da parte di impuniti malviventi nuovi italiani che hanno alzato l’asticella dell’illegalità. Nella mia vecchia barriera di Milano, ex vivace e formativa periferia di Torino, la polizia è insicura e la gente ha paura ad uscire di casa.

Dunque, in quest’Italia radical-evoluta e civile, che da tempo celebra la donna, dovrebbe esserci più coerenza nei confronti della libertà di tutti i cittadini che vanno difesi e protetti. Se ad ogni pretesto qualche voce politica grida al razzismo e al fascismo, c’è qualcosa che non va. Credo che la brava gente, i poliziotti e vecchi alpini, di queste fanatiche idiozie ne abbiano abbastanza!

E per concludere: W gli alpini! Non mancano mai dopo inondazioni e terremoti, slavine e avvenimenti estremi. Sono un vanto italiano, cerchiamo di non confonderci e di svilire o barattare con altro, un simbolo serio a cui sono stato lieto di appartenere e che dura per sempre.  

 

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Articolo pubblicato il 12/06/2022